Opinioni
3 settembre, 2021

Un modesto consiglio a Matteo Bassetti

Il virologo si lamenta perché lasciato solo da Matteo Salvini contro gli insulti dei no vax. Che, da parte loro, dicono di essere stati traditi dal medico. Un caso che mette in luce molte dinamiche malate della politica e del dibattito pubblico

Matteo Bassetti si è lamentato con Annalisa Chirico, direttrice de lachirico.it, di essere stato lasciato solo da Matteo Salvini. Già così è divertentissima. La Ann Coulter italiana intervista il virologo “di destra” sulla mancata copertura mediatica del suo politico di area. Essendo i tre in contatto permanente effettivo, bastava un giro di mail. Volendo, anche una chat su Telegram.

 

Ma la vicenda non è la boutade che sembra perché fa il paio coi grillini assaltati dai novax durante le manifestazioni dei giorni scorsi. Espressa la debita e sincera solidarietà sia a loro che a Bassetti, l’accaduto sollecita una breve analisi che attiene a un tema ancestrale: il tradimento.

 

Da una parte, abbiamo infatti un MoVimento che sul complottismo ha costruito le proprie basi e adesso, rimpannucciato com’è nei velluti democristiani, esprime posizioni di buonsenso. Sincere o meno che siano. Il che può andar bene a gran parte dell’elettorato italiano, quello che concede ai politici della propria squadra qualunque giravolta. Ma non alle ali più estreme, a chi aveva creduto alla campagna contro Big Pharma, al deep state, alle palline che lavano senza detersivo, alle scie chimiche, a gente che si provava la febbre con le siringhe al mercurio, e ora esprime il proprio tonitruante dissenso.

 

Diverso ma non lontano è il discorso su Bassetti. Si fosse comportato come Zangrillo, che è più politico di lui, e da più tempo, dunque ha tenuto il punto nella sua sottovalutazione acrobatica del virus con l’alterigia di un primario nella clinica del dottor Tersilli, il Nostro sarebbe un uomo senza pensieri. Invece si ritrova, e spiace davvero, aggredito dai violenti che avevano intuito nei suoi distinguo una sottolineatura alle loro tesi. Che in realtà non è mai esistita: mica parliamo di un folle. Solo che l’immaginario ultrà, quello vellicato da giornali e tv, ha previsto che proprio lui rivestisse i panni del luminare leghista. Quindi, a cascata, del sottobosco di estrema destra con la quale il fu Carroccio e Fratelli d’Italia flirtano in ogni luogo e in ogni lago.

 

Sono loro, i gilet marroni del virus, il corpaccione che da sempre unisce la zona grigia alla destra della destra, a sentirsi “traditi”. Sono loro che hanno creduto all’etichetta politica tanto comoda nei talk show, dove ogni invitato deve vestire una giacchetta, ma più complicata da gestire quando si trasforma in dissenso concreto, muscolare. Sono loro ad utilizzare ogni ballon d’essai politico e/o giornalistico per anabolizzare quella specie di anti-Stato che è da sempre il cancro della Repubblica.

 

Se mi è concesso, perciò, Bassetti sbaglia a sollecitare il soccorso verde (o blu, o nero, o quel che è diventato). Perché proprio Salvini è il mandante incidentale di quel che accade. Non perché lo abbia voluto o previsto, ma perché ha usato la normale vanità degli umani per i propri fini più immediati – chi non spererebbe di fare il Ministro della Sanità in un Governo della Lega? – finendo col mettere il virologo retequattrista in una posizione difficile da mantenere.

 

Ora lo lascia cadere. A piangere e a urlare. Com’è profondo il mare. Specie mentre gli altri, in qualche modo, restano a galla. Ché il segretario della Lega sa bene che prima o poi il “traditore” potrebbe diventare lui. Proprio per questo la spara sempre più alta, in uno scenario win/win.

 

Se nulla accade, monetizzerà voti nella competizione con la Meloni: è lui a rappresentare le ali estreme nel Governo dei migliori. Se Draghi dovesse imporre uno stop, monetizzerà voti in quanto cacciato per aver rappresentato il Popolo.

 

Bassetti val bene una messa (sotto scorta).

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app