La sinistra impari a fare l’opposizione. E riparta dal movimento per i referendum

Le associazioni attive nella società civile possono fornire una nuova classe dirigente. Perché un partito nuovo si crea nel fuoco della lotta politica

La crisi dei partiti viene da lontano e coinvolge tutte le forze esistenti a destra e sinistra, non solo il Partito Democratico che deve fare i conti con una sconfitta epocale e ricercare un modello che si fondi su regole e garanzie per gli iscritti e favorisca la partecipazione a partire dal territorio. L’obiettivo essenziale deve consistere nella formazione di una classe dirigente caratterizzata da cultura e passione. Dopo la Resistenza i quadri emergevano dalle associazioni universitarie (basti pensare all’esperienza dell’Ugi), dalle riviste come Il Mulino, Nord e Sud, Il Ponte e Comunità, dai settimanali come Il Mondo, L’Espresso e Rinascita; un luogo di preparazione risiedeva nelle strutture dei partiti stessi e delle organizzazioni collaterali, cooperative e sindacati, un ruolo forte era rappresentato dai circoli culturali come la Casa della Cultura e il Club Turati a Milano.

 

Ora la società è cambiata profondamente con la crisi della grande fabbrica e la scomparsa della borghesia illuminata. Vi è però una presenza nuova, quella dell’associazionismo, grandi realtà del volontariato e dell’ambientalismo, movimenti dei diritti civili e reti sociali. Sarebbe ora di colmare lo iato tra il vuoto di idee e di dirigenti dei partiti e le energie diffuse ma senza riferimenti e sbocchi istituzionali.

 

Il compito richiede grande ambizione ricordando che il programma del centro sinistra fu elaborato nei convegni degli Amici del Mondo organizzati da Ernesto Rossi i cui atti - pubblicati da Laterza - conservano ancora attualità.

 

È un lavoro di costruzione di lunga lena. Senza fretta, sapendo che ci aspettano cinque anni di opposizione all’insegna dell’intransigenza gobettiana, evitando estremismi, semplificazioni, demagogia e propaganda. Un lavoro fondato sulla serietà e sul rigore per ricucire, riparare, ricostruire, senza ricorrere e dare spazio agli sfasciacarrozze. Il mestiere dell’opposizione va riappreso a cominciare dal fatto che bisogna essere presenti in Aula sempre, dall’inizio alla fine, a tutte le sedute e chi non se la sente o non è capace è meglio che lasci il campo.

 

Va ricordato che questo Parlamento, frutto di una legge truffa è illegittimo, ma questa consapevolezza non deve spingere all’Aventino ma a costruire la rivoluzione della Pallacorda.

 

Conquistare una nuova legge elettorale per le prossime elezioni è il primo compito. Pd, Verdi-Sinistra e +Europa devono essere protagonisti della costruzione di un intergruppo in Parlamento e di una Lega nel Paese per difendere la Costituzione dall’assalto della Meloni che nella legislatura appena terminata presentò ben 19 proposte di modifica costituzionale con l’attacco ai principi fondamentali; la più oscena era quella relativa alla manomissione dell’art. 27 sulla funzione rieducativa della pena.

 

Un terreno che deve vedere assieme le diverse anime del partito della democrazia e la società civile è quello di preparare una campagna di raccolta di firme per referendum sui temi scottanti di sfida della destra e per leggi di iniziativa popolare su diritti civili e sociali. Lo strumento della piattaforma per l’adesione con firma digitale ora è legge e i cittadini possono utilizzare uno strumento di democrazia partecipativa. La primavera è vicina e un partito nuovo si crea nel fuoco della lotta politica.

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