El Qaisi sarà senza passaporto almeno fino all'8 ottobre. «Siamo rasserenati ma non abbassiamo l’attenzione», chiarisce la moglie. «Importanti le mobilitazioni in Italia», aggiunge il portavoce Amnesty International

«Accogliamo con ottimismo la decisione di scarcerare Khaled, che tuttavia resta per altri sette giorni a Betlemme, a disposizione delle autorità inquirenti israeliane. Speriamo che al termine di questi sette giorni, e dopo un mese di carcere senza sapere perché, questa storia finisca presto e bene. La mobilitazione di queste settimane è stata importante nel portare attenzione sulla sua storia. Ma dobbiamo continuare a fare pressioni, perché comunque le indagini andranno avanti. Ci auguriamo che presto Khaled possa tornare in Italia». Così Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia commenta la decisione del tribunale israeliano di Rishon leZion di scarcerare Khaled El Qaisi. 

 

Lo studente di Lingue e civiltà orientali all’università La Sapienza di Roma, dove vive, era stato arrestato lo scorso 31 agosto mentre attraversava la frontiera dalla Cisgiordania alla Giordania dopo una vacanza con la moglie e il figlio di 4 anni nella sua città natale, Betlemme. Dopo un mese di detenzione per cui le autorità israeliane non hanno mai reso note le motivazioni ufficiali, domenica 1 ottobre il ventisettenne italo-palestinese è uscito di prigione. 

 

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Ma è stato «scarcerato, non liberato», chiarisce Francesca Antinucci, la moglie, durante un’intervista su Rai News. «Sono ancora in corso delle indagini e per tanto a Khaled è stato chiesto di restare a disposizione delle autorità giudiziarie. Non può lasciare il paese: c’è un divieto di espatrio fino al prossimo 8 ottobre. È stato rilasciato dietro cauzione e garanzia di una terza persona. Queste sono le notizie che abbiamo dal suo avvocato che sta seguendo il caso e dal personale del consolato di Tel Aviv, io non ho ancora avuto un contatto con lui». 

 

Come spiega Antinucci, infatti, restano ancora molti punti oscuri a definire la vicenda e il futuro di Khaled El Qaisi:  «Siamo rasserenati ma continuiamo a prestare molta attenzione: quando tornerà ad essere un uomo libero?». Attenzione che le mobilitazioni portate avanti dagli studenti de La Sapienza, dal Comitato per la liberazione di Khaled, e dal fronte della Gioventù comunista negli ultimi giorni, hanno contribuito a tenere alta. Anche sollecitando i media nazionali a ricordare che sono più di 5000 mila i prigioni politici palestinesi, 1264 i «detenuti amministrativi» in Israele. Cioè quelli che proprio come Khaled El Qaisi sono tenuti in custodia per lunghi periodi senza che ci sia stato un processo, che venga presentata alcuna accusa formale.