Economia
4 ottobre, 2023

Il caro-caffè ci costa 720 milioni in più. E sta cambiando il modo di consumarlo

L'aumento dei prezzi di energia, trasporti e materie prime influisce sulla tazzina. Intanto anche i gusti mutano e aumenta l'attenzione all'origine del prodotto e alla sostenibilità

Settimo paese al mondo per consumo di caffè con circa 95 milioni di tazzine al giorno, l’Italia è anche un importante torrefattore e, per le aziende del settore, l’ultimo anno ha visto fatturati in crescita nonostante i rincari di caffè verde, energia, gas, imballaggi, logistica. Rincari che sono finiti sul bancone del bar: secondo Assoutenti, rispetto al 2021 oggi l’espresso costa mediamente l’11,5 per cento in più ed è praticamente impossibile trovare prezzi inferiori a un euro. Complessivamente, per la pausa-caffè spendiamo 720 milioni di euro in più. 

 

«Lo scorso anno sono aumentati i costi delle materie prime, dei trasporti, dell’energia. Il caffè verde, per esempio, ha toccato livelli di prezzi mai visti: se a novembre 2020 costava 110 centesimi per libbra a settembre 2022 ha toccato i 240 centesimi. Quest’anno si è stabilizzato sui 145  ma con una continua volatilità», spiega Cristina Scocchia, amministratore delegato di illy caffè, fondata nel 1933 a Trieste e presente in oltre 140 paesi con ricavi consolidati pari a 567,7 milioni di euro (+13,6 per cento). «Questa inflazione del costo delle materie prime ha comportato una contrazione dei margini che abbiamo affrontato cercando di non scaricare il problema sul cliente finale se non in piccola parte: i prezzi sono stati ritoccati del 3 per cento nel 2022 e del 3 per cento nel 2023 a fronte di un rincaro delle materie prime pari al 17 per cento».

 

Nell’attuale contesto macroeconomico, il consumatore di caffè sta cambiando e si sta evolvendo, con un occhio alla qualità e uno alla personalizzazione: «Abbiamo notato che, per quanto la macchina da caffè tradizionale sia sempre dominante, sono sempre più numerosi i baristi che sperimentano preparazioni diverse rinfrescando metodi antichi come la French Press o il caffè orientale. C’è poi l'interesse costante verso l’origine del prodotto e le diverse tostature», sottolinea Scocchia, ricordando che illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad aver ottenuto la certificazione internazionale B Corp per gli standard di performance sociale e ambientale.

 

Cresce del 12 per cento rispetto all’anno precedente anche il fatturato di Caffè Vergnano (99,2 milioni di euro nel 2022), tra le più antiche torrefazioni del paese, le cui miscele sono molto diffuse nei bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882 sparsi per il mondo. «Nei primi sei mesi di quest’anno continua l’incremento del giro d’affari (+9 per cento) trainato soprattutto dal settore Horeca», dice l’amministratore delegato Carolina Vergnano che porta avanti la tradizione di famiglia e guarda al futuro: un nuovo magazzino a Valfenera in provincia di Torino e l’impianto di pannelli solari sul tetto di uno degli stabilimenti a Santena. L’installazione permetterà all’azienda di essere autonoma nel fabbisogno al 17-20 per cento.                                                       

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