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Da Silvio a Pier Silvio, il calcio su canali Mediaset è sparito

Dopo 1 miliardo di euro bruciati nell’avventura Premium, a Cologno Monzese si accontentano di trasmettere la Coppa Italia. Niente serie A e, dall’anno prossimo, niente più Champions in chiaro al martedì. In casa Berlusconi il football non è più di moda

Decisamente non ogni passione passa dai padri ai figli. Silvio Berlusconi aveva bisogno del calcio per diventare un leader politico. Il suo secondogenito Piersilvio ha pensato che fosse un’occasione di business tanto da creare una piattaforma sul digitale terrestre, Premium, che dal gennaio 2005 è stata il contraltare della pay satellitare Sky Italia. L’avventura è costata circa 1 miliardo di perdite e si è chiusa nell’agosto 2018, due anni e mezzo dopo la conferenza stampa nella quale il capo dei canali del Biscione aveva annunciato il superamento della quota fatidica di 2 milioni di abbonati.

 

Avanti tutta con la macchina del tempo e si arriva a lunedì 30 ottobre 2023 quando Mediaset riacquista dalla Lega di Serie A i diritti della Coppa Italia e della Supercoppa italiana per il triennio 2024-2027 con il sì plebiscitario di diciotto club su venti. Si sono astenuti soltanto il Napoli di Aurelio De Laurentiis, che punta i piedi per creare la media company della Lega, e la Fiorentina di Rocco Commisso.

 

«È un caso unico», ha commentato il capo di Mediaset dopo l’assegnazione, «e un orgoglio per un broadcaster commerciale potere offrire una grande competizione calcistica per squadre di club italiane tutta in esclusiva e senza alcun costo per i telespettatori».

 

Il prezzo? Un affarone. La Lega voleva 62 milioni di euro contro i 55 del giro precedente. Tanto per non piegarsi alla fiammata inflazionistica, ne arriveranno poco meno di 52 all’anno con un bonus da 6 milioni di euro legato ad ascolti altissimi. Secondo fonti interne alla Lega, la finale dovrebbe superare 8,5 milioni di audience. A maggio Inter-Fiorentina non ha raggiunto i 7 milioni. Per la cronaca, all’asta ha partecipato anche la Rai. L’offerta della tv di Stato sfiora il patetico: 20 milioni di euro.

 

La Coppa Italia è poco più di un contentino per compensare il tentativo di Mediaset, a dire la verità assai timido, di entrare nella trasmissione della serie A con una partita in chiaro per ogni turno. Il niet di Dazn, principale finanziatore del calcio italiano che ha ribadito la versione con sette match in esclusiva più tre in coesclusiva con Sky, ha chiuso le porte a Piersilvio.

 

In quanto alla Supercoppa italiana delocalizzata in Arabia Saudita, da quest’anno si giocherà con la nuova formula della final four anziché in finale secca. Sulla trasferta a Riad stanno sorgendo problemi di diplomazia calcistica. Gli astenuti del 30 ottobre, De Laurentiis e Commisso, hanno lasciato trapelare dubbi sulla loro partecipazione adombrando questioni geopolitiche relative allo scacchiere mediorientale. Ma le motivazioni non sono del tutto chiare.

 

È invece innegabile il disamore delle tv Fininvest per il calcio. Eppure l’anno in corso è andato bene, anche se la finale di Coppa Italia Inter-Fiorentina del 24 maggio 2023 non aveva un’attrattiva paragonabile a Inter-Juventus del 2022, vista da 8,7 milioni di spettatori.

 

Il botto stagionale è arrivato dalla Champions league. Il derby europeo in semifinale Inter-Milan ha raggiunto 8,27 milioni di telespettatori. La finale tra i nerazzurri e i vincitori del Manchester City ne ha avuti seicentomila in più.

 

È difficile che quest’anno si ripeta la manna di tre squadre italiane ai quarti di Champions. In ogni caso dal 2024-25 l’appuntamento del martedì sera su Canale 5 sarà cancellato perché Sky ha vinto l’asta Uefa dello scorso maggio. A Cologno Monzese la partita del grande calcio in chiaro sta per finire. Questa settimana è stato il turno di Cremonese-Cittadella. Senza alcun costo per i telespettatori, disse Piersilvio.

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