La deliziosa serie tv su Sky è una storia romantica condita di humor e cinismo. Che dimostra come la leggerezza non sia per forza mancanza di spessore

Datemi due amanti e vi costruirò una serie tv avrebbe detto qualcuno e la storia, come spesso accade, si ripete. In questo caso “The Lovers” è un minifilm inglese, su Sky, sei episodi di una mezzoretta da scartare come le caselle di un calendario dell’Avvento per scoprire cosa di bello si nasconde dietro ognuna. 

 

La storia è minimale e sembra vista e rivista: due persone apparentemente molto diverse si innamorano e vissero felici e contenti. Eppure a volte accade che il saper scrivere conti qualcosa. Perché serve a smussare quelle linee perfette che tratteggiano le coppie a lieto fine, e facendo sopravanzare humor e pennellate di cinismo succede che si crei qualcosa che assume uno spessore tutto suo, e se si tratta di una commedia romantica pazienza: c’è del buono persino da quelle parti. 

 

Janet è la commessa di un supermercato a Belfast, abbandonata dal marito. Il suo lutto emotivo la porta a definirsi vedova, ma quando racconta come sia scomparso si avventura in fanta-erotismi irresistibili: «Eravamo in una serata a tre quando lei ha usato un gioco per cui lui è morto soffocato», e così via. Ha i capelli legati in una codina improbabile, gli occhi spenti ed è pronta a farla finita sparandosi una fucilata. 

 

Lui invece è Seamus, fa il giornalista e guarda più al suo ego che ai telespettatori (ma ogni riferimento a persone realmente in onda è puramente casuale). E per puro caso, per destino o appunto per sceneggiatori capaci, piomba nel cortile di Janet proprio l’attimo prima che lei spinga il dito sul grilletto. 

 

Così il puzzle comincia a comporsi, il sesso avanza e accorcia le distanze tra due persone che sembrano essere agli antipodi. Ma più lei riacquista consapevolezza del mondo che la circonda più lui ridimensiona la sua vita. Il resto è storia, d’amore e d’adulterio. Che ha però un suo interesse al di là del millantato desiderio di leggerezza che viene utilizzato come unico metro di giudizio frettoloso per un successo televisivo. Come se l’assenza di peso fosse assenza di spessore. Senza considerare invece che quel che serve per far funzionare un racconto deve nascondere al suo interno un valore, da scoprire, mano a mano, da tirare fuori tra le pieghe, come il velo degli amanti di Magritte. Che lo spiegava bene a proposito del suo quadro, in cui quella coppia surreale, nel senso letterale del termine, tentava di baciarsi nonostante le teste coperte da un panno: «C’è un interesse in ciò che è nascosto e ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere le forme di un sentimento decisamente intenso tra visibile nascosto e visibile apparente.» Praticamente il segreto di una piccola serie.

 

 

DA GUARDARE 
Inutile girarci attorno: il Sanremo di Amadeus è un fenomeno, ma l’attesa spasmodica che precede di mesi il festival lo è ancora di più. Si annullano programmi concorrenti (niente “C’è Posta” su Canale 5) e numeri impressionanti per il Tg1 dell’ora di pranzo con l’annuncio dei cantanti in gara: 4.259.000 spettatori.

 

MA ANCHE NO
Il sonno della ragione genera mostri, diceva Goya che qualcosina ne capiva. Ma a vedere certi fenomeni da piccolo schermo viene da pensare che pure la tv di sonnellini se ne sia fatti parecchi. Un esempio? Joey e Rina, i ballerini a cui Real Time dedica uno speciale non si sa bene perché.

LEGGI ANCHE

L'edicola

25 aprile ora e sempre - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 18 aprile, è disponibile in edicola e in app