La statuetta come migliore attore per il personaggio dello chef Carmy è solo la consacrazione di un talento dolente e impeccabile

C’è una sottile perversione nelle movenze di Jeremy Allen White, una sorta di un’ostinatezza del dolore. Quel gesto fugace, l’attimo in cui stringendo le labbra intorno a una eterna sigaretta riesce a soffiare un mezzo sorriso, a forma di lacrima. Sarà per i personaggi dolenti che sposa, sarà invece che il suo corpo tutto si adatta inevitabilmente alle parabole discendenti. Sta di fatto che nel mondo seriale come lui nessun mai, perlomeno in tempi recenti è riuscito a raccontare con lo sguardo la fatica immane di arrivare a fine giornata. E lo dimostra il Golden Globe stretto tra le mani per “The Bear”, la serie Fx creata da Christopher Storer (disponibile su Disney +).

Il suo Carmy Berzatto, lo chef stellato diventato cuoco per l’ostinazione di tenere insieme i brandelli dei ricordi di famiglia, e rifugiandosi tra i fornelli, alla ricerca di un tesoro tra i barattoli di pomodoro, spalanca quegli occhi troppo azzurri su un mondo respingente. Dove si piange, ci si brucia, si cresce, si perde. E mentre coltello alla mano affetta sentimenti forti, rimorsi carnivori e cipolle, il sapore della sua cucina diventa contagioso, come una fame atavica di relazioni umane da saziare per andare avanti.

Figlio di attori, qualche incursione nel mondo della danza e un diploma liceale, White a 19 anni diventa Lip Gallagher della serie capolavoro “Shameless”. Lip, il genio di periferia, Lip che si perde nel South Side di Chicago tra alcol, cocaina e amicizie della porta accanto. Lip che tiene in mano un’intera famiglia sbriciolando se stesso e poi piano piano, raccoglie i frammenti della sua vita in frantumi per ritrovare uno spiraglio nell’ordinario disagio.

Dopo undici, incredibili stagioni, i Gallagher chiudono la loro epopea così dopo qualche trascurabile esperienza cinematografica e un incursione da veterano di guerra nella serie “Homecoming”, Jeremy Allen White prende per mano il suo personaggio e lo accompagna verso la strada, rigorosamente in salita, della maturità.

Così nasce il protagonista di “The Bear”, il giovane uomo che affetta verdure e pezzi del suo cuore infreddolito. E che guardando il mondo dal basso verso l’alto come Lady D, si toglie il grembiule blu, indossa un impeccabile smoking e sbanca tutto. Anche i Golden Globe.

LEGGI ANCHE

L'edicola

La Design Week milanese? Un palcoscenico per nuovi alchimisti - Lo speciale de L'Espresso è in edicola

Aziende e designer si impegnano a riformulare il Made in Italy con nuovi strumenti

Design di Luce, lo speciale de L'Espresso