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Legge sulla caccia, la proposta choc di Fratelli d'Italia: "Fucili ai 16enni"

Si estende anche la stagione venatoria e nelle aree protette e demaniali. Bonelli (Avs): "Tutto ciò serve solo a dare forza all’industria delle armi". Beretta (Opal): "La caccia è in declino. Il governo vuole nuovi adepti"

Mettere il fucile in mano a un minorenne. Punta a questo la modifica della legge sulla caccia (n.157 dal 1992) proposta in un ddl del senatore di Fratelli d'Italia, Bartolomeo Amidei. 

 

Il testo, assegnato alla commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare di Palazzo Madama, è corposo: 17 articoli, al quinto il via libera: "l'attività venatoria ai soggetti che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età purché presentino, assieme alla richiesta di autorizzazione alla pratica dell'attività venatoria, anche il consenso scritto di coloro che esercitano sul minore la responsabilità genitoriale". L'articolo 1, inoltre, vorrebbe sancire "il diritto delle regioni di dotarsi degli Istituti regionali per la fauna selvatica, coordinati nella loro attività dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)" e consentire "la possibilità di catturare e di detenere per l'utilizzo a fini di richiamo tutte le specie cacciabili e non solo le dieci (poi ridotte a sette) previste dalla legge". 

 

L'articolo 3, inoltre, riporterebbe "l'Ispra sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre l'attuale normativa lo colloca sotto la vigilanza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica". Ancora, l'articolo 4, "nel ribadire che la percentuale di territorio agro-silvo-pastorale da precludere all'attività venatoria non deve superare il 30 per cento (20 per cento in zona Alpi)", obbligherebbe "lo Stato e le regioni, nell'ambito delle rispettive competenze, tramite intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, a riperimetrare le aree protette e riportarle alla percentuale prevista dalla legge, inserendo le aree demaniali nella programmazione faunistico venatoria". E non solo. L'articolo 10 inserirebbe "il concetto di caccia per periodi e per specie, come avviene in tutta Europa, prevedendo un arco temporale massimo che va dalla prima decade di settembre alla terza decade di febbraio. L'apertura per alcune specie può essere anticipata dalle regioni alla terza decade di agosto". Verrebbero inserite poi "alcune specie (come le oche ed il piccione selvatico) nell'elenco delle specie cacciabili dal momento che la loro cacciabilità nel nostro Paese è esplicitamente consentita dall'Unione europea". 

 

«Tutto ciò serve solo a dare forza all’industria delle armi. Questa mossa non solo mette a repentaglio la vita selvatica, ma mina anche gli sforzi di conservazione degli habitat naturali». Commenta il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS, Angelo Bonelli: «È sconcertante constatare che mentre vengono tagliati fondi per settori vitali come la sanità e le pensioni, si assiste a un aumento esponenziale delle spese militari. Il bilancio del Ministero della Difesa ha sorpassato per la prima volta la soglia dei 29 miliardi di euro, registrando un aumento significativo di 1,438 miliardi di euro (+5,1% rispetto al 2023), portando l'Italia a destinare una cifra senza precedenti di circa 10 miliardi di euro alle spese in armamenti. Un governo forte con i deboli e debole con i forti, che non ha il coraggio di recuperare la ricchezza accumulata dai grandi colossi attraverso gli extraprofitti bancari ed energetici, che non è nemmeno riuscito a recuperare gli 8 miliardi di euro della tassa Draghi sugli extraprofitti energetici, non pagati e sanati da Meloni».

 

«Da decenni la caccia è in declino (1,7 milioni di cacciatori nel 1980, 610mila nel 2022) e le lobby della caccia e armieri sostenute dalle destre vogliono incentivarla con norme più blande», ha commentato Giorgio Beretta, analista dell'Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, «Tramandare le tradizioni" e fare nuovi adepti tra gli adolescenti è il loro imperativo».

 

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