Nel testo del “nuovo” Reddito di cittadinanza c’è un incentivo alle società di intermediazione. Disegnato su misura dell’Agenzia che fa capo all’Ordine dei Consulenti del lavoro. Mentre scoppia il caso della nomina di Temussi in Anpal servizi

Il comma quattro contenuto nell'articolo 10 della bozza di riforma del Reddito di Cittadinanza, la futura Mia, Misura di Inclusione Attiva, voluta dal ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone dovrebbe incentivare le agenzie per il lavoro a trovare un'occupazione ai percettori di sussidio. Dovrebbe.

 

Al contrario, le società internali, tipo Adecco, Gi Group, Manpower, Michael Page, Randstad e Umana, per citare solo le più grandi, dicono che, anche questa volta sono rimaste a bocca asciutta. Ad avvantaggiarsi sarà invece l'Agenzia per il Lavoro del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, presieduta da Vincenzo Silvestri, che è anche vicepresidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti, organismo oggi presieduto da Rosario De Luca, ovvero marito della ministra Marina Elvira Calderone. La stessa ministra, è stata storica presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, un organismo della Pubblica Amministrazione, vigilato dal ministero del Lavoro che si occupa della soluzione dei contenziosi tra dipendenti e aziende. Questo perché l'agenzia per il lavoro creata dalla Fondazione dei Consulenti per il Lavoro è appositamente studiata per l'intermediazione, la ricerca, la selezione del personale e la ricollocazione professionale. Mentre le società interinali si occupano per lo più di assumere direttamente il personale – spesso con contratto a tempo indeterminato – con formule di staff leasing e somministrazione, cioè con forme contrattuali che non vengono considerate negli incentivi per chi assume persone svantaggiate.

 

Ma andiamo con ordine. Il governo Meloni, con una norma inserita nella legge di Bilancio, ha per la prima volta offerto un incentivo economico alle società di collocamento che aiutavano un percettore di reddito di cittadinanza a trovare un'occupazione stabile. In passato era l'Anpal Servizi, l'agenzia nazionale per il Lavoro, che dipende dallo stesso ministero del Lavoro, a stabilire se e in quale misura una società di collocamento avesse diritto a un incentivo economico per aver “attivato” un percettore di reddito di cittadinanza al lavoro.

 

Mentre, con la recente legge di Bilancio, si stabilisce che se un'agenzia per il lavoro colloca un percettore di reddito di cittadinanza allora questa ha diritto a tenere per se il 20 per cento dell'esonero contributivo Inps e Inail che spetta all'azienda che assume. Ricapitolando: l'agenzia per il lavoro trova un'occupazione al percettore di reddito di cittadinanza, l'azienda che assume è esonerata dal versamento dei contributi Inps e Inail, ma deve restituire il 20 per cento di quella cifra all'agenzia interinale. In realtà, come raccontano le società di collocamento, il calcolo è così astruso e la strada per il recupero di quelle poche migliaia di euro così tortuosa, che in molte hanno lasciato perdere, tanto più che le società di collocamento offrono soluzioni di lavoro somministrato alle aziende: significa che le stesse agenzie assumono la persona – in questo caso il percettore del sussidio – a tempo indeterminato o determinato, con contratti di staff leasing o somministrazione. Tuttavia questa forma contrattuale non gode di alcuna agevolazione nella legge di Bilancio. Da tempo le agenzie interniali chiedono di essere considerate nel percorso di riqualifica e assunzione dei percettori di reddito di cittadinanza e sembrava che nel testo di Mia ci fosse qualcosa anche per loro. Invece no. 

 

Lo stesso meccanismo è stato replicato, seppur in forma diversa nella Mia: l'intero articolo 10 è dedicato agli incentivi all'assunzione, che dovrebbero essere il cuore di questa riforma, poiché prende il nome di Misura di Inclusione Attiva. Ma anche questa volta le agenzie interinali sono state tagliate fuori. Da un lato c'è un incentivo per le imprese che offrono un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato fino a 16 mila euro per dodici mesi; dall'altro c'è un contributo di 1.600 euro per le società che offrono «specifica attività di mediazione effettuata mediante l'utilizzo della piattaforma digitale per la presa in carico e la ricerca attiva». E qual è l'agenzia che si occupa esattamente di questa mediazione? Proprio l'Agenzia per il Lavoro del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro che, come dice il sito web dedicato, opera «su tutto il territorio nazionale attraverso i Consulenti del Lavoro delegati che rappresentano vere e proprie sedi operative per le attività di intermediazione, ricerca e selezione di personale, ricollocazione professionale e per la gestione delle politiche attive del lavoro. La capillarità della nostra rete, la qualità dei servizi, la completezza dell’offerta e la conoscenza delle piccole e medie imprese sono i punti di forza della Fondazione che rappresenta il raccordo naturale tra le esigenze del mondo produttivo e quelle di coloro che cercano o vogliono cambiare lavoro».

 

Per carità, non c'è alcun conflitto di interessi, perché la ministra Calderone, che ha guidato per 18 anni i Consulenti del Lavoro e ha rinunziato all'incarico all'indomani della nomina a ministro, affidando la presidenza del Consiglio Nazionale al marito De Luca, ha anche assegnato la vigilanza sullo stesso ordine al suo sottosegretario, Claudio Durigon. Dunque, non c'è alcun conflitto d'interesse, ma l'architrave è quantomeno fragile.

 

Ancora più fragile se si considera quello che sta succedendo nel processo di cambio al vertice di Anpal Servizi, cioè la società in house totalmente controllata da Anpal, che è un organismo di diritto pubblico vigilato dal ministero del Lavoro e che promuove il diritto al lavoro, alla formazione e supporta gli operatori pubblici e provati del mercato del lavoro. Il ministro Calderone, d’intesa con il ministero del Tesoro, ha da poco nominato Massimo Temussi, fino a pochi mesi fa direttore di Aspal, ovvero l'agenzia sarda per le Politiche Attive del Lavoro. Temussi, uomo di indiscussa competenza sul fronte del collocamento, è legato al ministro Calderone e consorte perché è professore e membro del comitato scientifico al master in Management dei servizi e delle politiche del lavoro della Link University, la stessa università con cui la Regione Sardegna collabora per progetti di sviluppo della promozione della cultura manageriale fin dal 2016, proprio attraverso l'agenzia sarda per il lavoro presieduta da Temussi.

 

Ora da parecchi anni la Link University ospita l'Accademia Internazionale del Lavoro, che è un progetto sostenuto proprio dalla Fondazione Studi del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla stessa Fondazione Link Campus University, con un patto di alleanza fortemente voluto da Rosario De Luca. Peraltro, per fare spazio a Temussi all'interno di Anpal Servizi è stato necessario disarcionare con due anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato Cristina Tajani che, ovviamente, non l'ha presa benissimo ed è corsa al Tar a presentare ricorso. La presidente uscente sostiene infatti «la nullità giuridica della nuova nomina perché emessa in mancanza di potere, non essendo tra le attribuzioni dei ministri in carica quella di revocare o nominare i membri del cda di Anpal Servizi spa».

 

Ma perché il ministro del Lavoro aveva tanta fretta di sostituire il presidente di Anpal Servizi? Forse perché da dicembre, a causa di alcune incongruità nella nomina dei dirigenti della Regione Sardegna, il sardo Massimo Temussi aveva dovuto rinunciare al ruolo di dirigente del Centro regionale di Programmazione. Insomma, Temussi era in cerca di un nuovo lavoro e, guarda caso, si è liberato un posto proprio in Anpal Servizi Spa dove sicuramente Temussi saprà fare benissimo nell'attivazione al lavoro di quanti da settembre perderanno il reddito di cittadinanza.

 

Aggiornamento del 17 marzo 2023
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