È proprio nella giornata mondiale nata per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte dalle donne che esplode il caso tutto interno alla destra.
Il consigliere regionale del Veneto, Joe Formaggio (Fdi) viene accusato di aver compiuto atti molesti nei confronti di una collega, la leghista Milena Cecchetto, durante una pausa all'esterno dell'aula consiliare.
L'episodio, riferiscono i quotidiani locali, sarebbe avvenuto nel pomeriggio di mercoledì a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale, nell'anti-aula, in un divanetto dove i due si sono seduti e hanno parlato per qualche momento. In quel frangente Formaggio avrebbe palpeggiato platealmente la collega. L'esponente di Fdi è noto per esternazioni e atteggiamenti provocatori, come una recente visita a una fiera di armi dove si è fatto ritrarre mentre imbracciava un mitra. «Nella mia vita, politica e personale - ha dichiarato la consigliera leghista - sono sempre stata in grado di difendermi. Conosciamo tutti il carattere esuberante di Joe Formaggio: quello che è successo oggi è però inqualificabile ed inaccettabile. Sono molto delusa e amareggiata da un comportamento del genere: essere stati colleghi da sindaci prima e oggi da consiglieri non giustifica un comportamento così aggressivo ed irruento. Ogni donna ha un proprio confine del rispetto e della sensibilità: oggi sono sconcertata perché quel limite il collega con me lo ha superato».
Da parte sua Formaggio ha sostenuto di aver «spinto giù sul divano» Cecchetto, «ma era tranquilla, ho preso il suo posto. Poi sono andato via, un bacio sulla guancia, come sempre. Manate sul sedere? Falso».
Sulla vicenda il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti ha chiesto delucidazioni ai due capigruppo, Alberto Villanova (Lega) e Enoch Soranzo (FdI).
Mercoledì il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti ha convocato l'Ufficio di presidenza «che esaminerà la vicenda». Intanto, «a titolo personale, esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla collega Cecchetto e a tutte le donne vittime di una perversa cultura anacronistica, che può esprimersi anche in atteggiamenti o attenzioni non richieste, solo in apparenza innocue, ma purtroppo ugualmente violente per chi le subisce».
Intanto arriva netta la presa di posizione delle consigliere regionali delle opposizioni: «I fatti si configurano come gravemente lesivi: chiaramente ed in primo luogo nei confronti di Milena Cecchetto. Ma, in parallelo, vanno anche a danno della credibilità e della dignità del Consiglio regionale del Veneto. Ci attendiamo le dovute verifiche e le eventuali, conseguenti azioni sanzionatorie» scrivono in una nota le dem Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis, assieme a Cristina Guarda (Verdi), Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), Erika Baldin (M5s), assieme ai colleghi Giacomo Possamai, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni (Pd) e Arturo Lorenzoni. «Esprimiamo totale vicinanza e solidarietà alla collega Milena Cecchetto, vittima di un episodio che, secondo quanto ricostruito dalla stampa, è di gravità assoluta». A commentare l’episodio all’Ansa anche il presidente del Veneto, Luca Zaia: « Esprimo vicinanza alla consigliera, che ho sentito questa mattina presto. Giunti a questo punto è bene che i fatti vengano chiariti fino in fondo, nell'interesse di tutti».
Joe Formaggio, una vita sull’onda delle polemica.
Risalgono al 2015, in qualità di sindaco di Albettone, in provincia di Vicenza, le sue controverse uscite spesso a sfondo omofobo o razzista. Quell’anno arrivò alla ribalta delle cronache nazionali per il sostegno di Graziano Stacchio, uomo che aveva sparato in una gioielleria contro un rapinatore, poi morto. Risale al 2018, la condanna a 12mila euro per alcune frasi razziste pronunciate durante la trasmissione La Zanzara. «Dimmi cosa viene a fare un immigrato ad Albettone che rischia la pelle. Lo devono capire che siamo razzisti», aveva detto. Erano seguiti altri commenti, come: «Esportiamo cervelli e importiamo n*gri, pensa dove andremo», e "facciamo il più grande allevamento d’Europa di maiali se dovesse essere che vogliono aprire una moschea ad Albettone», oltre a «i nomadi delinquono. Loro ce l’hanno nel Dna. Io ho già preparato delle delibere che prima di mandarmi qualsiasi profugo il prefetto deve dirmi come si chiama e che malattie ha avuto nella sua vita e noi ti aspettiamo col fucile in mano».
Stesso anno, stessa trasmissione radiofonica, Formaggio attaccò l'allora ministra Cecile Kyenge: «Ditemi a che cazzo serve un partito come l'Afro Italia Power della Kyenge», in Italia «non c’è razzismo, non c’è odio razziale. Una come la Kyenge è stata persino ministro e ha preso 80mila preferenze alle europee». Anzi, «siamo anche troppo democratici, consentiamo tutto. Casomai c'è razzismo al contrario contro gli italiani». Se si continua «con queste puttanate», aveva detto, «qualcuno farà il partito dei bianchi, il White Power». Convinto che il partito fascista non avrebbe dovuto essere cancellato: «Una puttanata che abbiano vietato il Partito nazionale fascista, non dovrebbe essere al bando. Io al ristorante ho un bel busto di mezzo metro di Mussolini. Me l'hanno regalato e lo tengo lì. La maggior parte della gente che viene al mio ristorante si fa un selfie con la testa di Mussolini. Sono tutti deficienti allora?». Formaggio è anche un sostenitore appassionato di Vladimir Putin, presidente della Russia, «un bel figo» che avrebbe visto bene «come podestà d'Italia».