Un evento di due giorni sulla gravidanza patrocinata dalla Regione insieme ai gruppi antiscelta. Ai partecipanti, il contributo per l’aggiornamento professionale. Si accende la protesta. Non Una Di Meno: “Il 6 maggio saremo in piazza ad Ancona”

Esperti di politica agraria, grafologi, promotrici del Family Day, sostenitori della cultura “donne angeli del focolare” e ostetriche “poetesse” saranno protagonisti della due giorni organizzata occasione della giornata della salute della donna, da gruppi antiabortisti con tanto di patrocinio regionale. Succede nelle Marche, laboratorio politico della destra al Governo fondato su uscite nostalgiche che rispolverano i termini del Ventennio e politiche razziste. Regione dove l’aborto farmacologico è nei fatti vietato. Tra gli organizzatori “Pro-Vita e Famiglia”, la onlus anti-diritti, il Centro di Aiuto alla Vita di Loreto e la Federazione Consultori Familiari di Ispirazione Cristiana Regione Marche che con il sostegno della regione realizzeranno nel fine settimana “Maternità in-attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza".

L’evento, come scrivono gli organizzatori, oltre a essere celebrativo in occasione della ottava Giornata Nazionale della Salute della Donna avrà anche uno scopo “formativo”. Patrocinato infatti dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche e dagli ordini marchigiani di infermieri, farmacisti, medici, ostetriche, psicologi, porterà all’acquisizione dei crediti utili per l’aggiornamento professionale previsto per le professioni mediche e sanitarie. 

 

A leggere i relatori, il colpo d’occhio è quello di una manifestazione antiabortista. Maria Rachele Ruiu, fondatrice della Manif Pour Tous Italia, promotrice del Family Day e poi attivista di ProVita & Famiglia, candidata alle nazionali (non eletta) con Fratelli d'Italia. Vittoria Criscuolo, presentata come: moglie e madre, docente di Latino e Greco al Liceo Classico, Presidente del Movimento per la Vita di Varese, insegnante del metodo Billings, volontaria dell’associazione Difendere la vita con Maria. Susanna Primavera, membro del direttivo del Movimento per la Vita di Varese, con una lunga esperienza nel volontariato a scuola e in ospedale; è grafologa e svolge perizie in tribunale, consulenze in campo grafologico e psicologico nelle scuole e nelle aziende. E anche Carla Mangano nel ruolo di “poetessa” e autrice insieme a all’ostetrica Aurelia Serra di un libro sulla bellezza della maternità. Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia. Benedetto Rocchi, professore associato di Economia e politica agraria che da anni collabora con Pro Vita che nel 2021 apporto sui costi dell'applicazione della legge 194 commissionato dagli antiabortisti di Pro Vita e Famiglia.

Non mancano i rappresentanti delle istituzioni locali. Spiccano i nomi di Filippo Saltamartini, l’assessore alla sanità che già in passato aveva fatto professione di antiabortismo, citando la teoria ‘heartbeat’, ovvero quella dottrina pseudoscientifica secondo la quale l’interruzione volontaria di gravidanza non può essere effettuata dopo le prime 6 settimane, ovvero fino a quando non sia riscontrata attività cardiaca nell’embrione, nonostante il processo di formazione della struttura cardiaca vera e propria nel neonato sia individuabile attorno alla ventesima settimana. La stessa teoria usata in Texas dove l’aborto è vietato. 

Ma anche la presidente della Commissione regionale delle Marche per le Pari Opportunità Maria Lina Vitturini, nota alle cronache per un post in cui spiegava il senso della sua nomina «le ore della giornata sono quelle e bisogna farci entrare tutto» quindi le Pari Opportunità servono alle donne per dar loro il tempo di occuparsi anche «della casa e la famiglia, della cucina, dei lavori di cura in generale pensando ai figli e gli anziani, questo è il concetto di conciliazione casa lavoro».

Il primo incontro si terrà venerdì a Macerata dove il vescovo don Andrea Leonesi, durante un’omelia aveva messo a confronto l'aborto e la pedofilia: il primo è "il più grave degli scempi", la seconda "non voglio dire che non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?". Presente anche il sindaco Moreno Pieroni.

 

Sui social l’evento rimbalza e monta la legittima protesta: «Non possiamo tollerare che in una regione come le Marche, in cui l’accesso all’aborto è diventato una vera e propria corsa ad ostacoli, con i tassi di obiezione di coscienza tra i più alti in Italia, venga dato il patrocinio della Regione ad eventi promossi da realtà dichiaratamente anti-scelta», spiega a L’Espresso Federica di Martino psicologa, femminista intersezionale, creatrice del progetto "Ivg, ho abortito e sto benissimo" «Gli ordini professionali, afferenti a professioni mediche e sanitarie, dovrebbero favorire una formazione che vada in direzione del garantire la libertà di autodeterminazione delle libere soggettività, invece di sostenere, anche attraverso il rilascio di crediti formativi, eventi di questo tipo. Per questo, e per molto altro, il 6 maggio saremo nelle strade e nelle piazze di Ancona con Non una di meno per ribadire, ancora una volta, che le scelte sui nostri corpi riguardano soltanto noi e che lo Stato e le Istituzioni dovrebbero garantire i nostri diritti autodeterminativi, invece che ostacolarli».