Italian Job
Alla Italtrans di Calcio i facchini sono pagati a peso: costretti a spostare cinque pacchi al minuto
Lo stabilimento di Bergamo risponde alla richiesta di un premio di risultato proponendo di movimentare 30 tonnellate in un turno di otto ore. La denuncia dei sindacati: «Così si spaccano la schiena»
Volete guadagnare un po’ di più per far fronte all’aumento del costo della vita? Allora movimentate tra i 4 e i 5 colli al minuto, «quindi 165 l’ora perché il tempo effettivo è di 45 minuti». E si aggiunga che «questi pacchi pesano tra i 10 e i 18 chili l’uno. In 8 ore, a ogni lavoratore toccherebbe spostare dalle 25 alle 30 tonnellate».
La denuncia è dell’Usb, l’Unione sindacale di base e a raccontarci di queste richieste da guinness del culturismo è il suo dirigente Roberto Montanari, che segue da vicino le vicende dello stabilimento Italtrans di Calcio, in provincia di Bergamo. Uno degli hub più importanti della logistica alimentare del Nord. Vi lavorano centinaia di facchini, in buona parte giovani immigrati, assunti da alcune cooperative. «Avevamo chiesto, per questi ultimi, un premio di risultato, rivolgendoci a un loro consorzio esterno appaltatore di servizi: buoni pasto e un passaggio di livello per mitigare il rincaro di bollette e carrelli della spesa. Hanno replicato in questa maniera. Ma così si spaccano la schiena».
Secondo uno studio della rete Iside, infatti, già a un ritmo di 80 colli orari il rischio di danni muscolo-scheletrici sarebbe molto elevato. «Questo tipo di performance, a cottimo, ci è stato ventilato pure da altri appaltatori e fornitori nella sua orbita», aggiunge Montanari.
Abbiamo contattato la Italtrans senza ottenere risposta. Colosso bergamasco dei trasporti, con una ventina di poli logistici in mezza Italia, tra i suoi clienti figurano note aziende della grande distribuzione organizzata e del food and beverage. Non è un caso che la manifestazione nazionale Usb del 1° Maggio si svolga proprio a Bergamo. Qui la battaglia si trascina da mesi: scioperi, cortei, scontri. Il sindacato parla inoltre di demansionamenti e discriminazioni per i suoi iscritti. Nei giorni scorsi è stato licenziato un loro delegato per infrazioni disciplinari. Si chiama Kazimi, ha trent’anni, viene dall’inferno dell’Afghanistan e riceveva da un anno la busta paga «da una srl consociata». Il 22 marzo aveva invitato i partecipanti al gruppo WhatsApp “Calcio (Italtrans)” a «non fare tanti colli». Nello stesso periodo lo osserviamo in un video di mobilitazione dell’Usb di fronte al suo stabilimento. «Riuscivo, nonostante tutto, a mandare 4-500 euro al mese alla mia famiglia rimasta laggiù» ci confida. È anche grazie a questi facchini anonimi ed esternalizzati che abbiamo sempre trovato carne, frutta e verdura fresca durante il lockdown.