Dal voto non escono risultati clamorosi: la partita si giocherà al secondo turno tra Ancona, Siena, Pisa e Vicenza. Ma il flop dei Cinque stelle mostra che una vera alleanza anti-destra non c’è

Ballottaggi aperti, tutti contendibili. Nessuna grossa sorpresa nelle città: il centrodestra arriva primo in quattro capoluoghi ma di fatto si riprende solo Latina, dove per eccezione governava il centrosinistra di Coletta (Imperia ha riconfermato Claudio Scajola, che nel 2018 si era presentato come civico). Il centrosinistra conferma Teramo e soprattutto Brescia, il suo test più importante. Complessivamente poco di nuovo sul fronte occidentale: nel primo turno le amministrative di domenica e lunedì rispecchiano il trend nazionale; sarà il secondo, con 7 capoluoghi al ballottaggio, a dare il segno complessivo.

 

Nel centrodestra lo spoglio dei voti di lista sta confermando il trend che si era già visto alle precedenti elezioni, politiche comprese: il travaso di voti da Lega a Fratelli d’Italia, che dal 2021 cresce in tutti i capoluoghi, a partire da Ancona che è una delle città più contesa. Emblematici i casi di Pisa e Terni, spiega Youtrend: nel 2018 la Lega fece ottimi risultati, strappando l’elettorato al centrosinistra, adesso quella situazione è volta tutta a vantaggio dei Fratelli; la Lega infatti è passata rispettivamente dal 24,7 al 10,3, e dal 29,1 al 4,3, mentre adesso la prima lista è Fdi con 18 e 18 per cento.

 

In realtà il voto misura il clima del centrosinistra, dove si verificano almeno in parte i primi effetti dell’elezione di Elly Schlein alla guida del Pd. Il principale segnale in questo senso è l’ottimo risultato di Brescia, città del nord produttivo e del Pd di matrice cattolica. Qui è nato nel 1994 il centrosinistra classico, l’alleanza tra sinistra e cattolici, con la candidatura di Mino Martinazzoli, ex segretario del Ppi, appoggiato dal Pds. Qui poteva manifestarsi un segno di allergia dei cattolici verso la segretaria dem e invece, oltre alla vittoria della coalizione con Laura Castelletti al 54,8 per cento, il Pd è il primo partito con 26,6 per cento, dieci punti in più di Fratelli d’Italia. È un inizio: i dem, che arrivano primi in 13 città, per il secondo turno dovranno provare a difendere Ancona, fino a ieri considerata un modello per il centrosinistra ma dove adesso per il ballottaggio è in vantaggio il centrodestra con Silvetti al 45 per cento, e a conquistare almeno una città tra Siena, Pisa, le roccaforti toscane perse nel 2018, e soprattutto Vicenza - città uscente del centrodestra ma dove invece la coalizione di centrosinistra con Possamai è in vantaggio.

 

Sempre a Brescia e il Movimento Cinque stelle è all’1,4 per cento, e anche questo in qualche modo è un trend nazionale. Sono infatti soltanto due i capoluoghi dove il Movimento supera il 5 per cento e 5 quelli in cui supera il 3 per cento. È vero che il Movimento non è mai andato bene alle amministrative, ma non si ricorda un risultato così magro. Che spiega l’attivismo forsennato di Giuseppe Conte nell’ultima settimana. E che restituisce al centrosinistra il suo problema di fondo: una coalizione anti-destra ancora non c’è.