Le opposizioni escono dall’Aula per protestare contro la deputata di Fratelli d’Italia, contro il cui nome si erano sollevate diverse associazioni. A pesare i presunti legami con l'ex terrorista nero Luigi Ciavardini, oggi parte di una onlus che si occupa di reinserimento di detenuti

Quando tutto è finito, e la maggioranza ha votato per lei, quando ha vinto la Presidenza dell’antimafia con 29 voti, Chiara Colosimo, deputata di Fratelli d’Italia, commenta l'appello che i familiari delle vittime di mafia e terrorismo rivolsero alle forze politiche a non votare per lei alla presidenza della Bicamerale d'inchiesta: «Nella mia vita hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che ho condotto sin qui. Con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui. Questa è casa loro, possono venire qui quando vogliono e indicare loro le priorità».

 

Nella lettera le associazioni delle vittime delle mafie dichiaravano una dura contrarietà a Colosimo all’antimafia: «Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte a questa prospettiva. Grazie alla trasmissione “Report” sono ormai pubblici i rapporti tra la suddetta deputata di Fratelli d’Italia e il terrorista dell’eversione di destra Luigi Ciavardini», ex Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari), condannato definitivamente per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato (che aveva preso in mano le indagini del collega Vittorio Occorsio – assassinato dal terrorista neofascista Pierluigi Concutelli – sui legami tra destra eversiva, P2 e apparati dello Stato)».

 

Appello rimasto inascoltato. Con 29 voti Colosimo conquista la Commissione parlamentare antimafia, composta da 50 membri. Alla votazione erano presenti e hanno partecipato 34 parlamentari, nessuno si è astenuto. Pd, M5S e Avs sono usciti dall’aula in polemica con l’indicazione del nome scelto. Non ha fatto lo stesso Italia Viva: «Ci siamo distinti, non abbiamo lasciato l'aula perché le battaglie vanno fatte a viso aperto. Chi è uscito ha fatto accordi sui vicepresidenti» ha commentato a margine dell’Aula la senatrice renziana Raffaela Paita.

 

La stessa Colosimo ha partecipato allo spoglio per poi prendere le redini per l’elezione dei vicepresidenti, quando i parlamentari di Pd e M5s sono comunque rientrati per votare. Eletti Mauro D’attis di Forza Italia e Federico Cafiero De Raho del Movimento 5 stelle, rispettivamente con 29 e 13 voti. Quattro le schede bianche.

 

Segretari Anthony Barbagallo del Pd (13 voti) e Antonio Iannone di Fratelli d’Italia (30), il partito di Meloni è tornato a prendersi la sua maggioranza, nulla ai renziani che si sono “contati” insieme ai parlamentari di De Luca. Votanti 47.

 

Ma le polemiche non si placano ed è l’associazione Libera a con una nota a tenere alta l’attenzione: «Siamo contrariati per una nomina del nuovo presidente della Commissione Antimafia sul quale si profilano ambiguità e ombre capaci di minare la credibilità e la fiducia assoluta di cui deve godere. La vera lotta non ha bisogno di compromessi o patteggiamenti politici ma di scelte chiare, coerenti, credibili e radicali contro la corruzione, le forme di illegalità e le mafie per leggere ciò che sta avvenendo sui territori e avanzi accanto alla denuncia delle proposte utili a liberare il Paese dalla morsa degli interessi criminali e dalle troppe connivenze di cui godono. Nel Paese non ci saranno più zone grigie quando tra il lecito e l'illecito non ci saranno più  scorciatoie e vie di mezzo, ossia quando l'etica tornerà a essere il movente principale della politica e della società nel suo insieme».


«Un brutto, bruttissimo segno» è il commento dei parenti della strage del 2 agosto 1980 che attaccano frontalmente l'approdo di Chiara Colosimo: «Una occasione persa... Assolutamente incredibile: ma come si fa- si domanda Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione che riunisce i parenti degli 85 morti e 200 feriti causati dalla bomba alla stazione di Bologna- e per di più in un giorno come quello di oggi, l'anniversario della strage di Capaci? Eleggere oggi alla presidenza di una commissione così importante chi ha avuto frequentazioni con Ciavardini  è per noi una cosa di una gravità assoluta». «Avevamo preso posizione nei giorni scorsi, avevamo fatto capire quanto fosse inopportuna per noi quella scelta" sperando in un ripensamento. Invece, uno dopo l'altro si susseguono fatti negativi, si moltiplicano bruttissimi segnali. Spero proprio che Colosimo non venga a Bologna il prossimo 2 agosto», ammonisce.

 

Colasimo non si scompone: «Non ho amicizie. Ho espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale, ciò che mi era concesso e ciò che era dovuto: incontrare anche persone che sono state o sono detenute. Conosco Ciavardini come moltissimi altri eletti di altra appartenenza politica perché è in un'associazione che si occupa del reinserimento dei detenuti». 

 

In Alleanza Nazionale prima e in Fratelli d'Italia, poi, Colosimo ha percorso l'intero cursus dell'amministrazione pubblica: dal Consiglio comunale di Roma, dove è approdata durante la giunta Alemanno, al Consiglio regionale del Lazio, fino al Parlamento.

 

La vicinanza con con l'ex Nar era stata denunciata dalle opposizioni anche sulla base di una inchiesta giornalistica di Report e sulla quale torna oggi il capogruppo Pd in Commissione Antimafia, Walter Verini. L'elezione di Chiara Colosimo, per il senatore dem, «rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo Paese non meritavano». Per Verini, i partiti della maggioranza «hanno dimostrato sordità e chiusura» alle richieste delle opposizioni.

 

Intanto nei corridoi si pensa al dopo, chiusa la presidenza di questa bicamerale, vinta da Fratelli d’Italia, ci sarebbero trattative in corso tra maggioranza e una parte dell’opposizione continuano: per gli Affari regionali, per il Federalismo fiscale, per Schengen e per il Femminicidio.