«Come per la legge sulla parità salariale, approvata nella scorsa legislatura, anche stavolta possiamo fare da apripista a livello nazionale sulle politiche per le pari opportunità», scrive Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd del Lazio, che ha depositato una proposta di legge per introdurre un congedo che permetta a chi ha le mestruazioni di assentarsi dalla scuola e dal lavoro «visto che i disagi legati alla dismenorrea, il termine che identifica la sofferenza causata dalle mestruazioni, sono una condizione diffusa, spesso con un impatto negativo tale da interferire sulle attività quotidiane». E che in altri paesi d’Europa e del mondo il congedo è già realtà.
Come Cina, Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Vietnam e la Spagna, il primo Stato occidentale a introdurre un permesso di tre giorni, sovvenzionato, per chi soffre di dismenorrea. Una tutela dei diritti sessuali e riproduttivi che anche alcune scuole italiane hanno già decido di garantire: il primo è stato il Liceo artistico Nevi-Severini di Ravenna, dove chi soffre a causa delle mestruazioni si può assentare in modo del tutto giustificato per un massimo di due giorni al mese. Hanno seguito l’iniziativa molti altri istituti in Italia, anche grazie a una battaglia portata avanti dagli studenti, soprattutto dal sindacato Rete degli studenti medi.
Il congedo mestruale era già stato anche inserito all’interno di una proposta dei legge di febbraio 2023 firmata dalla deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra. Composta da tre articoli, prevede la possibilità per chi presenta un certificato medico di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese, senza che i giorni di riposo costituiscano un problema in sede di scrutinio. E dal lavoro: le dipendenti con qualsiasi tipo di contratto che soffrono di dolori causati dal ciclo mestruale avranno la possibilità di stare a casa due giorni al mese e riceveranno la retribuzione al 100 per cento. Il terzo articolo tratta la possibilità di accedere alla contraccezione gratuita in farmacia con la ricetta.
Lo scorso 12 giugno anche nel Lazio è stata presentata una proposta di legge «per introdurre un congedo mestruale che permetta alle donne di assentarsi dalla scuola e dal lavoro e rimanere a casa nei giorni di picco del ciclo», sottolinea Mattia: «Gli strumenti previsti per favorire l’adozione del congedo mestruale per studentesse e lavoratrici vanno dalla promozione di intese tra la Regione Lazio e le scuole, istituzioni formative, università e imprese alla concessione di contributi per campagne informative con il supporto di Asl ed enti del terzo settore».