La brochure che celebra un anno di governo dedica qualche riga anche al servizio pubblico. Che ora è "finalmente diventato pluralista" e non è più "fazioso" e neanche "occupato militarmente"

Forse non tutti se ne saranno accorti, ma il servizio pubblico è stato appena liberato. E di questo bisogna ringraziare Fratelli d’Italia. Come si legge nella imperdibile brochure che celebra il primo anno di governo  e che a breve verrà distribuita nelle italiche piazze. Trentadue pagine, da sfogliare in velocità per arrivare al capolavoro sulla Rai, anzi sulla “Nuova Rai”, che merita di essere analizzato punto per punto, come le terzine dantesche con le note a pié di pagina.

 

Finalmente un nuovo corso per la Rai, liberata da anni di lottizzazione e occupazione da parte della sinistra”. Ovvero. Se ne sono andati i barbari lasciando le macerie fumanti. È quindi giunto il momento di far pulizia e cacciare i partiti dal servizio pubblico, lasciando solo Fratelli d’Italia che così i ragionamenti vengono più facili.

 

Il documento di FdI

 

Restituiti pluralismo, dignità, programmazione e prospettive. Qui la faccenda un tantino si complica. Perché guardando dunque ai palinsesti precedenti neanche fossero governi, si racconta di una Rai sino a ieri parziale e indegna, incapace di programmare e soprattutto di guardare avanti. Ora invece avendo accompagnato con eleganza alla porta Fabio Fazio, cancellato Roberto Saviano, pensionato Maurizio Mannoni e applaudito lo sbarco in altri lidi di Bianca Berlinguer che quel nome meno risuonava nei corridoi e meglio era, possono vantare una prospettiva illuminata che si può riassumere nel debutto lunedì di Pino Insegno in un giochino preserale, una mescolata casuale delle facce a disposizione e una sfilza di ascolti traballanti salvati in corner solo dalle repliche di Montalbano, giovane o vecchio che sia.

 

D’altronde come si legge La Rai è la più grande industria culturale italiana, fondamentale per la nostra Nazione. Grazie a Fratelli d’Italia, l’azienda del servizio pubblico torna a puntare sul merito, sulla professionalità e sulla competenza. Ed è presumibile che tutti gli incompetenti che hanno dato sfogo alla loro insipienza negli anni passati non la prenderanno benissimo.

 

Ma l’ossessione per le barricate continua nelle ultime illuminanti righe. Dopo anni di immobilismo e di occupazione militare da parte della sinistra, si sono finalmente restituiti alla Rai pluralismo, dignità, programmazione e prospettive di crescita e sviluppo. I cittadini potranno fruire di un servizio pubblico non più fazioso, in grado di garantire il confronto tra visioni e sensibilità differenti. Il libero confronto tra idee diverse è fonte di ricchezza per tutti.


Con queste poche righe si capisce meglio quanto accaduto nella trasmissione di Foa su Radio Uno. Il quale è piombato in onda per festeggiare la fine dell’occupazione di Luca Bottura e Marianna Aprile che a questo punto immaginiamo tutti andassero in onda in tuta mimetica, ha  invitato a esprimersi liberamente il portabandiera dei no vax. Ma solo per amor di ricchezza, perché il cittadino pubblico impoverito dalla faziosità (e qui l’assonanza è solo casuale, forse) aveva bisogno di impreziosire il suo immaginario limitato. Ma per par condicio ideologica è stato invitato anche il professor Massimo Galli. Il quale ha così commentato su Twitter la sua partecipazione a “Giù la maschera”: «Considero, per quanto mi riguarda che si sia trattato di un'ignobile trappola, in cui sono stato usato per 'giustificare' lo spazio dato al no vax. Trattandosi di Radio 1, il servizio pubblico, sono stato meno prudente di quanto sarebbe stato necessario». 

 

Massimiliano Galli

 

Insomma, parafrasando l'ormai stucchevole refrain, si potrebbe così riassumere il senso dei Fratelli per il servizio pubblico: mi chiamo Rai, sono dignitosa, sono libera, sono professionale. Ma soprattutto oggettiva.