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«Il governo chiarisca sulle armi vendute all'Ucraina»: l'inchiesta dell'Espresso finisce in Parlamento
I deputati dei Cinque Stelle, con una interrogazione a risposta immediata in assemblea, chiedono chiarimenti al ministro Crosetto sulle commesse autorizzate verso Kiev. Secondo le norme in vigore, è possibile soltanto la cessione, non la vendita. E il Parlamento è stato tenuto all'oscuro
Lo scorso anno le aziende italiane hanno venduto materiale bellico all’Ucraina per oltre 417 milioni di euro. Questa notizia rivelata dall’Espresso e sconosciuta al Parlamento ha ispirato una interrogazione al ministro Guido Crosetto (Difesa) del gruppo dei Cinque Stelle alla Camera.
I deputati pentastellati chiedono al ministro, questo pomeriggio presente in aula, di spiegare in che modo il governo ha autorizzato le vendite senza una norma apposita (ne esiste una per la cessione a titolo gratuito) e soprattutto senza informare le Camere. «Come noto l'articolo 2-bis del decreto-legge n. 14 del 2022 – si legge nel documento presentato dai Cinque Stelle – ha autorizzato, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, in deroga alla legge 9 luglio 1990, n. 185, e agli articoli 310 e 311 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 e alle connesse disposizioni attuative, che disciplinano la cessione di materiali di armamento e di materiali non di armamento; tale disposizione è stata prorogata già ben due volte dal governo confermando interventi a sostegno dell’Ucraina cristallizzati in continui invii di armi nella totale assenza di interventi diplomatici volti al raggiungimento di una soluzione di pace; il citato articolo 2-bis rappresenta la base giuridica necessaria all’autorizzazione di cessioni di armamenti alle autorità ucraine, vietata ai sensi della legge 185 del 1990 che non permette di esportare e transitare materiali di armamento verso Paesi in stato di conflitto e, dunque, la vendita».
I Cinque Stelle si rivolgono a Crosetto anche per ottenere chiarimenti sulla tipologia di armamenti venduti a Kiev. Come ricostruito dall’Espresso, le maggiori commesse riguardano la multinazionale tedesca Rheinmetall che, assieme alle sue società controllate, produce sistemi di difesa, proiettili di artiglieria, bombe pesanti per l’aviazione. Le «esportazioni definitive» in Ucraina, legate alle autorizzate per 417 milioni di euro che in buona parte ha finanziato la Germania, sono ad appannaggio di Rheinmetall per 107 milioni; di Meccanica per l’Elettronica specializzata in munizioni controcarro per 41 milioni; di Leonardo per 19 milioni; di Rwm Italia per 3,8 milioni (gruppo Rheinmetall) con incrementi previsti nel 2024.