Il nuovo numero
Perché dicono basta: L’Espresso in edicola
Il diritto dei giovani alla loro politica. La posta in gioco alle elezioni Europee. L’escalation tra Russia e Occidente. Il dominio del dollaro che fa soffrire l’euro. L’anatomia di Alessandro Michele. E come sempre molto altro
Dalle università di tutto il mondo gli studenti chiedono di fermare la guerra in Medio Oriente. Ma rimediano accuse di antisemitismo, botte e arresti: osteggiati dai governi, ignorati dai partiti, rivendicano soltanto il diritto alla loro politica. «Credo che le manifestazioni nei campus americani possano essere l’inizio di un risveglio globale sulla questione israelo-palestinese e sono comunque il sintomo di una consapevolezza maggiore e di un interesse più forte da parte dell’Occidente riguardo al conflitto in Medio Oriente», spiega Lorenzo, uno degli studenti del Liceo Augusto con cui Paolo Di Paolo parla nell’articolo di copertina de L’Espresso di questa settimana.
«Il nostro movimento è composto dagli stessi giovani che sono scesi in piazza nei Fridays for Future per chiedere giustizia climatica, che hanno protestato contro il regime iraniano e in favore dei diritti delle donne… Noi siamo gli stessi che vanno al Pride e che combattono tutte le discriminazioni, che credono nei valori di uguaglianza e libertà europei», aggiunge Ismail El Gataa di SciencesPo, nell’articolo in cui Evelina Santangelo racconta gli studenti che protestano con gli ebrei.
Scuola, università, sindacato, sono i tre luoghi a cui occorre guardare, se si vuole trovare la speranza nei tempi bui che corrono: «Sono tre realtà spesso malviste, afflitte da problemi gravi, ma importantissime. Perché qui la coscienza è sempre viva, perché qui si svolge la vita vera», spiega Luciano Canfora nel colloquio con Anna Dichiarante. Mentre nell’editoriale il direttore Enrico Bellavia ricorda la strage dei morti sul lavoro «che non conosce percentuali in negativo. Lungo la scia di affidamenti, forniture di manodopera, appalti e subappalti che ovunque parcellizzano sia la catena delle responsabilità sia quella della prevenzione, in un Paese perennemente inceppato nel sistema dei controlli».
Che cosa c’è in gioco a Strasburgo
«È mentre 400 milioni di cittadini europei si avvicinano al voto per rinnovare l’Eurocamera che l’Europa sparisce», spiega Simone Alliva nell’articolo che apre la Politica, in vista delle elezioni europee: la prossima legislatura sarà decisiva su molti fronti: ambiente, diritti, difesa. E la possibile avanzata della destra può bloccare tutto.
Occidente e Russia in escalation
Kiev ha bisogno di aiuti, l’avanzata del nemico è sempre più pressante e il tempo stinge. E gli annunci di Parigi e Londra ricevono da Mosca risposte minacciose. Ne scrive Sabato Angieri nell’articolo che apre gli Esteri del nostro settimanale.
Quanto soffre l’euro sotto il dominio del sovrano dollaro
La valuta Usa guadagna spazio negli scambi e nelle riserve globali, non si vede il declino annunciato. E la moneta europea perde terreno rispetto agli anni scorsi, mentre crescono le asiatiche: «Altro che “de-dollarizzazione” dell’economia mondiale, come annunciano un giorno sì e l’altro pure i leader di mezzo mondo. Semmai il fenomeno del momento è la “de-eurizzazione”», chiarisce Eugenio Occorsio nell’articolo che apre la sezione di Economia.
Alessandro Michele, anatomia di una star
Profeta dei fashionisti globali, lo stilista ha conquistato tutti con un’estetica di pura eccentricità: dagli eccessi in Gucci al silenzio, dalla direzione creativa di Valentino a un libro sul sacro delle forme col filosofo Emanuele Coccia. Ascesa, caduta e rinascita di un idolo molto pagano. Ne scrive Valeria Palermi per aprire la Cultura de L’Espresso.
E poi “Vota Giorgia e Basta” di Susanna Turco, “Il filo spinato che lacera la Georgia” di Luna De Bartolo e “La bellezza? Una grande illusione”, il colloquio di Emanuele Coen con Laetitia Casta. E come sempre molto altro: approfondimenti, inchieste, rubriche, sguardi critici e punti di vista sulla realtà vi aspettano in edicola e online.