La campagna delle Europee si gioca tutto sulle distinzioni. Nei giorni scorsi la Lega ha proposto l'abrogazione dell'obbligo di esposizione della bandiera dell'Unione Europea mentre Fdi ha presentato una proposta per salvaguardarla. Un gioco per differenziarsi agli occhi dell'elettorato

La destra al Governo continua, occhi puntati sulle Europee, a dividersi e a distinguersi. Scopo: segnalare la propria superiore statura, il proprio angolo eccentrico nella stessa metà campo. Una gara in purezza. 

 

Nei giorni scorsi il leghista Claudio Borghi ha proposto l'abrogazione della legge che ha introdotto l'obbligo di esposizione della bandiera dell'Unione Europea fuori e dentro gli edifici pubblici. Quasi in contemporanea Fratelli d'Italia ha presentato una proposta di legge per salvaguardare il decoro nell'esposizione delle bandiere (dell'Unione Europea e dell'Italia), a firma del deputato Marco Padovani con il sostegno di una ventina di esponenti del partito di Giorgia Meloni, tra cui il presidente della Commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone.

 

Oggi in pompa magna arriva il vice premier Matteo Salvini che annuncia di aver presentato alla Camera la proposta di legge della Lega per la reintroduzione della leva obbligatoria: «È una forma di educazione civica al servizio della comunità, di disciplina, di attenzione al prossimo e rispetto per se stessi e per gli altri che potrà avere effetti molto positivi». Prediche inutili quelle del ministro della Difesa Guido Crosetto, che sull'idea circolata a inizio mese aveva commentato secco: «Le forze armate hanno bisogno di professionalità, non è un luogo dove insegnare o educare i giovani». Contrario anche  il presidente del Senato Ignazio La Russa che in passato aveva proposto un periodo di 40 giorni volontario come ricorda lui stesso: «Non vorrei fosse un obbligo per chi non sente quel desiderio. Di fatto io ho sempre proposto chi vuole può stare 40 giorni e respirare il clima e i valori delle forze armate per un periodo breve ma formativo. Non si è realizzata anche perché ha un costo, però credo sarebbe bello anche per avere una sorta di riserva militare, che speriamo non serva mai, ma è bene avere».

Ma Salvini tira dritto ed ecco il testo depositato a Montecitorio dal titolo "Istituzione del servizio militare e civile universale territoriale e delega al Governo per la sua disciplina". Annunciato dal deputato Eugenio Zoffili, prevede una leva di sei mesi per ragazzi e ragazze tra i 18 e i 26 anni, su base regionale e con la possibilità di scegliere tra il servizio civile o militare. «I partecipanti al servizio civile si occuperanno della tutela del patrimonio culturale e naturale, di soccorso pubblico e Protezione civile - spiega Zoffili, contattato da LaPresse - I nostri ragazzi potranno inoltre optare per un’impiego e una formazione nell’ambito militare». «La Lega - aggiunge - anche attraverso questa proposta, guarda al futuro e al bene dei giovani e dell’Italia, con semplice e concreto buonsenso».  

 

"Semplice" e "concreto" ma non per gli alleati: il vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani la stronca con poche parole: «Non credo che si possa reintrodurre, costerebbe talmente tanto. Con il sistema che abbiamo noi sarebbe troppo costoso».

 

Con due forze alleate all'opposizione, la proposta sembra morta sul nascere. Ma non importa. Occupare la scena, anche solo per un giorno, è quello che conta. Parlare, discutere esattamente come se contasse qualcosa. Il segnale per il centro destra di una campagna elettorale fluida, in linea con lo spirito del tempo: chi si batte per la tutela della bandiera dell'Ue e chi per la rimozione, chi è dalla parte degli ucraini e chi amico dei russi, chi per l'obbligo del servizio militare e chi il suo contrario. Da qui al 9 giugno continua il valzer degli alleati fratricidi, pronti a tornare a tornare a cena nel post europee, se c’è un posto a tavola, e tornare a far finta di niente.