Il caso
La figuraccia europea di Roberto Vannacci è servita: anche l'estrema destra lo boccia
Il gruppo dei Patrioti conferma di non volere il generale come suo vicepresidente. Lui intanto continua a provocare sui social. Ma per la Lega di Salvini è un disastro politico
Un generale «si sente come un virus, ma il virus si espande ed è contagioso. Quindi giocherò il ruolo del virus». L'eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci risponde così ai cronisti su come si sente un generale stretto in un cordone sanitario e lo fa mostrando tutti i denti in un ghigno di sfida e di orgoglio. Ma il virus è stato isolato. Sono stati gli stessi Patrioti d'Europa a farlo. Bocciato nel suo ruolo di vicepresidente del gruppo nella riunione del Bureau. Nell’incontro hanno votato contro la sua nomina, avvenuta per acclamazione l’8 luglio scorso e contestata dal Rassemblement national, da tutte le delegazioni tranne l’italiana. L’unico a sostenerlo è il capodelegazione della Lega, Paolo Borchia, ora finito nel mirino proprio per non aver evitato politicamente il clamoroso incidente.
Reduce da una giornata difficile fissa il cellulare, mastica un gomma mentre incassa anche l’elezione di Ursula von der Leyen, contestata dalla Lega e dal Patrioti. La notizia del passo indietro del suo gruppo sul suo ruolo da vice presidente non aiuta. Le sue idee non sono in linea con il nuovo profilo che cerca di darsi Rassemblement National in vista delle prossime elezioni presidenziali francesi: troppo omofobe, troppo razziste. Del resto proprio il duo le Pen-Bardella per farsi spazio ed essere credibile aveva già messo ai margini anche l’Alternative für Deutschland (Afd, il principale partito di estrema destra in Germania).
Vannacci risponde nervoso alle telecamere di Rete4 in serata: prima la smentita e poi il passo di lato. «Mah, diciamo che c’è una discussione in atto e i Patrioti devono ancora cristallizzarsi. Ho parlato con Bardella, tutto è in via di divenire. Comunque questa eventuale novità non cambierebbe l’importanza della Lega, che è la terza forza del gruppo. Per me possono esserci anche altri incarichi».
A sollevare il "problema Vannacci" era stata proprio la delegazione francese. "Omofobo, razzista, pro-Mussolini: ecco il super vicepresidente di Bardella al Parlamento europeo", era stato il titolo di Libération che ha fatto conoscere al pubblico francese lo scrittore-generale. Il presidente dei Patrioti Bardella, enfant prodige di Rn, il 2 giugno aveva bocciato le uscite «omofobe» dell’allora candidato nelle liste della Lega: l'uomo di punta di Rn aveva spiegato di non «essere a conoscenza» di simili dichiarazioni. «Non le condivido, le condanno», aveva aggiunto il delfino di Marine Le Pen. «Non conosco personalmente Vannacci ma da quello che ho letto ha fatto delle dichiarazioni che non corrispondono ai valori del Rassemblement National. Per essere chiari, penso che questo signore non sarà vicepresidente. Mi sembra impossibile» aveva aggiunto Laurent Jacobelli, deputato del partito di Le Pen, in un'intervista a La Stampa. E anche un altro big di Rassemblement national, Jean-Philippe Tanguy, senza giri di parole aveva affermato che i lepenisti «si oppongono» all’elezione del generale nel ruolo di vicepresidente del nuovo gruppo europeo dei Patrioti.
Un muro solido alzato dal partito azionista di maggioranza del gruppo con 30 deputati. La seconda delegazione sono gli 11 ungheresi di Fidesz, il partito del premier Orbán, e la terza è la Lega con 8 deputati.
Il generale continua per la sua strada, gioca con la Decima sui social e afferma che non abbandonerà «mai le mie convinzioni. Con le mie idee ho ottenuto il successo e le porto anche in Europa». E in effetti è stato il deputato più votato in Italia dietro a Giorgia Meloni. Ma in Europa su 720 europarlamentari torna a essere uno dei tanti. Nel frattempo la Lega non smentisce né conferma. "Sistemeremo tutto", fanno sapere.