La Toscana è la prima regione italiana a stabilire tempi e modalità del suicidio medicalmente assistito. Ora altre regioni potrebbero imitarla

In Italia non c’è una legge nazionale sul suicidio medicalmente assistito. Il tema è delicatissimo. Le procedure e i tempi dipendono dalla Regione in cui si vive. In attesa di norme valide per tutto il territorio nazionale, dopo il pronunciamento dei tribunali sui singoli casi, a decidere sul fine vita sono le regioni, perché la sanità è una materia di competenza regionale. Ma c’è una novità: all’inizio di febbraio, la regione Toscana, guidata dal centrosinistra, ha approvato una legge regionale sul suicidio medicalmente assistito. Ci si può somministrare un farmaco letale a determinate condizioni: che sia una decisione libera e consapevole, che si abbia una patologia irreversibile, sofferenze intollerabili e dipendenza da una macchina. È stata la prima regione italiana a legiferare sul tema, garantendo modalità e tempi certi. L’opposizione di centrodestra ha fatto ricorso, e anche alcuni esponenti del governo nazionale hanno criticato la legge della Toscana.

 

Una sentenza storica e l'inazione politica

 

Una sentenza della Consulta ha fatto scuola: era il 2019 e Marco Cappato veniva assolto dall’accusa di aiuto al suicidio. Due anni prima, aveva accompagnato Dj Fabo (Fabiano Antoniani, tetraplegico a causa di un incidente stradale) a morire in una clinica svizzera. La sentenza 242/2019 intimava al Parlamento di intervenire e colmare il vuoto legislativo che c’è sul fine vita. Ma non è successo. La prima proposta di legge sul suicidio assistito risale agli anni '80. Anche in questa legislatura sono state depositate delle proposte di legge. Ma la politica finora parla del tema soprattutto durante le interviste. Se ad esempio il leghista Luca Zaia da anni chiede una legge nazionale, il leader del suo partito Matteo Salvini solo recentemente (dopo un sondaggio sui social) ha auspicato che il Parlamento agisca in fretta. C’è poi Marina Berlusconi, che a sorpresa ha detto di essere più vicina al centrosinistra che al centrodestra, quando si parla di diritti e fine vita. Per il ministro della Salute Orazio Schillaci “i tempi sono giusti e maturi per una legge buona per tutti”. Sarà varata entro la fine della legislatura?