Editoriale
Quei berlinesi dalla parte giusta della storia
La marcia dei 200mila alla Porta di Brandeburgo è un sos per la democrazia europea
"Ich habe noch ein koffer in Berlin” (Una mia valigia è rimasta a Berlino), diceva una canzone alla radio che ascoltavo in quell’anno 1980 che ho trascorso a Berlino Ovest quando c’era ancora il muro. Parole che volevano esprimere la nostalgia di chi – come me – ha vissuto in quella città, l’ha amata e l’ama ancora. Ecco perché ho provato una grande emozione nel vedere il mare di persone, circa 200 mila, che recentemente ha invaso il cuore pulsante della capitale tedesca, sotto la storica Porta di Brandeburgo, lanciando un messaggio chiaro e forte: “No ad alleanze con l'AfD!”. Gli slogan e le bandiere colorate raccontano una storia di paura e speranza, di resistenza e democrazia, in un momento delicato per l’Europa.
Chi erano questi manifestanti? Cittadini di ogni estrazione sociale, giovani studenti e pensionati, professionisti e lavoratori, molte famiglie con i bambini, ma anche attivisti politici provenienti da organizzazioni sindacali, ambientaliste e culturali. Tutti uniti da una causa comune: opporsi a un'alleanza tra il partito della Cdu e Alternative für Deutschland, il partito di estrema destra nazionalista ed euroscettico noto per le sue posizioni xenofobe e antidemocratiche che tutti i sondaggi danno in grande crescita. Nelle loro parole risuonava una chiara preoccupazione per il futuro della Germania e dell’Unione Europea, per i diritti umani, l’inclusione sociale e la libertà di espressione.
Le richieste dei manifestanti erano esplicite: una politica inclusiva che abbracci la diversità e non il settarismo; una risposta solidale alle crisi migratorie e alle sfide economiche; una resistenza energica contro il populismo di destra che rischia di minare le fondamenta democratiche su cui è rinata la nuova Germania ed è stata costruita l'Europa. La marcia è stata anche un appello a non cedere alla tentazione di un governo che ignori il valore fondamentale della coesione sociale e della tolleranza.
Ma quali sono i rischi di un'eventuale alleanza tra la Cdu e l'AfD? La risposta è chiara e inquietante e potrebbe significare non solo un cambiamento radicale nella politica interna tedesca, ma anche una scossa per l'intera Europa col rischio di legittimare posizioni estremiste, erodendo i diritti civili e minando le conquiste faticosamente raggiunte in termini di uguaglianza e giustizia sociale.
Inoltre una cooperazione politica con l'AfD potrebbe compromettere il ruolo della Germania come pilastro della democrazia europea, minando la sua capacità di farsi portavoce di valori universali, quali diritti umani e solidarietà. Ma non solo, la Germania potrebbe trovarsi isolata dai suoi tradizionali alleati europei e perdere il suo posto di leader nelle discussioni cruciali sulla crisi climatica, le politiche migratorie e la sicurezza.
La marcia di Berlino rappresenta un momento di speranza, una chiara manifestazione di volontà popolare contro i pericoli per la democrazia. È un richiamo alla responsabilità non solo per i politici, ma per ciascuno di noi, per difendere i principi di tolleranza e inclusione, in una Europa che ha ancora tanto da offrire, se solo saprà riconquistare il ruolo che le spetta. Oggi anch’io dico “Ich bin ein Berliner”, uno di quei 200mila della Porta di Brandeburgo.