«C’è stato un malinteso», hanno ammesso al ministero degli Interni afgano un mese dopo l’arresto di Peter e Barbie Reynolds, inglesi di 79 e 75 anni, 18 dei quali passati nel Paese. I due, che sono cittadini afgani, organizzano corsi professionali autorizzati dal governo. Sono stati arrestati perché accusati, ingiustamente, di avere documenti falsi. E malgrado i talebani abbiano riconosciuto l’errore, dopo più di un mese i due insegnanti sono ancora in carcere.
La notizia dell'arresto, avvenuto il primo febbraio, è arrivata con grande ritardo per espressa volontà dei due inglesi, che contavano di poter risolvere la vicenda senza chiedere l'intervento del governo. Dopo qualche settimana senza progressi, però, a lanciare l'allarme è stato Sarah Entwistle, una dei quattro figli della coppia. «I nostri genitori hanno sempre cercato di onorare i Talebani, quindi volevamo dare loro la possibilità di spiegare le ragioni di questa detenzione», ha detto la donna. «Ma dopo più di tre settimane di silenzio, non possiamo più aspettare. Chiediamo con urgenza al consolato britannico di fare tutto ciò che è in suo potere per ottenere delle risposte e di esercitare tutta la pressione possibile sui talebani per il loro rilascio».
I Reynolds si sono conosciuti e sposati a Kabul, negli anni Settanta. Dopo la presa di potere dei talebani nel 2021, quando l'ambasciata britannica ha chiuso e richiamato il suo personale, sono rimasti lì. E da 18 anni gestiscono un progetto educativo ufficiale: pur occupandosi di sostegno sociale e materiale a donne e famiglie in difficoltà, i Reynolds erano fiduciosi di aver trovato compromessi accettabili per il regime talebano. Che negli ultimi mesi ha stretto sempre di più i limiti dell' "apartheid di genere" ai danni delle donne: una radio tutta femminile è stata chiusa da un giorno all'altro, e i nuovi criteri di costruzione edilizia vietano addirittura l'apertura di finestre che permetterebbero alle donne di affacciarsi verso la strada.
A rendere la situazione particolarmente complessa è il rifiuto, più volte dichiarato, delle autorità inglesi a trattare per la liberazione di concittadini vittime di arresti ingiustificati da parte di regimi dittatoriali o di rapimenti in zone di guerra. Una strategia che i Reynolds conoscono bene e che condividono: in una lettera aperta al regime talebano, i figli della coppia scrivono che i loro genitori «hanno dichiarato spesso con forza il loro legame con l'Afghanistan, e hanno detto che preferirebbero sacrificare le proprie vite piuttosto che essere liberati dopo il pagamento di un riscatto o una trattativa di altro genere».