Il capo della Protezione civile Fabio Ciciliano, nel giorno della scossa di magnitudo 4,4 che ha colpito l’area dei Campi Flegrei, ha ribadito un pensiero già esposto in altre occasioni: “Non è il terremoto a uccidere, ma la casa in cui viviamo”. Ciciliano ha sottolineato come la “preoccupazione” principale, per quanto riguarda l’area flegrea, è l’“urbanizzazione” e “la qualità” degli edifici”. Meno di un mese fa, a Pozzuoli, rispondendo a una domanda di un cittadino sulle possibili conseguenze di un terremoto di magnitudo 5, il numero uno della Protezione civile aveva risposto: “Se arriva una scossa di quinto grado crollano i palazzi e si contano i morti. È così che funziona”. E solo tre giorni fa, il 10 marzo, parlando al Consiglio comunale di Napoli convocato sull’emergenza bradisismo, era tornato sul pericolo della “fragilità degli edifici”, che “non riguarda solo l’area dei Campi Flegrei".
"Se ricordate il terremoto di Casamicciola di 8 anni fa – aveva detto ai consiglieri napoletani – ha fatto diversi morti con un’intensità 33 volte inferiore rispetto a una magnitudo cinque”. E rispondendo a una domanda su uno striscione dei comitati popolari di Pozzuoli, con la scritta “Non vogliamo contare i morti”, Ciciliano aveva risposto: “A me spiace che si siano risentiti ma è di tutta evidenza che i terremoti non fanno morti, i morti vengono fatti dalle case mal costruite. E in un terremoto cinque, che è il massimo terremoto atteso per i Campi Flegrei come entità e molto poco probabile, è evidente che un edificio che tutto sommato non è molto sicuro può danneggiarsi con una scossa di questo genere”.
"Sopralluoghi gratuiti dei tecnici"
Proprio per la fragilità degli edifici, Ciciliano ha ricordato oggi – 13 marzo – che i cittadini possono già richiedere "sopralluoghi gratuiti dei tecnici" per verificare la vulnerabilità delle proprie case. “Abbiamo già avviato uno studio sull’edificato dei Campi Flegrei – ha sottolineato il capo della Protezione civile –, un lavoro importante che aiuterà i cittadini a comprendere il livello di qualità e sicurezza delle abitazioni in cui vivono”. Lo studio è alla seconda fase, avviata la scorsa settimana, e la richiesta di sopralluogo è un passaggio “propedeutico alla richiesta di accesso ai contributi stanziati dal governo, pari a 100 milioni di euro per i prossimi cinque anni”. Verifiche di vulnerabilità sismica che, ha spiegato Ciciliano, sono diverse da quelle di agibilità: “Ad esempio, all'esito della scossa della scorsa notte, i cittadini possono rivolgersi al proprio Comune per richiede il sopralluogo dei tecnici e verificare gli eventuali danni. Se, invece, vogliono accedere allo studio di vulnerabilità, in assenza di danni, possono presentare istanza di sopralluogo attraverso la piattaforma dedicata”, ha concluso il capo della Protezione civile.