L’evento sismico del 13 marzo ha causato sgomberi ed evacuazioni. Centinaia di persone, sparse tra hub e alberghi, sono ignare del loro destino

La notte tra il 12 e il 13 marzo Maria Sportiello stava allattando il figlio più piccolo, di un mese soltanto, nella sua casa di Bagnoli, quartiere della periferia Ovest di Napoli. Così la scossa di magnitudo 4.6 che poco dopo l’una ha seminato il panico in lei e negli abitanti dei Campi Flegrei l’ha sentita, tutta, in diretta, mentre crepe profonde si aprivano sui muri. Tutto lo stabile è stato colpito, all’ultimo livello è crollato il solaio. Insieme alla famiglia - cinque figli e una madre anziana e invalida - il giorno dopo si è vista arrivare a casa Vigili del fuoco e Protezione civile: “Bisogna lasciare il palazzo”. Ma come si fa con un neonato e un’invalida? Da quel momento è iniziato un breve ma tortuoso pellegrinaggio: “Prima ci hanno assegnato una camerata in una struttura a Marechiaro, ma era a un piano alto e con mia madre non avremmo saputo come fare” racconta. La proposta alternativa era un albergo, piuttosto lontano, a Casoria (dall’altra parte della città), e per di più sul genere di quelli che si fittano a ore: “Non era davvero il caso”. E così nel frattempo che gli organi preposti, su tutti il Comune di Napoli, riuscissero a trovare alla famiglia una sistemazione, hanno atteso in casa di amici. La soluzione è arrivata domenica 16, un nuovo hotel a Casavatore, anche questo molto distante da Bagnoli. “Siamo piuttosto lontani da dove viviamo e dove riceviamo assistenza medica per il bimbo e mia madre” riferisce. Ad altri è andata meglio e le residenze in cui riparare le hanno trovate vicino casa; ma nessuno conosce la data del rientro, che è come minimo di tre mesi, il tempo necessario a mettere in sicurezza l’edificio, sperando che non ci siano nuove scosse. Ora Maria non riesce a capire come mai la loro situazione non è stata considerata prioritaria, con un neonato e un’invalida, e soprattutto quando potranno tornare nella loro casa: “Due problemi su tutti: impreparazione e cattiva comunicazione. Le autorità non sembravano pronte all’emergenza. E ora viviamo un’attesa senza notizie, un limbo”.

 

Dal 13 marzo nei Campi flegrei vivono nel limbo le quasi 400 persone che tra Napoli, Pozzuoli e Bacoli gli effetti del bradisismo hanno costretto a lasciare le abitazioni. Si aggiungono ad altri 1500 ancora in attesa da maggio scorso, quando ci fu l’ultimo evento forte. Proprio per questo precedente così vicino risulta surreale l’atmosfera di sorpresa generale, mentre il terreno sottostante l’area cresce impetuosamente, ormai 3 centimetri al mese, e pare non voler saperne di abbassarsi, come accade coi fenomeni bradisismici. Insomma, è possibile che accadrà ancora. Così come era nell’aria la nuova scossa che con 4.6 ha superato quella del 2024, attestandosi come la più violenta degli ultimi 40 anni, il periodo 1982-1984, l’epoca in cui fu costruito un megaquartiere, Monterusciello, per i tanti sfollati di Pozzuoli. “Dobbiamo essere preparati se dovesse esserci l’esigenza di sgomberi" ha detto negli ultimi giorni il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. “Bisogna fare accordi con l' associazione degli albergatori, trovare sedi adeguate”.

 

Accogliere chi ha subito lo sgombero è l’altra grande urgenza della crisi di oggi: è significativo un episodio accaduto la notte stessa della scossa, l’assedio all’area che una volta ospitava la Nato, ad Agnano, quando un centinaio di persone hanno provato a forzare i cancelli di ingresso chiedendo asilo. Il protocollo per la sistemazione della gente in fuga o allontanata dalle abitazioni prevede tre livelli validi per ogni comune: si definiscono aree di ammassamento quelle in cui ci si rifugia subito dopo l’evento, poi ci sono le aree di attesa, dove si presta la prima assistenza, e di accoglienza in cui si può trascorrere un breve periodo pernottando.

 

“La macchina comunale si muove secondo i piani di emergenza approntati dalla Protezione civile nazionale e regionale” ha dichiarato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha incontrato gli abitanti di Agnano dopo la prima scossa e ha voluto un consiglio comunale tematico per illustrare il programma di prevenzione con la previsione delle aree di sosta in caso di eventi sismici, allestite la notte del 13 in un'ora e mezza. Manfredi ha più volte fatto appello alla cittadinanza: “Necessario richiedere verifiche degli organi statali per i palazzi privati; quelli pubblici sono stati tutti controllati e le scuole riaperte dopo soli due giorni”. In attesa del completamento di un hub grande, che verrà collocato nell’ippodromo di Agnano, per Napoli le zone di attesa sono in viale della Liberazione, in viale dell’Ippodromo e, dopo le proteste, nell’ex base Nato; quelle di accoglienza solo due, la sede della municipalità 10 (di Bagnoli), e la struttura di Marechiaro: in tutto possono ospitare 33 persone su un totale di 214. Altri 55 stati accolti in alberghi, il resto ha optato per la sistemazione autonoma usando i fondi messi a disposizione, dai 500 ai 900 euro mensili, forniti dalla Regione, mentre il governo ha stanziato, dall’anno scorso, 500 milioni per l’emergenza.

 

A Pozzuoli 5 abitanti sono ospitati negli alberghi, altri 145 hanno scelto di trovare alloggio in autonomia. Forse è l'esito di una maggiore esperienza in questa categoria, o di una migliore comunicazione da parte dell’amministrazione, guidata da Luigi Manzoni, che può contare già sul Palatrincone di Monterusciello come area di accoglienza, molto grande, mentre si sta predisponendo un nuovo hub in via Artiaco, pronto tra due mesi, e un'altra struttura in via Vecchia delle vigne, in fase di progettazione.

 

Come per ogni comune coinvolto anche per Pozzuoli è stato stanziato 1 milione di euro per le attività di comunicazione, con azioni di formazione e informazione ai media, la stampa di un fumetto e un’app (ancora non è pronta). Per altre attività in campo - esercitazioni, procedure, richieste di verifiche di vulnerabilità sismica, sopralluoghi per verifica di agibilità - sono stati stampati manifesti e volantini. Sono attivi h24 i numeri della Protezione civile comunale e della polizia municipale; per i cittadini con fragilità è attivo il pronto intervento sociale. Per Manzoni la comunicazione in questi momenti è decisiva: “Questo è uno dei territori più monitorati del mondo. Il bradisismo esiste da sempre, e finalmente tutti hanno compreso che l’unica cosa da fare è prevenirne e mitigarne gli effetti. Il mio invito è di contribuire a diffondere le giuste informazioni e di affidarsi solo alle fonti ufficiali”.

 

Resta solo da capire quando gli edifici saranno ristrutturati. La legge di bilancio 2025 ha aggiunto 100 milioni di euro per interventi antisismici sugli edifici privati a uso residenziale, suddivisi in 20 milioni annui dal 2025 al 2029. Tuttavia, anche in questo caso il precedente non fa ben sperare: sono ancora bloccati al Mef i contributi per la riparazione del danno e la riqualificazione in seguito al sisma del 20 maggio 2024. Prima mancava il decreto attuativo, adesso un censimento delle strutture che dovrebbe arrivare, se tutto va bene, entro giugno. Ma se la burocrazia è lenta la terra è molto veloce.

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