L'Onu accusa Israele: "Ha compiuto atti di genocidio a Gaza. Lo stupro dei palestinesi e la distruzione degli embrioni come strategia"

Tel Aviv definisce il rapporto "antisemita". Il primo ministro Netanyahu: "Il Consiglio per i diritti umani è un circo anti-israeliano"

"Più di quanto un essere umano possa sopportare". L'ultimo rapporto della Commissione internazionale d'inchiesta delle Nazioni Unite, già nel titolo, non risparmia le accuse a Israele. A Gaza, secondo le indagini rese pubbliche dall'Alto commissariato Onu per i diritti umani, sono stati commessi "atti di genocidio". Le forze armate di Tel Aviv, si apprende dal documento, avrebbero abusato sessualmente di donne e uomini nei territori palestinesi occupati. Le minacce, l'obbligo di togliere i vestiti in pubblico, gli stupri come strategia di guerra, la distruzione sistematica di ospedali e strutture per la riproduzione. L'elenco è lungo e la convenzione delle Nazioni Unite fa rientrare sotto la denominazione di genocidio i crimini commessi con l'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.

La reazione di Tel Aviv

Le autorità israeliane, demolendo la principale clinica per la fecondazione in vitro di Gaza e impedendo l'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, "hanno in parte distrutto la capacità riproduttiva dei palestinesi della Striscia", sentenzia la Commissione d'inchiesta. Il primo ministro Benjamin Netanyahu respinge gli esiti del rapporto e definisce il Consiglio per i diritti umani dell'Onu un "circo anti-israeliano". Ancora una volta, sostiene il leader israeliano, l'organizzazione "ha scelto di attaccare il nostro Stato con false accuse, delle vere e proprie bugie croniche". La delegazione israeliana a Ginevra, inoltre, derubrica con l'aggettivo "antisemita" il lavoro della commissione, accusata di portare avanti un "programma politico predeterminato e di parte, con il vergognoso tentativo di incriminare le forze di difesa israeliane".

"Una serie di atti genocidi"

L'inchiesta dell'Onu rileva che Israele abbia "deliberatamente inflitto ai palestinesi condizioni di vita studiate per provocarne la distruzione fisica e imposto misure volte a impedire le nascite". Chris Sidoti, membro della Commissione internazionale istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, nel maggio 2021, precisa: "Abbiamo identificato una serie di atti che costituiscono le categorie di atti genocidi ai sensi della legge. Non abbiamo ancora esaminato la questione degli scopi genocidi. Presto saremo in grado di affrontare in modo esaustivo la questione del genocidio".

La distruzione degli embrioni

Navi Pillay, presidente della Commissione, commenta: "Le prove raccolte rivelano un deplorevole aumento della violenza sessuale e di genere. Non si può non concludere che Israele abbia impiegato la violenza sessuale e di genere contro i palestinesi per terrorizzarli e realizzare un sistema di oppressione che mina il loro diritto all'autodeterminazione". Pillay denuncia anche  "un clima di impunità" intorno alle azioni israeliane. Non è stata condannata, ad esempio, l'operazione militare sul Centro per la fecondazione in vitro di Al-Basma, in cui sono stati distrutti circa 4 mila embrioni in una clinica che assisteva tra i 2 mila e i 3 mila pazienti al mese. Tutto il materiale riproduttivo conservato per il futuro concepimento dei palestinesi è stato, secondo il rapporto, spazzato via volutamente. Un'azione "diretta a impedire le nascite tra i palestinesi di Gaza, il che costituisce un atto genocida".

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