Su mandato delle autorità belghe è stata arrestata Lucia Simeone, collaboratrice dell’europarlamentare di Forza Italia, Fulvio Martusciello. Condotta nel carcere napoletano di Secondigliano, è accusata di associazione a delinquere, riciclaggio e corruzione. Nelle prossime si capirà qualcosa di più sugli elementi contestati a Simeone. E soprattutto, si capirà se questo fermo possa essere legato all’indagine in corso su Martusciello, rilanciata dai quotidiani belgi Le Soir e Knack, per un presunte irregolarità nelle note spese presentate all’amministrazione del Parlamento europeo. Oltre all’eurodeputato forzista (capodelegazione azzurro a Bruxelles, coordinatore del suo partito in Campania e possibile prossimo candidato in regione), è coinvolto anche Giuseppe Ferrandino di Azione.
Le verifiche della procura erano partite circa un anno fa, e il sospetto è che Martusciello e Ferrandino abbiano reciprocamente falsificato le proprie firme quando in realtà solo uno dei due partecipava ai lavori, a Bruxelles o a Strasburgo. In questo modo, secondo quanto riportano i media belgi, entrambi avrebbero ricevuto l’indennità giornaliera di 350 euro. Martusciello ha respinto le accuse, affermando che si tratta di “questioni risalenti a quattro anni fa, già chiarite con gli uffici dell’Europarlamento”. Il nome dell'azzurro è circolato (ma non è indagato) anche in relazione a un altro caso giudiziario che ha coinvolto il Parlamento europeo, quello che ha portato al fermo per corruzione dei lobbisti Huawei. Tra i nomi chiave dell’inchiesta è emerso quello di Nuno Wahnon Martins, in passato consigliere di Martusciello.