Ho trent'anni, vivo in una regione ricca, appartengo alla classe media, e ho studiato all'università. Posso dire brevemente che non partecipo perché nessun governo, dacché ho memoria, ha portato lo Stato da me, se non per pretendere qualcosa. Spero che avrà piacere di leggere i miei racconti ed argomenti. Ho tolto più di un'ora al mio lavoro per scrivere questa mail, spero che la leggerete e mi darete segno almeno di averla ricevuta.
Non ho mai visto un solo partito mettere in pratica le ideologie professate, perciò molto presto ho iniziato a votare i partiti sulla base di quanto fosse ragionevole la loro proposta di cambiamento. Ho votato a ogni singola elezione da quando ho potuto sulla base di questo. Ognuno di quei partiti, dalle elezioni comunali a quelle nazionali ed europee, hanno sempre tradito le promesse fatte. E nel giro di vari tentativi, ho provati tutti i partiti. Tuttavia a creare, in me, sfiducia verso il sistema non è solo questo.
Quando ero bambino, la mia città era talmente pulita che si poteva mangiare per terra. Ad oggi, nella mia via, l'ultima volta che qualcuno è passato a pulire era il 2011 (fatta salva la pulizia del Covid). Che non è ciò che accade nelle splendide vie di chi governa o dei ricchi.
Per partecipare ad un concorso pubblico dovevo fare degli esami banali in ospedale, era il 2015 e non potevo farli da privato. A causa del continuo spostamento dell'appuntamento, ho perso il concorso. Nel medesimo concorso ho visto il presidente in persona andare a consegnare a un mio coetaneo il foglio con le risposte. Suppongo che questi, amici di chi ha potere, sono anche quelli che mi sono passati avanti in ospedale facendo rimandare la mia data.
Lavorando sui social, a un certo punto ho iniziato a ricevere pesanti minacce di morte, con utenti sconosciuti che mi mandavano sul cellulare privato scene di decapitazione fatte dall'Isis con la frase "ti faremo questo e bruceremo la tua famiglia ebreo di merda" (ho origini ebraiche, ma non sono ebreo). Quando tentai di fare denuncia, la Polizia postale mi rise in faccia e mi mandò via. La Questura non mi dedicò nemmeno 10 minuti per ascoltare quello che mi stava succedendo quotidianamente da due anni, e mi mandò via. Alla fine i Carabinieri mi hanno dedicato del tempo e preso la denuncia, ma siccome era contro ignoti, nessuno si è curato di fare le indagini, e il magistrato ha chiuso la pratica. Ciò non è quello che accadde a Laura Boldrini che, insultata sui social, si fece dare dalla Questura i numeri di telefono dei suoi odiatori, per telefonargli e pubblicare un video in cui - davanti a milioni di persone - li denigrava e gli preannunciava l'arrivo di una denuncia.
Un tempo guardavo molto i dibattiti televisivi, adesso seguo solo Dimartedì, e ho spesso trovato interventi di persone totalmente incapaci di ragionare. Sparano sentenze vuote di contenuto o con dei ragionamenti falsi, caratterizzati dall'assenza di sillogismo. Spesso sono ignoranti, fanno affermazioni false per sostenere delle posizioni altrimenti indifendibili. Da ciò le loro affermazioni risultano spregevoli. A che titolo questi parlano insieme a persone intelligenti e con elevati titoli di studio, in uno spazio pubblico? Già si mal tollerano al bar, eppure sono ai vertici del potere e della visibilità. Così i media tradizionali fanno da megafono al peggio che l'Italia ha da offrire.
Eppure anche i professori universitari non sono un granché. Per lavoro ascolto molte conferenze di docenti universitari nel mio settore. È imbarazzante vedere la quantità di errori dozzinali che questi professori fanno nei convegni che se li facesse un triennalista a un esame verrebbe cacciato con le grida dalla facoltà. E io ho visto più volte dei professori universitari cacciare gridando in modo isterico degli studenti durante l'esame. Scene da "Uomini e Donne" nelle università, che dovrebbero essere i templi della sapienza. Come mai questi professori sono in quei posti? Eppure non mancano i ricercatori con dei curricola impressionanti e - a volte - più corposi di quelli dei detentori della cattedra, che li tengono a 900 euro al mese fino a 40 anni.
In un'occasione, un mio amico che è rimasto nell'ambiente universitario, organizzò un convegno, invitando più di 50 persone - tra cui me -, trovando i fondi e gli spazi. Era tutto pronto, ed era tutto in accordo con il suo docente di riferimento alla scuola di specializzazione, anche in forza del "fare largo ai giovani". Senza comunicargli niente, al momento di apporre la firma, il docente si prese i soldi, tagliò fuori il mio amico e tutti i relatori che aveva chiamato, per organizzare un suo convegno, su un altro argomento, con i suoi amici. Il mio amico dovette passare le settimane successive a coprirsi il capo di cenere chiamandoci uno ad uno per disdire l'impegno.
In un'altra occasione partecipai come auditore a un convegno. Al momento del dibattito, chiesi un chiarimento al docente che aveva concluso la sua esposizione, poiché avevo un argomento che mi pareva stridesse con uno dei concetti espressi. Questo si adirò per il fatto di esser stato messo in dubbio, senza controbattere all'argomento. Nel mio lavoro sto sperimentando questi fenomeni di persona. Infatti sono le conoscenze personali a consentire di lavorare, e non le capacità, le competenze o i titoli. Ma non è questo il racconto proposto dalla classe dirigente, che racconta al pubblico un'Italia che non esiste.
La politica affronta problemi che da noi non si avvertono, mentre ignora quelli veri. Giustamente si parla di femminicidi e di diritti lgbtqia+, ma mentre la sinistra si limita ad annunci privi di sostanza, nessuno si cura dei mille morti sul lavoro ogni anno. Si parla dei 66 mila sbarchi del 2024, ma non dei 77 mila bambini italiani affidati ai servizi sociali, in larga parte per maltrattamenti (dati Istat che ho estrapolato dal sito). Nessuno si occupa del fatto che metà degli italiani fa uso di psicofarmaci, o che i nostri studenti escono dalle scuole senza sapere scrivere correttamente in italiano.
Già da adolescente scrivevo lettere al presidente della Repubblica, ispirato dai telegiornali che davano grande risalto a simili gesti. Non ho mai ricevuto una sola risposta. In generale, ho scritto spesso a varie istituzioni per motivi diversi, senza che nessuno si degnasse mai di rispondere. Per questo spero che, almeno voi, lo farete.
Riassumendo. La classe dirigente nel suo complesso ci ignora, ignora i nostri problemi, e spesso ci prendono per i fondelli. I potenti sono sempre impuniti, non pagano mai, soprattutto se rubano. Nei posti di potere hanno sede i peggiori, ma ci raccontano che è solo un tema di merito. I partiti fanno promesse solo per ottenere i voti, ma poi non le mantengono. Ogni volta che si è fatto un referendum, se non conveniva a qualcuno, non lo si applicava (acqua pubblica).
Io personalmente vado a votare in onore di chi è morto per consentirmelo, ma da alcuni anni annullo sempre il voto. Tuttavia capisco perfettamente chi si sente talmente tanto tradito da decidere di non andarci più.
Avete argomenti per darci torto?
Grazie. Spero che il mio contributo possa servire a qualcosa.
La risposta
Difficile darle torto, Emanuele. Ma lei ha 30 anni e avrebbe il dovere di impegnarsi per cambiare qualcosa.
Sergio Rizzo
L'iniziativa "A urne aperte"
L’area dell’astensionismo oggi sfiora metà degli aventi diritto al voto: un problema enorme per la democrazia italiana, cui però partiti e politici si mostrano indifferenti. All'email fugadallademocrazia@gmail.com potete raccontare perché non votate più. E magari suggerire che cosa dovrebbe fare la classe politica per farvi tornare a votare. È un canale aperto per dare parola a chi si sente deluso dalla politica, ma anche a chi crede che le cose possano cambiare.
Illustrazione in anteprima di Donatella Civiello