L'apatia dei votanti continua a dilagare in Italia, con urne disertate e percentuali di astensione in crescita. C’è chi guarda al "voto online" come ad una opzione da percorrere per ridare vigore alle consultazioni elettorali. In Italia però non si vota online per le politiche, né per i referendum e il principale ostacolo non è tecnologico, ma politico. Le soluzioni a livello tecnico sono mature e già largamente adottate in altri contesti - università, aziende, associazioni, ordini professionali – ma resta la diffidenza nei confronti del voto online in ambito politico, per il timore di coercizione, brogli e mancanza di trasparenza. La scelta di implementare il voto online è forse più una questione di costruzione della fiducia, che di mancanza di strumenti.
Democrazia è partecipazione
Una delle chiavi per ridurre l’apatia elettorale, secondo gli esperti, è abituare le persone a esprimere opinioni e prendere parte a decisioni, anche in contesti non strettamente politici. E il ruolo dell'identità digitale - dello Spid - è fondamentale perché garanzia dell’accesso sicuro al voto elettronico. L’Espresso ha raccolto un commento di Irene Pugliatti, Ceo di Eligo ed esperta di e-voting, che dal 2005 lavora per costruire un mercato che, in Italia, era completamente assente. Sono circa 45mila le operazioni di voto online in Italia gestite da Pugliatti ed Eligo, circa 7 e-vote al giorno. Fra i fruitori di questo servizio ci sono circa 3.500 enti pubblici e privati e si registra l’attiva partecipazione di circa 18 milioni di votanti. E Pugliatti racconta che “per il voto digitale non si può che passare dallo Spid e Cie, non c'è un'altra modalità. Anzi a breve si potranno utilizzare sistemi ancora più stringenti, come i riconoscimenti biometrici”. A garanzia dell’identità del votante, dice l’esperta, “le soluzioni sul mercato ci sono, l'identità digitale è necessaria ai fini del voto in modalità online”. Il voto elettronico può diventare un "ponte" verso una cittadinanza più attiva. L’obiettivo è colmare quel gap di fiducia e motivazione che, negli ultimi anni, ha fatto crollare le percentuali di affluenza alle urne.
La sfida della tracciabilità
Identificato il votante, chi mi assicura che il suo voto sia esercitato liberamente? Bisogna garantire l’assenza di coercizione e, per cercare esempi virtuosi dobbiamo guardare all’estero: l’Estonia già utilizza il voto online per le elezioni politiche e ha ovviato a questo problema consentendo al votante di ripetere più volte l’operazione, considerando valido solo l’ultimo voto in ordine cronologico per evitare eventuali pressioni. Ma se posso vedere il mio voto – per cancellarlo o cambiarlo – significa che il voto non è segreto? E qui c’è il tema della tracciabilità end-to-end, ovvero la possibilità per il cittadino di verificare che il proprio voto sia stato registrato correttamente senza compromettere la segretezza. Sono tecnologie già esistenti, ma che richiedono una comunicazione trasparente per essere comprese e accettate dagli utenti.
Il voto elettronico è già realtà
Il mondo politico resta fuori. Ma le applicazioni concrete del voto elettronico sono oggi già molteplici, come dimostra l’utilizzo da parte di grandi associazioni, università, sindacati, grandi aziende ma anche comuni, fondi previdenziali e persino organizzazioni religiose. Ogni cittadino si trova a votare almeno 5-6 volte ogni due anni in questi ambiti. Tuttavia, per l’introduzione del voto elettronico nelle elezioni comunali o regionali, manca ancora una volontà politica chiara. Servirebbe un apripista istituzionale deciso, che per il momento non c’è.
Il ruolo dell'Intelligenza artificiale
Le aziende italiane più consolidate nel settore stanno già esportando le loro soluzioni, all’estero la competizione non è ancora consolidata. In questo settore l’intelligenza artificiale, per ora, gioca un ruolo ‘a monte’: nella generazione di scenari di test, nella valutazione di comportamenti tipo e nei sistemi di riconoscimento facciale. L’uso dell’IA nei meccanismi di voto veri e propri è ancora oggetto di ricerca, soprattutto in ambito crittografico. Che sia elettronico o no, il voto è un diritto oltre che un dovere e consente di agire nell’interesse globale. Approfittiamone.