Ho 41 anni e da molti anni mi reco alle urne solo in occasione dei referendum, ovvero quando si tratta di confermare o cancellare una legge (o parte di essa) e non beneficiano del mio voto uomini o donne nei quali non mi riconosco e - o - da cui rifiuto di essere rappresentato. La motivazione principale è che, a mio avviso, la classe politica italiana è troppo distante dai problemi della gente. Anzi, spesso nemmeno ne è consapevole, essendo concentrata quasi esclusivamente a fare i propri interessi. Per un mio ipotetico ritorno alle urne mi piacerebbe, pertanto, una classe politica che si interessi maggiormente dei problemi degli italiani, come la sanità, il welfare o il lavoro (tema che, purtroppo, mi tocca da vicino, essendo da anni disoccupato malgrado io abiti in una zona d'Italia molto ricca e laboriosa) e altri ancora.
Ringrazio per la cortese attenzione, Daniele Restelli
La risposta
Caro Daniele, ha l'occasione di onorare il suo impegno ai referendum anche stavolta. E stavolta è ancora pià importante. Sarebbe un messaggio inequivocabile anche a quei politici che vorrebbero accelerare il suicidio della democrazia parlamentare incoraggiandoci a non andare a votare.
Sergio Rizzo
L'iniziativa "A urne aperte"
L’area dell’astensionismo oggi sfiora metà degli aventi diritto al voto: un problema enorme per la democrazia italiana, cui però partiti e politici si mostrano indifferenti. All'email fugadallademocrazia@gmail.com potete raccontare perché non votate più. E magari suggerire che cosa dovrebbe fare la classe politica per farvi tornare a votare. È un canale aperto per dare parola a chi si sente deluso dalla politica, ma anche a chi crede che le cose possano cambiare.
Illustrazione in anteprima di Donatella Civiello



