Le donne newyorchesi le riconosci da alcuni particolari: si truccano poco, portano i tacchi alti, vanno in giro senza calze anche in pieno inverno e hanno almeno un vibratore nel cassetto del proprio comodino. I “sex toys” sono così diffusi e 'sdoganati' a Manhattan da diventare spesso argomento dei brunch domenicali, quando, fra un uovo in camicia e una fettina di bacon, i racconti delle ultime (dis)avventure sentimentali si concludono sempre con l’elogio al “coniglietto” che non tradisce mai.
“Rabbit Habit”, infatti, nonostante la spietata concorrenza di modelli sempre più innovativi e tecnologici, resta uno dei vibratori più venduti e amati, tanto da essere reclamizzato come leggendario. A contribuire al suo essere immortalato nell’Olimpo delle divinità del sesso, più di una decade fa, è stato un episodio della celebratissima serie tv Sex and the City, in cui, Miranda, la “cinica” rossa, decantava le doti del prezioso coniglietto. “Ma lui non ti telefona per il tuo compleanno”, ribatteva stizzita la romantica Charlotte, giusto prima di diventare Rabbit-dipendente e confidare a Carrie di avere avuto orgasmi “di oltre cinque minuti”.
Nessuno si meravigliò dunque, se The pleasure Chest il sexy shop del West Village dove le ragazze facevano acquisti nella serie, divenne dopo l'apparizione mediatica ancor più frequentato di prima. Ciò che caratterizza i sexy shop di New York, peraltro, è il fatto di essere localizzati nel bel mezzo delle migliori strade della città e di somigliare a delle gioiellerie di via Montenapoleone.
Babeland, il tempio del sesso di Soho, ad esempio, è talmente raffinato, con un’atmosfera ovattata e zen che appena ci metti piede ti chiedi se non sei capitato in un centro di yoga e ti viene voglia di dire “Namaste”. Nessuno qui ti guarda con aria strana e tutta la merce è esposta in modo da poter essere toccata e maneggiata per essere sicuri che, comprandola, ci sia poi dell’affinità.
E se scatta un po’ di incertezza ecco premurosi i commessi e le commesse avvicinarsi per rispondere a domande di qualsiasi tipo e per offrire preziosi consigli a seconda che il “giocattolo” sia da usare in coppia o da soli. Bastano cinque minuti, e anche la persona più timida e riservata si riscopre a suo agio persino nel rigirarsi fra le mani degli aggeggi il cui funzionamento, a prima vista, appare misterioso. Dall’acquisto del vibratore all’iscrizione ad uno dei workshop organizzati, a prezzi scontati per gli studenti, il passo è breve.
Quello più gettonato è “Art of the blow job”, dove gli allievi (per lo più donne) possono imparare le migliori tecniche per il sesso orale per far impazzire il partner; o “Posizioni nella camera da letto”, che offre un excursus “coreografico” per riuscire a trovare il famoso punto G, per assicurarsi le migliori prestazioni orali e per “divertirsi tanto sia da soli che in compagnia”. E la “flessibilita”, precisano gli organizzatori, non è un fattore determinante.
I workshop organizzati da Babeland o The Pleasure Chest, poi, sembrano quasi delle serate fra amici se paragonati al Sex/Life Coaching offerto da Barbara Carrellas, esperta di tecniche tantra che nelle sue lezioni, private o di gruppo, insegna come raggiungere la migliore soddisfazione sessuale, mostrando anche come questo sia il modo migliore per superare traguardi importanti nella vita professionale.
“Quando espandi la tua capacità per il piacere sensuale e sessuale" spiega la Carrellas "espandi anche la tua capacità per l’abbondanza, l’amore e la gioia in tutte le aree della tua vita”. Per i più “avventurieri” poi ci sono le lezioni di “Shibari: bondage con le funi”, tecnica nata in Giappone e destinata a single o coppie alle quali si raccomanda di arrivare in classe con “una trentina di metri di corda, forbici e una mentalita’ aperta”.
Che New York, poi, sia la culla della finanza, del musical e del sesso, lo confermano anche gli annunci personali del sito Craigslist che, in maniera molto più evidente di altre citta’ statunitensi, da queste parti offre una tale quantita’ di offerte e richieste di prestazioni sessuali, in tutte le possibili variabili, da lasciare affascinati.
Tutto ciò in un paese, gli Stati Uniti che, anche in questo ambito, non rinnega la sua fama di essere tutto e l’opposto di tutto. Basti pensare che in Alabama esiste, ancora oggi, un divieto di vendita di vibratori e affini, considerati oggetti legati alla pornografia e quindi offensivi per la morale pubblica. Lo stesso divieto esisteva, fino al 2008, anche in Texas, dove la vendita e la promozione di “sex toys” era punibile con due anni di carcere. A dichiarare incostituzionale il divieto, perché limitativo del diritto alla privacy garantito dal quattordicesimo Emendamento, ci ha pensato la corte d'Appello federale che accolse la denuncia di alcuni produttori di vibratori.
Ed è solo dello scorso maggio la denuncia di due residenti di Sandy Spring, in Georgia, che hanno fatto causa alla città per un’ordinanza che vieta l’acquisto di questi “giocattoli” senza una precisa prescrizione medica, perché ogni “strumento disegnato primariamente per servire alla stimolazione dei genitali umani è considerato materiale osceno”. Inutile dire che nella stessa città, come in tutta la Georgia, chiunque può entrare armato in un bar, nei locali notturni, nelle scuole e anche negli uffici pubblici.