Una anagrafe genealogica universale. Una mappa dell'umanità. E' il progetto della Società genealogica dello Utah, organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1893 e gestita dai mormoni di Salt Lake City

Finora non ci aveva pensato nessuno: innalzare un monumento più duraturo del tempo. Un database, un archivio elettronico con i nomi di tutti quelli che sono vivi e che sono vissuti. Ordinati per nome e parentela. Un albero genealogico, in realtà una mappa dell'umanità in scala uno a uno: grande quanto il territorio che descrive. Per fare un esempio, il censimento americano del 1880, un'operazione ciclopica realizzata in 12 anni da migliaia di funzionari di Washington, al confronto è un bruscolino. Paul Nauti ci pensa sopra un attimo, seduto al centro del suo cubicolo: un computer portatile, una penna con pochi fogli, la giacca blu appoggiata all'attaccapanni proprio accanto alla stampa di un dipinto a olio di maniera del Cristo.

Il primo censimento degli Stati Uniti, quello che dette un'identità al Paese e forgiò una generazione di burocrati? La voce di Nauti suona leggera: "A noi mormoni sarebbero bastate 2 mila persone e 6-10 mesi di lavoro per finirlo". Paul ha poco più di quarant'anni, una moglie e quattro figli. Lavora per un'organizzazione che pochi conoscono, ma che arriva ovunque. I suoi volontari e dirigenti percorrono letteralmente le strade del mondo, tutte, giorno dopo giorno, sei giorni alla settimana tranne la domenica (quella è di riposo e consacrata al Signore). Hanno raccolto nel database delle anime i nomi di un miliardo di persone, tra vivi e morti, in alcuni casi da secoli. Si chiama Società genealogica dello Utah. È un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1893. Il suo sito web, FamilySearch.org, è stato lanciato nel 1999 e da allora è stato visitato da 150 milioni di persone, che hanno effettuato cinque miliardi di ricerche. La sua missione non è cosa solo di questo mondo.

"Per le anagrafi e gli archivisti è più facile lavorare con una società che non con una chiesa", aggiunge serenamente Nauti. I suoi colleghi hanno raccolto nomi e date in tutto il pianeta, e nel farlo hanno restituito il favore a chi ha aperto i suoi archivi restaurandoli e informatizzandoli: Ellis Island da dove entrarono i tre quarti degli immigrati negli Usa, ma anche gli archivi della Gran Bretagna, del Canada, interi stati come la Virginia, l'Ohio, il Texas, centinaia di archivi in Asia e in Europa, migliaia di parrocchie, catasti e ospedali anche in Italia. Gli Stati abbandonano gli archivisti? I mormoni arrivano a salvarli, portando carità, volontari e soprattutto software.

Paul, ma preferisce farsi chiamare Paolo, è di origine italiana: la famiglia è del Sud e nonostante rappresenti la terza generazione di Nauti in terra americana, ne sa più lui dei suoi parenti e avi sparsi tra Puglia e Basilicata che i cugini e gli zii che ci abitano. Dopotutto, è il suo lavoro.

Il suo cubicolo fa angolo al quarto piano di un massiccio palazzo in pietra di inizio secolo. Stile eclettico, era un albergo tutto stucchi e preziosismi come quelli che si trovano ancora nella immensa hall del piano terra. I piani superiori sono invece stati completamente sventrati e riorganizzati come open space: i cubicoli con pareti grigie si alternano a piccoli spazi riunioni e a labirinti di corridoi fasciati di moquette sempre grigia, illuminati a giorno dagli onnipresenti neon. Solo nel piano di Nauti lavorano più di cento persone. "E i due palazzi a destra, più quello a sinistra, sono esattamente come il nostro: pieni di persone che lavorano al nostro progetto". È il progetto, ma sarebbe più giusto chiamarla missione, della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni. Più comunemente noti come mormoni, dal nome del libro sacro di Mormon portato sotto forma di steli dorate dall'angelo Moroni al fondatore della chiesa Joseph Smith nel 1829.

La missione poggia su un dogma di fede ed è il più grande sforzo messo in pista dai mormoni o, se è per questo, da qualsiasi altro gruppo organizzato di persone in questo campo: raccogliere i nomi di tutti gli individui, passati e presenti, che hanno abitato il pianeta. Lo scopo pratico è ricostruire il pedigree di tutta l'umanità, individuo per individuo. Lo scopo religioso è il 'battesimo postumo', per consentire agli antenati che non conoscevano il libro di Mormon di riunirsi lo stesso a tutti gli altri membri della loro famiglia. "Noi insegniamo ai nostri figli che siamo più di noi stessi", dice Nauti: "Siamo una eredità e per questo siamo persone migliori se sappiamo cosa ci ha portato qui, chi ci ha preceduto. E vogliamo che dopo la morte le nostre famiglie siano riunite".

Dalla finestra accanto al cubicolo si intravede la cupola scintillante di metallo del 'dome' accanto alla facciata in granito del Tempio. Salt Lake City, capitale dello Utah e l'equivalente per i mormoni del Vaticano sommato a Gerusalemme, è accecata dal sole che accende la pianura brulla che la circonda. Qui Brigham Young, secondo profeta (dopo Smith, che venne linciato) e presidente della chiesa mormone, decise che il deserto del lago salato sarebbe stata la loro casa. E qui i suoi discendenti, dopo la drammatica e titanica costruzione del Tempio durata ottant'anni, strappando le pietre alle lontane montagne rocciose, decisero di impegnarsi in un compito ancor più colossale.

Ogni giorno 200 squadre si muovono in 45 paesi (dei 190 sinora visitati) per scattare fotografie negli archivi e nelle anagrafi. Vengono prodotti chilometri di microfilm prontamente inviati dai 4.600 centri mormoni nel mondo a Salt Lake City dove si procede alla loro digitalizzazione con software ed apparecchiature studiate e sviluppate dagli stessi mormoni. È un fiume in piena di dati elettronici: 25 mila volontari raccolgono 1.500 Gigabyte di informazioni a settimana, pari all'equivalente di 400 dvd, cioè quasi tremila Cd zeppi di nomi e cognomi sotto forma di fotografie di certificati di nascita, atti di battesimo, comunione, matrimonio, separazione, morte e ancora di referti di polizia, registrazioni all'anagrafe tributaria, ricevute bancarie. Tutto, insomma, quello che possa attestare l'esistenza di una persona e contestualizzarla, individuando se possibile altri parenti. I dati, poi, vengono archiviati in due centri di calcolo sotterranei gemelli: uno tra le montagne vicino a Salt Lake City e uno sulla costa est del Paese, la 'copia di sicurezza'. È in quelle due grotte che ha sede il più grande database delle anime, viventi o defunte, mai creato nella storia dell'umanità. Con un miliardo di nomi che quotidianamente si arricchisce di centinaia di migliaia di nuove anime da tutto il mondo, e decine di milioni che attendono di essere elaborate dai volontari.

Nauti spiega: "Quando vediamo in televisione una calamità che spazza via un villaggio in un paese lontano, possiamo osservare le devastazioni e farci raccontare il numero dei morti, ma non ci rendiamo conto di quante informazioni vadano perdute per sempre. Oggi il 35 per cento della popolazione mondiale non ha una traccia scritta della sua esistenza. Noi quella traccia vogliamo segnarla".

Alcuni dei gruppi di mormoni che lavorano volontariamente al progetto sono in Africa, dove registrano la storia orale e ricostruiscono genealogie altrimenti ignorate dal mondo. Altri sono in Asia, dove il culto dei morti ha una tradizione millenaria come nelle due Coree, ad esempio, dove i Chockbois laccati delle famiglie raccolgono nascite e morti per 15 secoli, circa 30 generazioni.

Adesso, però, la Società genealogica dello Utah, è a un bivio. Sta per lanciare un nuovo progetto che rende quasi banale il lavoro fatto sinora. Ci sono 16 milioni di volontari al mondo che attendono la partenza della piattaforma web studiata da centinaia di ingegneri del software che lavorano per la chiesa dopo una vita passata nelle grandi multinazionali del software, come Ibm, Novell e Hewlett-Packard. E altri ancora sono dietro l'angolo, secondo le parole di Nauti.

"Non siamo ancora pronti, non anticipiamo niente di quello che succederà da qui a un anno. Però vorrei provare a immaginare questo. Milioni di persone nel mondo che attraverso Internet possono cercare liberamente nel nostro archivio digitale, verificarlo, arricchirlo. Con controlli incrociati, sistemi di sicurezza all'avanguardia e uno scopo comune: ricostruire la storia, anzi la genealogia dell'umanità. Oggi finalmente abbiamo la tecnologia che ce lo consente: apriremo tutti gli archivi, tutti i volumi, tutte le anagrafi del mondo e lentamente faremo risalire le famiglie di tutti noi alle prime famiglie". Fa una pausa, guardando due suore mormoni che passeggiano nel recinto assolato del Tempio. "Arrivando, ne sono convinto, alla famiglia di tutte le famiglie".

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