Non è uno scherzo ma una serissima ricerca geologica: nelle acque del lago si sono formati canali e sedimentazioni che possono causare un'onda anomala distruttiva. Come del resto già avvenuto 1,500 anni fa

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Un mostro s'aggira sotto le acque del lago di Ginevra. E non è una creatura fantastica come Nessie o Mokele Mbembe, i leggendari abitanti di Loch Ness e del lago Tele. Il pericolo è molto più reale. Secondo uno studio pubblicato dai ricercatori dell'Università di Ginevra sulla rivista "Nature Geoscience", infatti, la città svizzera corre il rischio di essere investita da uno tsunami, proprio come accadde circa millecinquecento anni fa.

Le cronache dell'epoca, di Gregorio di Tours e Mario di Avenches, parlano di un'onda enorme che provocò la distruzione di «esseri umani, animali e persino chiese». E che iniziò con il crollo di una grande roccia dal monte Taurendum (oggi Grammont), dalla parte opposta del lago rispetto a dove si trova Ginevra, in corrispondenza del delta del Rodano. I ricercatori oggi sono convinti che a causarlo siano stati i sedimenti accumulati dove il fiume si immette nel lago, che formano un delta ramificato in diversi canali subacquei, simili a un canyon. Quando il masso colpì l'acqua, provocò il collasso del canyon e quindi l'onda anomala.

Ma non è solo storia: gli scienziati hanno anche analizzato lo stato attuale del letto del lago, evidenziando si siano nuovamente formati sedimenti fangosi in corrispondenza del delta del Rodano. E eventi come frane, terremoti o forti tempeste potrebbero causare il collasso della struttura, proprio come allora.