Pubblicità
Archivio
maggio, 2015

Futbolclub, il circolo sportivo dei potenti

Giovanni Malagò, presidente del Coni
Giovanni Malagò, presidente del Coni

Il centro sportivo sul Tevere incassa milioni ma paga solo 4.800 euro l’anno d’affitto al Comune. E con un prestito pubblico ha costruito strutture abusive. L’incredibile affare di una società che unisce i big dello sport

Giovanni Malagò, presidente del Coni
Il Futbolclub è un circolo sportivo romano che incassa milioni all'anno ma paga 4.800 euro di affitto al Comune, proprietario dell'area. Solo dal subaffitto del ristorante il gestore del club, Guido Tommasi, figlio del decano dei cronisti sportivi italiani Rino Tommasi, incassa 36 mila euro, quasi dieci volte l'affitto.

LEGGI L'INCHIESTA SU ESPRESSO+

Intorno al circolo, spiega l'Espresso in un'inchiesta in edicola da venerdì 29 maggio e già online su Espresso+, si alternano varie associazioni sportive fra cui la Futbol 22, che presenta fra i soci il presidente del Coni Giovanni Malagò, i figli di Francesco Gaetano Caltagirone, banchieri come Arturo Nattino (Finnat) e Marco Figus (Nomura), politici come il berlusconiano Ignazio Abrignani, imprenditori come i fratelli Guido e Luca Formilli Fendi, i commercianti della capitale Giuseppe Ciampini e Dario Roscioli e professionisti come Luca Bergamini, attuale consigliere di amministrazione del Bologna di Joe Tacopina.

Negli anni il Futbol club ha eseguito una serie di lavori, in gran parte abusivi, grazie a un prestito concesso dal Credito sportivo, banca pubblica partecipata da Coni Servizi, e garantito dallo stesso Comune capitolino che oggi risulta debitore di alcune rate non pagate del mutuo.

L'assessorato allo Sport della giunta Marino ha chiesto a Tommasi una fideiussione pena la decadenza di una concessione assegnata nel 1999 e rinnovata nel 2004. Prima di arrivare a Tommasi, il club ha accolto la Gea Academy, la scuola calcio creata dall'agenzia sportiva protagonista di Calciopoli. 

L'articolo integrale sull'Espresso in edicola da venerdì 29 maggio e online su Espresso+

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità