ESCLUSIVO / CASPIAN CABALS
L'oligarca con un tesoro da 10 miliardi
La storia segreta di Timur Kulibayev, marito della figlia del presidente Nazarbayev che ha dominato il Kazakistan dal 1990 al 2019, svelata da un’inchiesta de L’Espresso con Icij
Professione genero. In Kazakistan c’è un signore molto ricco e assai chiacchierato: tutti sanno che ha fatto un matrimonio fortunatissimo. Nel 1990 Timur Kulibayev ha sposato una compagna di università. Lei si chiama Dinara Nazarbayeva ed è figlia di Nursultan, che da quell’anno è diventato presidente della vasta nazione asiatica e ne è rimasto l’uomo forte per quasi trent’anni, ininterrottamente, fino al 2019. Nell’era del presidente Nazarbayev, la figlia ha creato diverse società private insieme al marito, che negli stessi anni ha saputo meritare una lunga serie di cariche pubbliche nelle aziende statali chiamate a gestire le risorse del Paese, in particolare gli enormi giacimenti di gas e petrolio. Oggi Kulibayev ha 58 anni e con la moglie forma una coppia d’oro: hanno accumulato un patrimonio congiunto di oltre dieci miliardi di euro. Con molte proprietà prestigiose, intestate a società offshore, anche nel cuore dell’Europa.
L'inchiesta giornalistica internazionale
Gli affari segreti dell’uomo più ricco del Kazakistan sono un capitolo centrale dell’inchiesta Caspian Cabals, coordinata dal Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), di cui fa parte L’Espresso. Per più di un anno 77 cronisti di 24 nazioni hanno lavorato insieme, come une redazione collettiva, per esaminare migliaia di atti riservati: le carte interne delle compagnie occidentali che hanno investito miliardi in Kazakistan, dove i manager americani ed europei segnalano anni di ruberie, corruzioni e sperperi di funzionari locali e dirigenti russi. Accuse mai emerse prima d’ora.
Come nasce un oligarca
L’oligarca è indicato in molti documenti come uno dei massimi beneficiari del «sistema di potere presidenziale», caratterizzato dall'intreccio tra proprietà pubbliche e interessi privati. Nato nel 1966, Timur è figlio di un politico dell’era sovietica, Askar Kulibayev, che ai tempi dell’Urss era il numero uno del partito nella regione petrolifera di Atyrau. Il ragazzo cresce in un ambiente colto, la mamma Raissa è insegnante di biologia, lui frequenta un liceo elitario e negli anni Ottanta va a studiare economia nel più importante ateneo di Mosca, dove conosce Dinara Nazarbayeva. Si sposano quando lui ha 24 anni e hanno un figlio poco prima del crollo dell’Unione sovietica, quando il Kazakistan ottiene l’indipendenza. Lui e la moglie, nel trentennio della presidenza di Nursultan Nazarbayev, diventano le persone più ricche del Paese.
Secondo le carte dei Caspian Cabals, Timur crea il suo primo fondo d’investimento nel 1992, negli anni ruggenti delle privatizzazioni. Oggi controlla oltre 220 società sparse in 22 nazioni. L’uomo d’affari kazako ha risposto alle domande del consorzio Icij attraverso una società di comunicazione di Londra, che lo definisce «un ricco imprenditore indipendente» e riassume così la posizione della coppia: «Il signor Kulibayev e sua moglie Dinara hanno fatto i loro soldi senza alcun sostegno da parte dello Stato. Sono diventati ricchi solo grazie al loro acume negli affari. E non hanno mai fatto ricorso ad azioni di corruzione».
Banche privatizzate
Il miliardario kazako fa risalire l'origine delle sue fortune al fondo d’investimento Almex, creato nel 1996 con la moglie, che ne è contitolare: è questa tesoreria familiare a detenere, in particolare, la maggioranza delle azioni della banca Halyk, che fu privatizzata dopo il crollo dell’Urss e oggi è il primo gruppo creditizio nazionale. Attraverso altre società (ufficiali e dichiarate) i coniugi possiedono aziende, attività finanziarie, immobili, miniere d’oro, giacimenti, compagnie di telecomunicazioni.
Nella storia della coppia c’è però una rilevante sfera pubblica. Mentre accumulava la sua ricchezza privata, Kulibayev ha rivestito cariche di vertice per almeno 14 anni, dal 1997 al 2011, in tutte le più importanti società statali del settore del gas e petrolio, tra cui spicca la holding dell’energia KazMunayGas, che è tra l’altro il secondo azionista del mega-oleodotto Cpc. A partire dal 2003, proprio Timur ha guidato il comitato aziendale che gestiva il processo di privatizzazioni e dismissioni delle attività statali controllate dalla KazMunayGas. Al suo fianco c’era l’allora direttore generale, Aidan Karibzhanov, che gli faceva da consigliere.
Il fondo sovrano
L’oligarca conquista un’altra poltronissima nel 2008, quando diventa vicepresidente del fondo sovrano kazako, che gestisce beni statali per circa 80 miliardi, ricavati in gran parte con le vendite di gas e petrolio. La nomina è firmata dal suocero, il presidente Nazarbayev. Il fondo si chiama Sanruk-Kazyma, un mitologico uccello dalle uova d’oro della tradizione popolare delle steppe asiatiche.
Kulibayev perde le sue cariche pubbliche all’improvviso, nel 2011, quando il presidente, per la prima volta, addebita agli uomini della sua cerchia, lui compreso, di non aver saputo domare un’ondata di scioperi operai e proteste popolari contro i bassi salari e la povertà diffusa, culminate in una rivolta repressa nel sangue dalle forze governative.
I suoi portavoce oggi confermano che Timur, in quei 14 anni, è stato ai vertici di varie società statali kazake, compresa la capogruppo dell’energia, e quindi partecipava alle scelte strategiche pubbliche, ma «non era in grado di avere un’influenza unilaterale», cioè non decideva da solo. Ed è vero che ha creato e gestito società private «in parallelo», «mentre rivestiva le cariche statali», anche nello stesso settore petrolifero, ma non ha mai commesso illeciti: «La legge kazaka permette ai funzionari pubblici di avere interessi commerciali esterni», scrivono da Londra i suoi rappresentanti, «quindi non c’era nulla di improprio o di illegale nelle sue attività private».
Affari privati e società pubbliche
A partire dal 2012, come risulta dall’inchiesta Caspian Cabals, il genero del presidente kazako continua ad avere rapporti indiretti con le aziende statali, attraverso le proprie società private. Tra i casi più discussi dalle compagnie occidentali c’è l’appalto per le stazioni di pompaggio dell’oleodotto Cpc, assegnato a una ditta kazaka, KazStroyService, che conclude i lavori nel 2017, con quattro anni di ritardo, e incassa oltre 486 milioni di dollari, quasi il doppio del prezzo preventivato. Quell’impresa risulta controllata da un fondo di Singapore, Steppe Capital, che fa capo a Kulibayev. I suoi portavoce ora confermano che Timur «ne ha acquisito il 50 per cento», ma assicurano che «non è mai stato coinvolto nella gestione della società o dei suoi contratti» e «neppure dell’oleodotto Cpc». Il signor Kulibayev, aggiungono i suoi rappresentanti, ha sempre fornito ai partner d’affari «una documentazione completa sui propri interessi commerciali», appunto per evitare accuse di nascondere conflitti d'interessi.
L'azienda misteriosa
I manager americani dell’oleodotto collegano al genero del presidente anche un’altra società privata. Si chiama TenizService e nel 2012 si aggiudica un contratto da un miliardo per raddoppiare la portata del Cpc, senza gara d’appalto, con un’offerta imbattibile. L’oleodotto è lungo 1500 chilometri, ha un enorme impatto ambientale ed economico, i tecnici occidentali sono atterriti all’idea di doverne discutere «con 170 funzionari di 46 enti diversi». Ma quella ditta fa una presentazione «riservata», in cui vanta apertamente i suoi «buoni rapporti con il governo kazako» e promette di ottenere i permessi «in pochi mesi», come poi avviene. Negli anni successivi i costi dell’opera continuano a salire, fino alla cifra finale di 2,5 miliardi. Più del doppio della spesa prevista.
L’inchiesta Caspian Cabals ora documenta che, almeno fino al 2010, tra i primi azionisti di questa TenizService c’era proprio lui, il genero del presidente. Oggi però Kulibayev fa sapere che nel 2012, quando fu assegnato il maxi-contratto, non ne era più socio: aveva già venduto la sua quota ad altri azionisti. Che restano tuttora misteriosi. Secondo un documento confidenziale trovato dal settimanale tedesco Der Spiegel, quella ditta apparteneva per il 49 per cento alla KazMunayGas, la capogruppo statale kazaka, mentre la maggioranza del 51 faceva capo a una compagnia offshore, Waterford International, a sua volta controllata da altre società estere, tra cui spicca il gruppo finanziario Visor Investment Solutions. Che ha come socio fondatore il milionario kazako Aidan Karibzhanov: l’ex manager pubblico che lavorava nella holding statale con Timur. Ora i suoi portavoce confermano che hanno fatto affari insieme, scambiandosi anche prestiti, ma «in misura limitata» e senza nascondere nulla: «Sono legami trasparenti». Kulybayev nega di aver mai usato l’ex socio come fiduciario o prestanome e assicura di non essere mai stato azionista del gruppo Visor. Karibzhanov non ha risposto alle domande del consorzio. Silenzio anche dalla TenizService, che non ha mai dichiarato (neppure alle compagnie occidentali che lo chiedevano) chi sono i suoi proprietari effettivi.
Ville da sogno in mezza Europa
L’inchiesta Caspian Cabals ha portato alla luce anche una costellazione di trust e società offshore, finora sconosciuta, che permette a Timur e Dinara di controllare un ricchissimo patrimonio immobiliare senza comparire personalmente. In Gran Bretagna i coniugi Kulibayev risultano possedere diverse ville di lusso a Londra e hanno pure comprato dal Principe Andrea la tenuta di Sunninghill ad Ascot. Tramite diverse offshore, collocate in dieci tra i più rinomati paradisi fiscali, la coppia è proprietaria di castelli, palazzi d’epoca, parchi, tenute e ville da sogno in mezza Europa, dalle coste di Spagna e Francia alle città termali della Germania, da una fortezza medievale tra le montagne della Svizzera a un maniero in stile gotico tra i boschi della Cechia, oltre ad aziende agricole, cliniche mediche, gioiellerie, case di moda, aziende di costruzioni e società immobiliari. Un patrimonio che il signor Kulibayev ora riconosce di possedere, come precisano i suoi portavoce, ed è intestato a società estere solo per legittime ragioni di riservatezza.
Fuochi d'artificio da 645 mila euro
Le carte dell'inchiesta fotografano anche il tenore di vita della coppia d’oro kazaka. Attraverso il fondo di Singapore, Kulibayev ha acquistato quattro jet privati e ne possiede ancora almeno uno da 55 milioni. In due trust delle Isole Cayman è custodita una collezione di preziose opere d’arte, che comprende una versione autentica del “Bacio” di Rodin. Nel 2014 ha comprato per 14 milioni di dollari uno yacht, Sonny II, che è ormeggiato nel porto di Barcellona. Anche la moglie non bada a spese. Nel 2011 ha sborsato un milione e mezzo per un concerto privato di Christina Aguilera. E per una festa nella villa al mare in Spagna, ha speso 645 mila dollari in fuochi d’artificio.
Incensurato nel mondo, con un problema in Italia
Kulibayev non è mai stato incriminato o processato per alcun reato in Kazakistan né in altre nazioni. L’unica sentenza che lo chiama in causa è italiana: nel 2017 un imprenditore brianzolo, Agostino B., ha patteggiato una condanna a 16 mesi (con pena sospesa) e alla confisca di 6,5 milioni di euro, in tribunale a Monza, con l’accusa di aver corrotto fino al 2011, come capo di un consorzio lombardo di fornitori per gli oleodotti, almeno tre dirigenti statali kazaki, tra cui l’allora manager pubblico Timur. L’indagine condotta dai pm Walter Mapelli e Donata Costa accusa i tre kazaki di essersi spartiti circa 20 milioni. I nostri magistrati possono indagare solo sui corruttori italiani, non sui corrotti stranieri, che dovrebbero essere perseguiti in patria, in teoria. L’Espresso ha ottenuto una copia della sentenza. Su questo caso, un portavoce dell'uomo d'affari kazako ha dichiarato: «Le accuse mosse al signor Kulibayev, relative a una sentenza del tribunale italiano del 2017, sono ingiustificate e del tutto prive di fondamento. Il signor Kulibayev non ha mai sentito parlare, né incontrato, né ricevuto alcun pagamento da Agostino B. Il signor Kulibayev non si mai impegnato in attività di corruzione come sostenuto in questo articolo».
Il nuovo presidente
Il presidente Nazarbayev si è dimesso nel 2019. Il suo successore, Kassym-Jomart Tokayev, ha promesso di combattere la corruzione e di confiscare i beni degli oligarchi che si sono arricchiti con le privatizzazioni. Alcune azioni legali hanno colpito anche la famiglia di Kulibayev, che nega tutto e si difende. Nel 2022 la nazione è stata scossa da nuove rivolte popolari represse dalle forze armate con almeno 238 vittime.