«Sono sicuro che la Coppa America si farà a Napoli», ha detto pochi giorni prima di lasciare il suo incarico Giandomenico Lepore, già capo della Procura del capoluogo campano. Una certezza che però somiglia sempre di più a un auspicio, visto come stanno andando le cose sul litorale di Bagnoli, quartiere della periferia nord-occidentale della città del Golfo, designato dall'Acea - l'America's Cup Event Authority - ad accogliere le regate della World Series, in calendario per il prossimo 7 aprile 2012.
Bagnoli è, da decenni, la spina nel fianco dell'ambientalismo campano, l'eterna incompiuta, la sfida persa dalle amministrazioni succedutesi a Palazzo San Giacomo. La spianata subito a nord della collina di Posillipo, che si affaccia sull'isola di Nisida e confina con il comune di Pozzuoli, è quell'area sulla quale si estendevano, fino ai primi anni Novanta, le acciaierie Ilva/ex-Italsider nonché la sede di uno stabilimento Eternit, chiuso alla fine degli anni Ottanta.
Ed è sempre lì, fra i due pontili di carico e scarico delle acciaierie dismesse, che si estende la famigerata ‘colmata a mare', una piattaforma artificiale di cemento sulla quale si svolgeva gran parte della vita dello stabilimento.
Nonostante i numerosi cantieri di trasformazione urbana che insistono sull'area - curati dalla Bagnolifutura s.p.a., società costituita all'uopo - la colmata è il grande cruccio anche del sindaco Luigi de Magistris. La bonifica dei terreni e dei fondali marini prospicienti la colmata, avvelenati dagli scarti della lavorazione industriale, non potrà mai dirsi completa finché la colmata sarà al suo posto, dove resterà finché non sarà possibile reperire i circa 100 milioni di euro necessari alla sua rimozione.
Eppure, pare che proprio di Bagnoli - e del suo mare malato - si sia innamorato, a giugno scorso, Richard Worth, presidente dell'Acea, l'uomo che decide dove si svolge la gara velica più importante e conosciuta al mondo. Un amore che è anche la grande occasione di Napoli: le gare dell'America's Cup comporteranno un impatto economico - stimato in un dossier della società di consulenza Deloitte – di oltre 50 milioni di euro e daranno il via, in teoria, all'agognato progetto di riqualificazione di Bagnoli.
Ed è appunto qui che casca l'asino. Mancano poco più di 100 giorni all'inizio delle regate della World Series e il count down sul sito ufficiale dell'America's Cup scorre inesorabile. Frattanto, sull'area della colmata a mare - destinata allo svolgimento delle gare ed all'accoglienza dei team velici, della stampa e del pubblico - pendono un'inchiesta della Procura di Napoli per disastro ambientale e un'indagine conoscitiva avviata, dalla stessa Procura, per vagliare la procedura di assegnazione dell'appalto per i lavori propedeutici alle gare stesse. Appalto, peraltro, già assegnato in via provvisoria alla stessa azienda - la romana Pietro Cidonio Spa - attualmente al centro dell'indagine della Procura di Tempio Pausania all'interno dell'inchiesta sulla mancata bonifica dei fondali marini prospicienti il porto dell'Isola della Maddalena, durante le ristrutturazioni per il mai svoltosi G8.
L'inchiesta della Procura di Napoli sulla bonifica di Bagnoli, quella sull'ipotesi di disastro ambientale, va avanti da circa due anni ed è condotta dal sostituto Procuratore Stefania Buda. A essa si affianca un fascicolo aperto dal magistrato Federico Bisceglie su un presunto traffico di rifiuti illeciti provenienti dall'area ex-Italsider e smaltiti illegalmente.
È all'interno di questi filoni di indagine che - di recente - è stato ascoltato come testimone lo stesso sindaco de Magistris. Ed è principalmente a questa inchiesta che è legato il futuro di Bagnoli e la possibilità di svolgervi le regate dell'America's Cup: se i periti della Procura, nonché il neo Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, dessero parere sfavorevole circa l'idoneità del luogo ad accogliere le regate, a causa dell'alto tasso di inquinamento dei terreni e delle acque, la World Series dovrebbe spostarsi altrove.
Accanto a questa inchiesta c'è l'indagine conoscitiva aperta dagli stessi procuratori Stefania Buda e Federico Bisceglie relativa alla procedura aperta dalla Bagnolifutura s.p.a per l'affidamento dell'appalto di lavori propedeutici allo svolgimento delle regate. I lavori da svolgere sono un mero restyling dell'area e dei pontili, che non prevede la rimozione della colmata: l'impresa vincitrice dovrà solo ricoprire la colmata con uno strato impermeabilizzante, al fine di “metterla in sicurezza”; dopodiché dovrà procedere alla realizzazione delle infrastrutture del villaggio velico.
L'appalto, come si diceva, è stato provvisoriamente assegnato, lo scorso 25 novembre, alla Pietro Cidonio Spa, colosso del settore dragaggi e bonifiche, vincente fra le sette aziende in gara. La Procura ha ritenuto opportuno indagare sulla procedura poiché nel 2009, in casa del capoclan Domenico D'Ausilio, venne rinvenuto un ‘pizzino' coi nomi delle ditte interessate ai lavori di bonifica.
La Cidonio, che non potrà procedere ai lavori finché la Procura non scioglierà la riserva sull'idoneità dei terreni, è la stessa azienda cui la Presidenza del Consiglio – ad agosto 2008 - aveva affidato l'appalto del settimo lotto di interventi infrastrutturali connessi al vertice G8 presso l'Isola de La Maddalena. A oggi, la Cidonio è indagata all'interno dell'inchiesta - condotta dal sostituto procuratore di Tempio Pausania Riccardo Rossi – relativa alle bonifiche dei terreni e del porticciolo dell'ex arsenale militare.
Era stata proprio un'inchiesta de 'l'Espresso' a rivelare l'esistenza di una discarica di rifiuti tossici nell'arcipelago della Maddalena, mai bonificata, nonostante gli appalti milionari affidati alla cricca Bertolaso & Balducci.
Tutto questo pesa sul futuro di Bagnoli: troppo, per non pensare, come già si sta facendo nelle ultime ore, a una soluzione alternativa. Qualcuno pensa a via Caracciolo o a Mergellina, insomma al salotto buono della città. Ma il sindaco non demorde: è anche sulla promessa di riqualificazione di Bagnoli che De Magistris ha fondato il suo successo elettorale.