Attualità
dicembre, 2011

A Firenze contro il razzismo

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Il 17 dicembre un corteo attraverserà la città per abbracciare in silenzio le famiglie dei due senegalesi uccisi dall'estremista di destra Gianluca Casseri (FpS Media)

Un corteo silenzioso, senza bandiere, fatto di individui e non di collettivi. È questo l'obiettivo della manifestazione di sabato 17 dicembre a Firenze, organizzata dalla comunità senegalese per stringersi attorno alle famiglie di Mor Diop e Samb Modou, i due senegalesi uccisi il 13 dicembre in piazza Dalmazia dalla furia razzista di Gianluca Casseri, estremista di destra. «Abbiamo invitato tutti i cittadini a partecipare a titolo personale senza colori politici o religiosi», afferma uno degli organizzatori, l'imam Izzedin Elzir, leader nazionale dell'Ucoii (Unione delle comunità islamiche d'Italia) nonché commerciante del mercato di San Lorenzo dove si è consumata la strage, «vogliamo dare un messaggio alla città e crediamo di portare alla manifestazione almeno cinquemila persone». In realtà ne sono attese già ottomila, visto che hanno aderito fino ad ora più di 50 associazioni tra cui quelle sindacali, religiose, di volontariato e politiche. L'Idv, il Prc, i Verdi, Sel, la Federazione della sinistra e grillini del Movimento5stelle hanno dato la propria adesione mentre per il Pd ci sarà anche il segretario Pier Luigi Bersani; nel centrodestra il Pdl ha lasciato la libertà di scelta ai propri iscritti e la Lega Nord Toscana si è mostrata critica sugli aspetti logistici dell'iniziativa.

Presenti anche le istituzioni: Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze con la partecipazione diretta del governatore Enrico Rossi, del presidente Andrea Barducci e del sindaco Matteo Renzi, nonché di altri rappresentanti dei comuni limitrofi.

Il corteo dovrebbe partire alle 15 proprio da piazza Dalmazia per poi arrivare a nella centralissima piazza Santa Maria Novella, dove parleranno Elzir e un rappresentante della comunità senegalese. «Forse ci saranno altri interventi» continua l'imam, «ma stiamo ancora decidendo». Sulla partecipazione in termini quantitativi, si tratta di numeri enormi visto che la comunità senegalese fiorentina sfiora appena le 800 unità: una delle meno rappresentate per componenti. Basti pensare che nella sola città di Firenze a novembre scorso gli stranieri erano 53mila su una popolazione di 320mila residenti, un numero che rendeva Firenze una delle città con la più alta incidenza di straniera con il 17% del totale. Tra questi la gran parte vengono dall'Est Europa (la prima comunità cittadina è quella rumena a cui seguono gli albanesi), mentre la comunità africana più rappresentativa sono i marocchini a cui seguono gli egiziani e a distanza i senegalesi.

Sulle motivazioni della strage, Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese a Firenze, ha dichiarato: «Abbiamo subito dieci anni di politiche dell'odio...noi abbiamo vista una destra molto feroce, specialmente da parte di alcuni membri del passato governo che si potevano permettere di insultare gli immigrati tranquillamente nella televisione pubblica. Questo accade solo in Italia, perché in qualsiasi altro paese sarebbe stato denunciato».

«Che aria si respira in città?» racconta Stefania Saccardi, assessore al Welfare e alla Cooperazione internazionale del Comune di Firenze, «questo evento non è passato certo inosservato: tutti gli abitanti sono stati coinvolti e si percepisce una tensione differente, un richiamo ai valori che questa città sa esprimere: siamo sempre stati una comunità accogliente. La reazione è stata molto bella, quasi fosse un "serrate le fila" attorno ai nostri amici senegalesi». Una posizione condivisa anche dall'imam Elzir e da Mamadou Sallah, un altro tra gli organizzatori della manifestazione. «Per questo, noi vogliamo che sia una manifestazione silenziosa, senza strumentalizzazioni politiche». Sulla presenza di Casa Pound, che aveva aderito all'iniziativa, Sallah afferma che «sarebbe meglio non partecipasse, non è ancora il momento: vogliamo stare vicini ad amici e parenti in questo momento. Certo in futuro ci saranno possibilità di riprendere il dialogo: noi perdoniamo facilmente, ma non è facile trovare spiegazioni a questa tragedia». D'altro canto, il sito di Casa Pound prende le distanze da Casseri, affermando che fosse «un simpatizzante, non un militante».

E a proposito della manifestazione Gianluca Iannone, leader nazionale di Casa Pound, ha ribattuto: «Nella trasmissione "Pomeriggio 5" su Canale 5 Aly Baba Faye, sociologo e leader storico della comunità senegalese, ha annunciato una fiaccolata silenziosa priva di stemmi e appartenenze: prima di questo intervento, il nostro rappresentante fiorentino aveva dichiarato che avremmo partecipato. Ma poi sono arrivate le adesioni dei collettivi e dei movimenti antagonisti e allora abbiamo deciso di non esserci».

Un'assenza che non vuole fomentare altre tensioni, visto che qualche timore per la manifestazione rimane, come conclude l'assessore Saccardi: «Non le nascondo qualche preoccupazione per il rischio che l'occasione sia utilizzata per altri fini, anche se devo dire che la comunità senegalese sta facendo di tutto per mantenere uno spirito comune. A preoccuparmi non sono le forze estremiste di destra, che partecipando in modo provocatorio si farebbero un auto-goal, ma piuttosto i centri sociali o i "movimenti per la casa", che potrebbero usare l'occasione per rivendicare le proprie istanze specifiche». Un'eventualità che gli organizzatori definiscono «improbabile, perché sarebbe assolutamente fuori luogo e si spera che questi movimenti sfilino solo per supportarci».

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