Domenica prossima a Barra torna la festa dei Gigli. Le immagini catturate dall'Espresso del padre del boss che attraversa su un'auto d'epoca due ali di folla, hanno fatto il giro del mondo. Ma quest'anno il vero nemico di cui si parla nelle canzoni non è la camorra: è la stampa

Il Padrino contro i giornalisti

Alla Caffetteria De Franchis, nella piazza principale del quartiere, il ragazzino coi capelli rasati e una cicatrice sul sopracciglio destro intona ad alta voce un motivetto, mentre consuma il suo caffè: «Giudice, ma che ce stà a giudicà: si è tradizione e 'na cultura, è storia e l'ata rispettà!». Giudice, non c'è nulla da giudicare: questa è storia e va rispettata così com'è! La tradizione da difendere è quella della Festa dei Gigli di Barra, quartiere alla periferia orientale di Napoli: una delle più antiche della città, molto sentita e molto bella. Ma anche troppo spesso strumentalizzata dalla camorra. A tratti monopolizzata.

È successo un anno fa, quando le telecamere dell'Espresso hanno raccontato dell'omaggio reso ai boss Angelo Cuccaro e Andrea Andolfi all'ombra del 'Giglio dell'Insuperabile', quello col maggior seguito. Le immagini del padre di uno dei due boss che, sulle note del 'Padrino' di Nino Rota, attraversa su un'auto d'epoca due ali di folla festanti, hanno fatto il giro del mondo (e per inciso si sono aggiudicate il premio Ilaria Alpi). Un anno prima, l'omaggio era toccato ad Arcangelo Abete, boss degli Scissionisti di Scampia, il potente cartello di narcos protagonista della faida che si sta consumando nella zona nord della città (guarda).

Una guerra che ha insanguinato anche Barra: Ciro Abrunzo, 28 anni, è stato freddato lo scorso giugno a due passi da dove, nel settembre 2010, il 'Giglio della Mondiale' aveva celebrato il boss delle Vele. Dopo quell'omicidio, Arcangelo Abete in carcere rassicurava suo figlio Mariano, affranto per la perdita: «Lo vendichiamo, non ti preoccupare».

È in questo clima che, domenica prossima, a Barra torna la festa. Ma di camorra nessuno ne parla, nemmeno nelle canzoni. Nei brani scritti per la festa di quest'anno, i cattivi diventano i giornalisti. Con la propaganda dei clan chi finisce per assomigliare a quella dei partiti, vecchi e nuovi.

«Sentite! Sentite qua!»: finito il caffè, il ragazzino poggia la tazzina sul bancone e viene verso di noi armato di SmartPhone. «Si chiama 'Reportage': è dedicata a chille comme a vuje, che avete gettato fango su questo quartiere». Parte la musica, qualcuno divertito si avvicina abbozzando un passo di danza: «Sta festa nun merita ca va identificata cu chi 'na malavita fa…», continua il brano. La festa, cioè, non merita di essere identificata tutta con la malavita. La canzone è dell'Insuperabile, proprio il giglio che un anno fa dedicò il brano 'Sei grande!' ai due boss: «Parlano, 'e mass-media parlano. Mettono in gioco a dignità e 'na pupulazione sana». Altra 'paranza', altro momento di festa, altra canzone: 'Odio e Amore', sembra il testo del risveglio sociale. Una giovane voce intona: «Barra odio di te chi male fa parlà, 'a mancanza 'e libertà, chi se stà zitto e subisce chesti regole».

Ma dura poco. Nella seconda strofa, il padre lo convince del contrario: «Sei giovane, non pensare a chi utilizza giornali e tv solo per infangarci». Il clima giusto nel quartiere si respira tra i ragazzi che animano l'associazione 'Passione Infinita', che cura un altro pezzo di festa. Da anni si battono con iniziative culturali per ridare lustro alla duecentenaria festa: pure loro dedicano una canzone ai giornalisti ma solo per rivendicare, con orgoglio, la storia di un pezzo di città che vanta, tra i suoi cittadini più illustri, pure una Beata, Maria Grazia Tarallo. «Facciamo notizia solo grazie a quei signori» lamentano. Resta quel 'silenzio' contro la camorra, che sa di occasione perduta.

L'unica voce resta quella di Patrizio Gragnano, coraggioso consigliere di municipalità, che ha proposto di esporre quest'anno uno striscione eloquente: «Barra odia la camorra». Ma il suo appello è caduto nel vuoto. In compenso, quest'anno i due boss non ci saranno: Andrea Andolfi è stato arrestato in estate, Angelo Cuccaro è latitante. E festa sia

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