Continua l'impegno dell'Espresso per portare l'isola e i suoi abitanti al riconoscimento internazionale nel 2014. Con il sostegno di decine di migliaia di lettori e di tutti gli artisti, gli intellettuali e i politici che hanno sottoscritto l'appello. Da Habermas a Baglioni, ecco tutti gli interventi

«Fuori dei centri di detenzione dove i sopravvissuti vengono rinchiusi per legge, del filo spinato, della reclusione fino a diciotto mesi, della politica estera incapace e inconcludente, Lampedusa è la sua gente, che non fa differenza tra amici o nemici. Connazionali o stranieri. Cittadini o clandestini. Ecco perché una volta seppellite le decine e decine di morti e placate le polemiche, dopo aver premiato nel 2012 l’Unione Europea, colpevole assente nella tragedia sulle sponde del Mediterraneo, il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di quest’isola, capitale mondiale d’umanità». Con queste parole il giornalista dell'Espresso Fabrizio Gatti ha proposto la campagna che la testata ha deciso di portare avanti, seguendo il percorso intrapreso già dal 2011 dal quotidiano Avvenire.

«"L'Espresso" sposa questa causa, se ne fa interprete, si batterà perché la candidatura diventi realtà», ha scritto il direttore Bruno Manfellotto: «Abbiamo tempo fino a febbraio 2014 per raccogliere e presentare le firme. Mi auguro che l'idea conquisti l'appoggio delle istituzioni, del mondo politico, degli intellettuali e sopratutto dei cittadini ai quali chiediamo di firmare il nostro appello, il modo più semplice per condividere la nostra proposta».

FIRMA ANCHE TU PER CANDIDARE LAMPEDUSA AL NOBEL PER LA PACE

Il messaggio ha fatto il giro del mondo. Nell'arco di pochi giorni sono arrivate oltre cinquantamila firme, di lettori come di politici, artisti, editori, critici, registi, architetti. Da sportivi come il commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli ad attori come Carlo Verdone, dal celebre oncologo Umberto Veronesi allo scrittore Roberto Saviano, da figure istituzionali come il ministro Cecile Kyenge o il presidente del Senato Pietro Grasso ai fratelli Dardenne. Leggi chi ha firmato l'appello

A sostegno della campagna si è schierato anche il filosofo Jürgen Habermas: «Conferire nel 2014 il premio per la Pace a Lampedusa equivale ad una scelta provocatoria. Nel senso specifico che oggi domina ben poca chiarezza nei veri destinatari a cui quel Premio andrebbe così conferito: e cioè, ai popoli d'Europa», ha detto all'Espresso: «Il senso profondo del premio per la Pace sarebbe una sorta di avvertimento, un monito rivolto ai popoli d'Europa contro l'ipocrisia morale. Certo, non esistono affatto soluzioni semplici per risolvere la miseria dei profughi. Ma ce ne sono sicuramente di più o meno oneste». Leggi il suo intervento

«La migrazione è un fenomeno che ha riguardato la modernità dalle sue origini ed è da essa imprescindibile. Perché la modernità produce “persone inutili”», ha commentato in un'intervista Zygmut Bauman: «Adesso ci troviamo adesso di fronte ad un nuovo scenario. L’Europa, ora vicina ai 400 milioni di abitanti, potrebbe nei prossimi cinquant’anni scendere a 240 milioni: una popolazione esigua che le impedirebbe di mantenere l’attuale livello di vita e di benessere. Potrebbero entrare in Europa, nei prossimi 20-30 anni circa 30 milioni di stranieri. Le economie europee hanno bisogno di queste persone. Se in Inghilterra i clandestini venissero identificati ed espulsi, la maggior parte degli ospedali e degli alberghi chiuderebbe». Leggi l'intervista

«Il Nobel per la pace a Lampedusa sarebbe il giusto riconoscimento per la grande lezione di umanità, civiltà e solidarietà che, da anni, la gente delle Pelagie dà a tutto il mondo», ha detto il cantautore Claudio Baglioni, commentando il suo appoggio all'appello: «La vera clandestina in tutta questa drammatica vicenda è la politica e i suoi rappresentanti. Quella italiana, quella europea, quella internazionale. Mancano cultura e visione d'insieme e prevalgono ancora gioco delle parti e interessi di bottega. Si affronteranno mai le vere cause del problema?» Leggi il suo intervento

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