In quattro mesi il programma ha collezionato 237 mila ragazzi in cerca di occupazione. Ma i posti di lavoro a disposizione sono solo 24 mila. In Italia i Neet, coloro che non lavorano e non studiano, sono 2,4 milioni

Garanzia Giovani. Doveva essere la risposta alla fame di posti di lavoro di cui soffrono i ragazzi con meno di trent'anni. Ma per il momento la nuova generazione resterà a bocca asciutta. In quattro mesi il programma Garanzia Giovani ha collezionato un esercito di 237 mila ragazzi in cerca di occupazione, mentre i posti di lavoro a loro disposizione, scovati dagli addetti delle agenzie territoriali per il lavoro, sono solo 24.854 e si tratta per lo più di contratti a tempo determinato e proposte di collaborazione. Insomma, a voler essere ottimisti, uno su dieci ce la farà. Peccato che la realtà sia ancora più cupa di così.

Un primo monitoraggio sull'attività del progetto è stato pubblicato lo scorso 10 ottobre e l'economista Romano Benini, esperto di politiche attive, snocciola qualche dato: «I ragazzi che hanno aderito al progetto sono poco più di 200 mila, vale a dire il 10 per cento dei 2,4 milioni di Neet, cioè dei giovani che non lavorano e non studiano. Mancano le risorse per comunicare ai giovani informazioni riguardo al progetto Garanzia Giovani. Infatti molti non si iscrivono perché non sanno che esiste», dice l'economista.

Dei 300 mila ragazzi che hanno tra i 15 e i 18 anni e hanno abbandonato la scuola, solo 23 mila hanno deciso di aderire al programma. Metà degli iscritti a Garaniza Giovani ha tra i 19 e i 24 anni, il restante 40 per cento ha già compiuto i 25 anni. Quindi i giovanissimi sono davvero pochi. Inoltre il 76 per cento degli aderenti al programma ha una laurea o almeno il diploma. «Solo uno su quattro degli iscritti ha al più la licenza media – prosegue Benini - Anche in questo la distanza dal target di riferimento del programma Garanzia Giovani è notevole, se si pensa che i neet tra i 15 ed i 29 anni con in tasca solo la licenza media sono 980 mila».

Il sistema della Garanzia Giovani non ha ancora ingranato e le risposte ai disoccupati under 30 stentano ad arrivare. I primi a toccare con mano le lentezze del progetto sono i laziali. I centri per l'impiego avevano promesso a 2 mila giovani del Lazio, che si sono iscritti al programma in questi quattro mesi, una risposta alle loro richieste occupazionali o formative entro il 17 ottobre. «In realtà solo uno su cinque riceverà una risposta già domani, gli altri dovranno aspettare», spiega Benini, piuttosto scettico rispetto alle competenze dei centri territoriali: «Da Firenze in giù non ci sono strutture adeguate per affrontare questo tipo di lavoro. La “macchina” non è pronta e se non raggiungeremo gli obiettivi di occupazione che abbiamo promesso, l'Europa non garantirà il miliardo che dovrà stanziare».

Per i ragazzi entrati in contatto con la Garanzia Giovani non mancano i problemi soprattutto in relazione ai tempi di accesso dopo la registrazione. I tempi di attesa tra la registrazione e la presa in carico sono mediamente superiori ai due mesi, «un tempo tecnico “minimo” per i nostri servizi, ma forse lunghissimo per i giovani registrati. In molti contesti territoriali, raccontano gli operatori, gran parte di coloro che si sono registrati, dopo essere stati contattati, non si presentano al colloquio, o non hanno requisiti richiesti dal programma. Che sia un deficit di comunicazione, o di scarsa fiducia nei servizi (amplificata dai lunghi tempi di attesa), sicuramente un problema esiste ed andrebbe rapidamente approfondito», commenta l'economista.

Le opportunità di lavoro complessive inserite nel portale nazionale dall’inizio del progetto sono 17.124 per 24.854 posti di lavoro disponibili, di cui circa 18 mila per contratti a tempo determinato, 2.900 contratti e tempo indeterminato, 2.000 tirocini, 600 contratti a progetto e 259 in apprendistato. Le 24 mila opportunità di lavoro inserite, in cinque mesi, sul portale nazionale direttamente dalle imprese o per il tramite delle Agenzie per il lavoro appaiono ben poca cosa rispetto a quello che il mercato del lavoro propone indipendentemente dalla Garanzia Giovani. Infatti, tra luglio e dicembre del 2013 i contratti di lavoro riservati ai giovani fino a 24 anni – come mostrano i dati delle comunicazioni obbligatorie – sono stati di 671 mila.

Anche i ragazzi, del resto, hanno qualche colpa. Ad esempio, in Campagna, dei 20 mila ragazzi che hanno aderito al progetto, solo 2 mila hanno dato disponibilità ad accettare un'occasione di lavoro fuori dalla Regione, nonostante il progetto offrisse anche un sostegno economico a chi avesse accettato un trasferimento: «Meno del 10 per cento dei giovani è disposto a muoversi. Un segnale poco incoraggiante», conclude Benini.