Questa strage ignorata è stata ricostruita da Fabrizio Gatti nel numero de “l'Espresso” in edicola domani. I familiari delle persone scomparse in mare, tra cui 197 eritrei in fuga dal regime de l'Asmara, stanno dando la caccia all'uomo che ha intascato 1600 dollari per ciascuna delle persone che volevano attraversare il canale di Sicilia: la nave naufragata ha fruttato 300 mila euro. I parenti hanno compilato una lista delle persone sparite, consegnata alle autorità italiane.

L'autore dell'esposto racconta di avere parlato per telefono con Measho: «Il 28 giugno mi dice il barcone con mia sorella era partito sei ore prima. Lo risento il 30 giugno quando, nel primo pomeriggio, mi telefona dicendo che i miei parenti sono arrivati in Italia e per questo mi fa gli auguri». «Non so più nulla fino a settembre. Il 18 mi chiama da Israele, dove lavora, il fratello di Natsnet, una delle due ragazze incinte disperse. Mi dice che Measho, che conosce dall'infanzia, è in Italia. È stato sbarcato, forse il 12 settembre, dalla Marina militare a Brindisi». L'uomo riesce a contattare il presunto scafista, che il 18 settembre è a Bologna, chiedendo di incontrarlo. Ma Measho parte per la Germania, attraverso l'Austria.
Questa vicenda sarà un nuovo grattacapo per i rapporti tra Italia e Germania alla vigilia della fine di Mare Nostrum. Perché Measho dopo essere arrivato in Italia assieme ad altri profughi, ha potuto lasciare il centro di identificazione pugliese prima che qualcuno gli prendesse le impronte digitali. Non è l’unico: su 150 mila profughi sbarcati nel nostro Paese, almeno centomila non sono stati identificati come prevede la legge. Una prassi tollerata dai funzionari del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per favorire la fuga dei richiedenti asilo verso altri Paesi del Nord Europa: se fossero stati schedati tutti i 150 mila nuovi profughi sarebbero dovuti rimanere per sempre in Italia: anche se erano attesi dai familiari in Germania, Norvegia o Svezia.
L'inchiesta integrale sull'Espresso in edicola venerdì 24 ottobre e da oggi online su E+