All’Inps sono finiti i soldi: in quattro anni l’ente si è mangiato tutte le riserve e adesso, per impedire che il sistema previdenziale esploda, il governo dovrà metterci una pezza. E dovrà essere piuttosto ampia perché, come spiega il bilancio di previsione 2014, il patrimonio dell'istituto quest'anno è previsto diventare negativo, con un rosso di 4,5 miliardi. Un risultato che si confronta con i valori positivi (ma decrescenti nel tempo) degli anni passati, dai 40,5 miliardi del 2009 ai 7,4 miliardi stimati per il 2013.
Un’
inchiesta de “l’Espresso” già a dicembre anticipava questi problemi, spiegando che, nonostante la riforma pensionistica lacrime e sangue dell'ex ministro Elsa Fornero, il buco dell’Inps potrebbe anche aumentare nei prossimi anni, con una perdita media di dieci miliardi l’anno delle gestioni previdenziali dovuta al fatto che il valore delle pensioni pagate dall'Inps è superiore ai contributi versati dai lavoratori in attività. Questa è l’eredità che i governi passati e il presidente dimissionario dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, lasciano agli italiani.
Ufficialmente il premier Enrico Letta ha chiesto la testa di Mastrapasqua per via delle sue numerose cariche, che creavano una certa conflittualità d’interessi, ma è molto probabile che al governo non sia piaciuta per nulla quest’ultima previsione di bilancio che è già costata 25 miliardi nel conto della legge di stabilità firmata lo scorso 27 dicembre.
Infatti, il governo ha cancellato 25 miliardi di debiti pregressi che l’Inps aveva nei confronti della Tesoro. L’Ente pesa sui conti dello Stato per 103 miliardi l’anno di trasferimenti pubblici e continuerà a costare sempre di più perché alcune casse, come quella degli statali, dei manager e degli artigiani sono fuori controllo.