Le inchieste antimafia hanno più volte messo in evidenza i collegamenti e le collusioni fra gli uomini dei clan e i professionisti dai “colletti bianchi”. In particolare con gli avvocati. In Calabria, nell'ultimo anno di avvocati ne sono stati arrestati diversi, tutti accusati di collegamenti con la 'ndrangheta. È il lato grigio delle mafie che sta venendo fuori, poco alla volta, dalle inchieste giudiziarie.
Adesso la procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria, diretta da Federico Cafiero De Raho, ha posto sotto sequestro per la prima volta in Italia uno studio legale. Richiesta accolta dai giudici del tribunale misure di prevenzione di Reggio Calabria. Si tratta dello studio professionale dell'avvocato Vittorio Pisani, arrestato lo scorso febbraio perché coinvolto nell'indagine sull'uccisione della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola avvenuta il 20 agosto 2011. I pm antimafia Alessandra Cerreti e Giovanni Musarò, impegnati in queste delicate inchieste sui colletti bianchi e sugli uomini dei clan della 'ndrangheta, hanno ritenuto necessario mettere sotto sequestro anche l'attività dell'avvocato.
Dalle indagini emerge infatti che il padre di Vittorio Pisani, Sante Pisani, originario di Rosarno ma trasferitosi dagli anni Novanta in provincia di Prato, è ritornato un paio di anni fa nel comune di nascita dove si sarebbe affermato come referente economico-finanziario di due tra le più pericolose famiglie di 'ndrangheta del reggino, i Pesce e i Bellocco di Rosarno.
Insieme all'avvocato Vittorio Pisani a febbraio era stato arrestato dai carabinieri anche un altro legale, l'avvocato Gregorio Cacciola, anche lui accusato di collusioni con i clan in merito all'uccisione della testimone di giustizia. L'inchiesta svolta dai carabinieri del nucleo investigativo del Reparto investigativo di Reggio Calabria, hanno fatto emergere che Sante Pisani nei mesi scorsi si era recato a parlare con l'avvocato Cacciola perché quest'ultimo si era lamentato del comportamento tenuto dal suo collega su questa vicenda della morte della Cacciola.
Sante Pisani si era scusato con Cacciola, come se fosse davanti ad un mammasantissima, ed aveva definito ingiustificabile il modo di fare del figlio, al punto che la famiglia Pisani, per recuperare l'onore perduto, aveva una sola scelta: ucciderlo. Ma a impedire l'omicidio era stato proprio lo stesso avvocato Cacciola, il quale avrebbe detto che sarebbe stato meglio non ammazzare Vittorio Pisani, in quanto "non ne vale nemmeno la pena".
Nei mesi scorsi altri avvocati sono finiti in carcere in Calabria. A febbraio è stato arrestato un famoso penalista di Vibo Valentia, Antonio Galati, ritenuto dall'accusa molto vicino al clan dei Mancuso di Linbadi e collegato con ambienti della massoneria deviata e con uomini delle istituzioni accusati di collusioni. Su di lui i carabinieri del Ros di Catanzaro avevano riempito migliaia di pagine di trascrizione di intercettazioni, dalle quali emerge il forte legame con i boss.
L'ordine degli avvocati di Vibo in questo caso lo ha sospeso, mentre la Camera penale ha diffuso un comunicato in cui esprimeva «affetto all'avvocato Galati», lanciando però un messaggio. Infatti si legge che: «nell'augurarsi che l'avvocato Galati possa chiarire al più presto la sua posizione, così come anche gli altri soggetti coinvolti», auspicava che «in tale delicato momento il lavoro degli addetti, sia per quanto attiene l'accusa che la difesa, possa proseguire nella maggiore serenità possibile. Nella speranza che si evitino interventi ad effetto che nulla possono apportare sotto il profilo dell'accertamento dei fatti, ma che appaiono come sterili commenti mossi da opinioni personali e dalla volontà di intervenire e sindacare comportamenti umani che fin tanto che riguardano gli altri sono oggetto di giudizi gratuiti».
Un altro avvocato, Mario Nocito, anche lui arrestato nei mesi scorsi, viene indicato dall'accusa come un personaggio centrale negli intrecci tra mafia e politica registrati a Scalea, comune in provincia di Cosenza sciolto per infiltrazioni mafiose. Ipotesi di accuse che i giudici del tribunale del riesame hanno confermato.
Fra le tante storie processuali non si può non sottolineare quella di un altro avvocato penalista di Reggio Calabria, Mario Giglio, arrestato perché accusato di essere un consolidato punto di riferimento per Giuseppe Liuzzo, affiliato alla 'ndrangheta, e non solo per questioni legali.
L'avvocato Giglio è il fratello di Enzo Giglio, medico e cugino del magistrato Vincenzo Giglio, entrambi processati e condannati a Milano nell'ambito dell'inchiesta sugli affari della cosca Lampada-Condello. L'avvocato Giglio per gli inquirenti avrebbe svolto in favore di Liuzzo un ruolo di consigliere e avrebbe fatto da canale di collegamento per apprendere di eventuali indagini a suo carico.
Tanti sono gli avvocati che in questi anni sono stati anche condannati in Calabria per reati collegati alla 'ndrangheta. Quasi nessuno di loro pero è stato radiato dall'albo e continuano ad indossare la toga. Chi è stato invece radiato, è invece Domenico “Memi“ Salvo, penalista di Palermo, condannato definitivamente per mafia perché favoriva gli affari dei boss stragisti Graviano. Dopo aver scontato la pena ed essere stato cancellato dal consiglio di Palermo, è stato accettato ed iscritto in quello di Locri.
Attualità
2 aprile, 2014Continuano nel Reggino e non solo i casi di toghe troppo vicine ai clan. Ora addirittura uno studio è stato messo sotto sequesto. Ma i professionisti condannati per il legami con la 'ndrangheta non sempre vengono radiati dall'albo
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