Galeotto fu quel cubo: così grazie a Rubik Gleen Greenwald riconobbe Edward Snowden

Il famoso giocattolo, che oggi compie 40 anni (ed è per questo celebrato da Google), è stato il segno di riconoscimento con cui il giornalista del Guardian ha potuto individuare per la prima volta la fonte del datagate

Oggi Google celebra i 40 anni del cubo di Rubik, il giocattolo per "secchioni" che ancora oggi si sfidano per risolverlo in pochi secondi. Ma nella storia del piccolo cubo colorato ci sarà ormai anche un'altra pietra miliare che riguarda un incontro per certi versi storico.

L'incontro è quello fra il giornalista (allora del Guardian) Glenn Greenwald e Edward Snowden, l'ex impiegato dell'Nsa che è stato la fonte diretta del Datagate, ovvero delle rivelazioni internazionali sul massiccio controllo di mail, telefonate e traffico internet avviato e continuato dagli 007 americani e britannici.

I due, che non si erano mai visti, si sono riconosciuti infatti proprio grazie al cubo di Rubik. Come nelle migliori tradizioni medioevali, ma senza cavalieri o principesse. A raccontarlo è stato lo stesso Greenwald, insieme alla collega Laura Poitras, in un'intervista al New York Times, dove si racconta del primo contatto fra i tre, appena fuori da un ristorante che si trovava in un centro commerciale di Hong Kong.

Greenwald e la Poitras, secondo le istruzioni date da Snowden, avrebbero dovuto aspettarlo fuori dal locale. Lui sarebbe passato con un cubo di Rubik in mano, in modo da farsi riconoscere (non si erano mai visti prima né avevano idea di che età o aspetto avesse). Loro gli avrebbero dovuto chiedere a che ora apriva il ristorante. E lui avrebbe risposto avvisandoli che lì il cibo era pessimo.

Poi, il datagate. Riuscito quindi anche grazie al mini-giocattolo amato dai nerd.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Siamo tutti complici - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso