Calciomercato: Messi da record, in Italia la Juventus è la più ricca
In anteprima esclusiva i dati della ricerca Cies sulle quotazioni di mercato dei cinque campionati europei più importanti. Il campionissimo argentino del Barcellona è valutato tra i 200 e i 232 milioni di euro
Ricordate il trasferimento record di Gareth Bale? Nell'estate scorsa il gallese è diventato il calciatore più costoso della storia passando dal Tottenham al Real Madrid per 100 milioni di euro. Una cifra pazzesca che tuttavia potrebbe essere polverizzata dal calciomercato che partirà il prossimo primo luglio.
Il valore di mercato di Lionel Messi, il campionissimo argentino del Barcellona, è da fantascienza: si aggira tra i 200 e i 232 milioni di euro, addirittura il doppio di Cristiano Ronaldo del Real Madrid, il cui valore oscilla tra i 105 e i 123 milioni. Il terzo giocatore a sfondare il tetto dei cento è il centravanti del Liverpool Luis Suarez: per fargli lasciare il Merseyside potrebbero essere necessari 112 milioni di euro. E Bale? È finito mestamente al settimo posto. Nonostante abbia giocato una buona stagione, oggi l'ala gallese non vale più di 67 milioni, vale a dire la sua reale quotazione di mercato. Se il Real Madrid ha pagato così tanto dodici mesi fa è soprattutto per l'abilità del Tottenham nel trattare il prezzo fino all'ultimo giorno disponibile.
[[ge:rep-locali:espresso:285124786]]Le cifre, badate bene, non sono quelle sparate dai procuratori dei diretti interessati ma il risultato di un'approfondita indagine del CIES, il centro studi sullo sport di base a Neuchatel, in Svizzera.
Numeri che sono stati pubblicati nella Annual Review 2014, di cui abbiamo ottenuto in anteprima proprio il capitolo dedicato alle quotazioni di mercato nei Big 5, cioè i cinque campionati europei più importanti: Premier League inglese, Liga spagnola, Bundesliga tedesca, Ligue 1 francese e, appunto, la nostra Serie A.
I valori sono stati calcolati tenendo conto di molte variabili: età, anni di contratto ancora da onorare, ruolo, prestazioni sul campo e precedenti trasferimenti di calciatori simili. E si tratta di stime molto precise, come testimonia il caso di Ciro Immobile, ceduto da Torino e Juventus al Borussia Dortmund per 20 milioni. Ebbene, lo studio del CIES, elaborato prima dell'ufficializzazione, calcolava proprio in 20 milioni il valore del capocannoniere della Serie A.
I risultati faranno sicuramente sorridere tifosi e dirigenti di Barcellona, Real Madrid, Bayern Monaco e molti club inglesi, che dominano la classifica dei 60 professionisti più costosi. I club italiani, con appena sette giocatori tra i primi sessanta, sorridono un po' meno.
Il calciatore di Serie A più costoso è il centrocampista della Juventus Paul Pogba, che vale tra i 60 e i 70 milioni e si piazza al sesto posto. Seguono a distanza Balotelli del Milan (tra i 35 e i 43 milioni), Pjani? della Roma (tra i 32 e i 37), Cuadrado della Fiorentina e Higuain del Napoli (tra i 31 e i 36), Vidal e Bonucci della Juventus che valgono rispettivamente tra i 29 e i 34 milioni e tra i 24 e quasi 28 milioni.
Dall'analisi del CIES la Juventus pare proprio in una botte di ferro: grazie ai tre scudetti consecutivi – l'ultimo ottenuto con un punteggio record di 102 punti – oggi i cartellini dei bianconeri valgono, nel complesso, 282 milioni di euro. Come detto, i maggiori asset sono Pogba, Vidal e Bonucci, ma anche i due attaccanti Llorente e Tevez hanno aumentato il proprio valore di mercato negli ultimi dodici mesi.
Ma se in Italia la Juventus ricopre il ruolo di Paperon de' Paperoni con tanti gioielli da monetizzare, in confronto agli altri quattro campionati la Vecchia Signora soffre di nanismo. Sommando il valore dei suoi giocatori, infatti, la Juve sarebbe addirittura la quinta squadra in Inghilterra, la terza in Spagna e la seconda in Germania, dove il Bayern Monaco la sovrasterebbe in modo quasi umiliante dall'alto dei suoi 400 milioni di valutazione. I bianconeri sarebbero primi solo in Francia, dove il Paris Saint Germain si ferma a 278 milioni.
Analizzando le situazioni nei singoli campionati, la Premier League risulta quella più ricca e più equilibrata: sono addirittura sei i club i cui cartellini superano i 200 milioni di valutazione totale, con Manchester City (386 milioni) e Tottenham (257) ai due estremi. La Liga conferma lo strapotere di Barcellona e Real Madrid, le cui rose valgono 593 e 488 milioni: le più quotate al mondo. È impressionante vedere il distacco che c'è tra i due giganti e l'Atletico Madrid, il Robin Hood di Spagna che ha conquistato il campionato dopo diciotto anni di digiuno nonostante i suoi giocatori valgano meno della metà dei cugini del Real e poco più di un terzo dei blaugrana: 221 milioni.
Il campionato tedesco ha invece imboccato la strada della dittatura assoluta: quella del Baryern Monaco, che dopo aver dominato gli ultimi due campionati oggi vale più del doppio del secondo club della Bundesliga, il Borussia Dortmund.
È una Serie A più povera rispetto a quindici anni fa, ma almeno una virtù il nostro calcio ce l'ha: i campioni sono distribuiti in modo più equo rispetto a Spagna, Francia e Germania. Sette club – contando anche la Lazio con 99 – hanno messo in piedi rose che oggi valgono almeno cento milioni di euro. In Germania e in Spagna è riuscito a cinque squadre e in Francia solo a due.
Oltre alla Juve gli altri due club italiani con valutazioni superiori ai 200 milioni sono Roma e Napoli, che raccolgono i frutti di investimenti mirati e di una stagione ad alto livello. Il difensore giallorosso Benatia, pagato 13 milioni nel 2013, oggi ne vale 23, mentre Gervinho è salito da 9,5 a quasi 20 milioni. Anche il belga Mertens, protagonista della stagione dei partenopei, si è rivelato un investimento lungimirante: comprato a 9,7 milioni, oggi ne vale 17.
E c'è un altro aspetto che, in questi tempi di carestia, può farci sorridere. È vero, i club italiani non riescono a trattenere i top player e ogni estate la Serie A somiglia sempre più a un supermercato dove i ricchi inglesi, francesi e spagnoli fanno la spesa. Ma almeno, i nostri dirigenti sanno vendere bene. Dalla cessione del bomber Edinson Cavani, un anno fa il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ottenne il massimo: 64,5 milioni di euro. Oggi l'uruguayano – dopo una stagione in chiaroscuro – ne vale 51.
Un sorriso malizioso uscirà anche ai tifosi romanisti nel notare che il valore di Erik Lamela e Marquinhos, ceduti rispettivamente a Tottenham e PSG per 35 e 31 milioni l'estate scorsa, sia crollato: oggi l'argentino si compra a 17 milioni mentre il Barcellona potrebbe prelevare il centrale brasiliano ad “appena” 20 milioni. Il ruolo della Serie A, infatti, ormai è cambiato da un pezzo: non è più il punto di arrivo dei migliori calciatori al mondo ma il trampolino di lancio per una carriera ricca da giocare in Spagna o in Inghilterra (o al PSG) dove di soldi da spendere ce ne sono ancora. Anzi: sempre di più. In questo contesto, vince chi è più abile a vendere e chi è più bravo a scoprire un giovane talento prima degli altri. Non a caso il rapporto del CIES premia soprattutto Juventus, Roma e Napoli.