Sono 2 milioni e 600 mila le persone nel nostro Paese non autosufficienti. Una legge arenata da anni li renderebbe liberi dall’assistenza familiare. E i genitori dall’incubo di lasciarli soli. Per arrivare al traguardo più di settantamila firme, compresa quella della presidente della Camera
Una petizione con più di 70 mila firme. Innescata dalla disperazione di un padre che lucidamente decide di evitare al proprio figlio Alessandro (disabile dalla nascita) un triste futuro di solitudine. Firma su firma arrivata fino al presidente della
Camera Laura Boldrini che mette la sua faccia su questa campagna.
È il 9 aprile quando
Sergio Ruggeri uccide con un colpo di pistola Alessandro e poi sua la moglie, Maria Teresa Favarelli, malata di cancro. La paura è quella consapevole della morte e di nessuno che può prendersi più cura di loro. Una tragedia familiare come tante, tra le quattro mura di casa, quando l’abbandono è la quotidianità in tempi di tagli alla spesa pubblica e zero welfare.
«Incontravo spesso quest’uomo che spingeva la carrozzina del figlio. Abitavano a duecento metri da casa mia e tutte le volte Sergio mi diceva: “Che succederà, ad Alessandro, dopo la mia morte e quella di mia moglie?”. Non abbiamo parenti, Ileana fai qualcosa per il “Dopo di noi”, non dimenticartene»,
racconta Ileana Argentin, deputata del Partito democratico e disabile. È lei che lancia la petizione su
change.org che si chiama appunto “Urgentemente una legge sul #DopoDiNoi”.Il testo punta all'approvazione in tempi rapidissimi di una legge che assicuri alle persone non autosufficienti un sostegno pubblico quando quello familiare non ci sarà più. Insieme alla costituzione di un fondo con risorse pubbliche e private che saranno gestite in base ai criteri della legge 328/2000, il sistema integrato di interventi e servizi sociali che punta a prevenire le condizioni di disabilità attraverso l'assistenza nella propria abitazione o il progressivo inserimento in comunità su misura.
Questa legge è urgente, perché di famiglie in queste condizioni ce ne sono davvero tante: sono 2 milioni 600 mila le persone che nel nostro Paese sono colpite da disabilità grave e per questo non autosufficienti, su un totale di oltre 25 milioni di nuclei. Una su dieci conosce molto bene questa spada di Damocle sul proprio futuro.
«Per lui e per tanti altri familiari, nella precedente legislatura ho scritto una legge sul “Dopo di noi”», continua Argentin nella motivazioni della sua petizione:«
Erano e sono tanti i genitori che bussano alla mia porta chiedendo una soluzione per i loro figli disabili non autosufficienti nel momento in cui verranno a mancare. La politica, si sa, è lenta e i tempi sono andati oltre il previsto. Oggi, fortunatamente, la legge sta arrivando in commissione e il suo iter sta per cominciare. Io, che siedo dietro uno scranno in Parlamento come deputata del Pd e sono affetta da una grave patologia neuromuscolare, pur essendo fortemente attaccata alla vita ho capito quel padre. Non l'ho giustificato, l'ho capito. Anche io sono figlia e so, da sempre, che i miei genitori hanno paura di lasciarmi e per questo non si concedono neanche il “lusso” di un'influenza, figuriamoci la possibilità di invecchiare e morire».
Il “dopo” è la grande preoccupazione di chi ha un figlio disabile. Il momento in cui si diventa vecchi, le forze di spingere una sedia a rotelle vengono meno, e l’incubo ricorrente di lasciare solo chi non è in grado di far fronte autonomamente alle necessità della vita quotidiana. Il traguardo per tutti loro è l’approvazione della legge sul “Dopo di noi” entro il prossimo 3 dicembre, la giornata internazionale della disabilità.