A San Rossore va in scena il coraggio

Papa Francesco non ci sarà, Matteo Renzi forse. Eppure il tema della terza Route nazionale dell’Agesci, l’associazione degli scout cattolici, che si tiene dal 6 al 10 agosto, nel parco di san Rossore, lunga distesa di costa, sabbia e pinete da Torre del Lago a Pisa, ex residenza estiva dei reali d’Italia, è il coraggio, tema molto cara al papa e al premier. Coraggio come “impegno per cambiare il Paese, sporcarsi le mani”, manifesto di una nuova generazione di giovani, spiega Elena Bonetti, a capo della branca rover e scolte.
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A San Rossore arriveranno, provenienti da circa 1500 gruppi di tutta Italia, trentamila giovani dai 16 ai 21 anni, i rover e le scolte, terzo branco, quello più grande, dello scoutismo, dopo lupetti e coccinelle (8-11 anni) e le guide e gli esploratori (11-16 anni), in tutto 177mila associati.

La scelta di San Rossore non è casuale. Il primo gruppo di scout in Italia è stato fondato, nel 1910, nella vicina Bagni di Lucca, e sempre nello stesso anno fu ricevuto dal re Vittorio Emanuele III proprio nella residenza di San Rossore. E da sempre la Toscana è prolifica di scout di successo. Da Matteo Renzi all’ex premier Lamberto Dini. Dalla rockstar Jovanotti al presentatore televisivo Carlo Conti. Fino a Matteo Spanò, 39 anni, attuale presidente del comitato nazionale dell’Agesci, nonché della Banca del Credito Cooperativo di Pontassieve, il paese del premier, di cui è collaboratore e amico da lunga data.

E non solo toscani, ex scout sono molto presenti nel mondo dello spettacolo, dal regista Pupi Avati agli attori Carlo Verdone e Margherita Buy e al cantautore Gino Paoli.  Ferventi lupetti sono stati anche l’architetto Renzo Piano e i giornalisti Gianluigi Paragone e Beppe Severgnini. Fazzolettone anche gli per gli ex ministri Corrado Passera e Giovanna Melandri, per i politici Ignazio La Russa, Giuseppe Fioroni, Vittorio Agnoletto ed Edo Patriarca.

Non si presenta come una Route tranquilla. Ambientalisti e intellettuali del calibro di Salvatore Settis e Adriano Prosperi hanno lanciato un allarme “sui danni e le alterazioni ambientali forse non irreversibili, ma non certo riparabili in pochi anni” che 30mila giovani potrebbero provocare nel parco. Ma gli organizzatori replicano che si stanno attenendo a regole ferree: niente dentifrici, sapone biologico creato per l’evento, pasti freddi perché i fuochi sono impediti, luci a bassa potenza.

Prima di approdare a Pisa con lo zaino in spalla, pantaloni e gonne corte, camicia azzurra e fazzolettone al collo, la classica divisa dei seguaci di Robert Baden Powell, fondatore del movimento nel 1907, gli scout attraverseranno a piedi alcuni dei luoghi più belli e spirituali della penisola per prepararsi a stilare la “Carta del coraggio, che sarà approvata a Pisa, con l’obiettivo “di cambiare il mondo”.

Ma già nell’ultimo anno si sono preparati alla terza Route, dopo le precedenti del 1975 e del 1986, con azioni di coraggio, spiega il toscano Marco Cavini.

Esempi? Dai ragazzi livornesi impegnati nella ripulitura dell’acquedotto leopoldino ai viareggini che hanno allestito una mensa per i poveri, fino a chi ha progettato contenitori per oli vegetali esausti per evitarne lo spargimento nel terreno. Buone azioni civili, insomma, tra Caritas e Legambiente.

Per cinque giorni a San Rossore, dove è stata allestita in 70 ettari del parco la città delle tende con cinque sottozone, gli scout discuteranno di coraggio pensando alla Chiesa di papa Francesco e all’Italia di Renzi. Tra gli invitati, con i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, ci saranno anche don Luigi Ciotti, i giornalisti Gian Antonio Stella e Piero Badaloni (ex scuout anche lui) e il presidente dell’Istat Enrico Giovannini.

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