Un video ripreso con un cellulare, che “l'Espresso” pubblica in esclusiva, mostra gli attimi concitati successivi all'omicidio di Davide Bifolco, il ragazzo ucciso da un carabiniere dopo un inseguimento nel rione Traiano a Napoli. Il documento è tra gli indizi recuperati dall'avvocato di Bifolco, Fabio Anselmo, legale conosciuto per i casi Cucchi e Aldrovandi. Nelle immagini si vede la gazzella dei carabinieri con un segno all'altezza della targa anteriore, compatibile con lo scooter sul quale viaggiavano i tre ragazzi. Secondo tale ricostruzione sarebbe stata quindi l'auto dei militari ad urtare il motorino e non viceversa.
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La registrazione amatoriale, secondo la difesa, smentirebbe dunque la ricostruzione fatta dall'Arma, che sostiene una dinamica diversa. Secondo il rapporto dei carabinieri sarebbe stato infatti lo scooter, con a bordo Davide e altri due ragazzi senza casco, a urtare l'auto di servizio. “L'Espresso” è in grado di mostrare quel video che racconta i minuti successivi alla morte del giovane. Momenti di caos e di rabbia. Nelle immagini, pur rapide e confuse, si nota abbastanza chiaramente un segno orizzontale all'altezza del paraurti. La difesa chiederà una perizia per verificare se tale segno sia stato lasciato dallo scooter.
«Davide è stato ucciso da un colpo al torace». Questo è l'unico elemento certo emerso dall'autopsia. Non era quindi di spalle, come qualche testimone aveva raccontato. «L'esame ha evidenziato un foro d'entrata del proiettile nel petto e un foro d'uscita alla schiena. Questo elemento e il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini». Sono le parole dell'avvocato Fabio Anselmo. «Ritengo assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi», ha aggiunto. Inoltre, il legale chiede con forza che il latitante (che secondo i testimoni non si trovava sul motorino, al contrario di quanto sostiene l'Arma) si consegni.
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Altro punto su cui l'avvocato Anselmo insiste è la traiettoria del proiettile, ricostruita dal consulente di parte Vittorio Fineschi, capo della scuola di Medicina legale della Sapienza di Roma e già perito nei casi Aldrovandi e Cucchi. Il medico ha prodotto una simulazione, partendo dal risultato della Tac fatta durante l'autopsia, sfruttando un software particolare che hanno in dotazione nei laboratori della facoltà. Le immagini pubblicate da “l'Espresso” mostrano la ricostruzione della dinamica dello sparo.
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La prima immagine è denominata “vista frontale”: il carabiniere è visto di spalle. Di fronte a lui c'è la vittima. I corpi sono uniti da una linea rossa che rappresenta la traiettoria del proiettile. C'è anche un frame posteriore, dal punto di vista del ragazzo quindi, e in questo caso il militare è di fronte. Infine ci sono i dettagli dei fori di entrata e di uscita. Tutti elementi raccolti dalla difesa. Indizi parziali, e di parte, che la procura dovrà valutare insieme agli altri indizi raccolti sulla scena del delitto.
(ha collaborato Duccio Giordano)