Istruttoria riaperta e udienza rinviata al prossimo 19 novembre. Così, il processo per l'omicidio di Davide Bifolco, che si celebra a Napoli, non si è chiuso oggi: la sentenza, che sarebbe dovuta arrivare in giornata, slitta infatti a data da destinarsi.

Questa mattina il giudice Ludovica Mancini ha accolto l'istanza per un supplemento istruttorio depositata dall'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia del diciassettenne ucciso nel settembre 2014 al Rione Traiano, in periferia di Napoli.

Nella prossima udienza, quindi, dovranno essere sentiti il consulente balistico e i due carabinieri che si trovavano in servizio con il militare, imputato nel processo, che sparò a Bifolco nel corso di un inseguimento.

I familiari della vittima, parte civile nel processo e presenti all'esterno dell'aula in Tribunale a Napoli, hanno accolto con grande soddisfazione la notizia della decisione presa dal giudice. L'avvocato Anselmo, dal canto suo, sostiene che sarebbe necessaria una modifica dell'imputazione: non si sarebbe trattato di omicidio colposo, dice il difensore, ma di omicidio volontario.

Una tesi che, incvece, non convince affatto l'avvocato Salvatore Pane, difensore del militare imputato: "Tutti gli accertamenti, qualsiasi prova portata in aula, qualunque testimonianza porterà sempre allo stesso risultato: quell'omicidio è di natura colposa".

Durante l'ultima udienza, a luglio, il pm Manuela Persico, titolare delle indagini insieme al procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, aveva chiesto una condanna per il carabiniere a 3 anni e 4 mesi di reclusione, con il riconoscimento delle attenuanti generiche. Una pena che teneva conto della diminuzione di un terzo, imposta in caso di rito abbreviato.