Al Giambellino, in piazza Selinunte, a Quarto Oggiaro. Tra gli androni malmessi delle case popolari l’eco dei fasti Expo, delle sue code, delle sue portate esotiche da 20 euro al piatto, è arrivato lontano e spento, come se venisse da un altro mondo.
Gli abitanti delle case popolari di Milano, all’esposizione universale, non ci hanno messo piede. E gli va bene così. “Expo? Ma che Expo e Expo! Abbiamo altro a cui pensare” dicono.
Eppure le loro case sono a pochi minuti di tram o di metropolitana dalla Darsena, simbolo della ‘nuova primavera di Milano’, o dal Duomo preso d’assalto dai turisti. Ma le storie di chi abita nelle case popolari di Milano (da meno di un anno passate in gestione a Metropolitane Milanesi) sono sempre le stesse, fatte di degrado e miseria, manutenzione che non basta mai e, soprattuto, di occupazioni abusive.
Contro questo, più di ogni altra cosa, lottano le donne del comitato Antiracket. Si tratta di un gruppo di una dozzina di donne, tutte straniere tranne una, tutte residenti nelle case popolari, che hanno aderito all’associazione (apolitica e apartitica, ma destrorsa) Noi x Milano fondata da Nicolò Mardegan, ex coordinatore cittadino del Nuovo Centro Destra.
Da sole le donne ‘antiracket' si sono organizzate in gruppi di due per fare, soprattutto di notte, su e giù per le scale dei loro comprensori, per controllare le cantine e i pianerottoli. Controllano che tutto funzioni, che non ci siano guasti (che quasi sempre ci sono: una perdita qui, una finestra rotta lì) e soprattutto che non ci siano occupazioni abusive. In pratica quello che fanno sta a metà tra il lavoro delle portinaie di un tempo e quello dei vigilantes di oggi. Solo che loro sono sempre in servizio. Se qualcosa non va, si tratti di un intervento di manutenzione o di una porta buttata giù per un’occupazione, alzano il telefono e chiamano Metropolitane Milanesi, i Vigili o la Polizia.
“Quasi ogni settimana c’è qualcuno che sfonda una porta - raccontano - e entra in una casa sfitta o anche solo vuota. Pochi giorni fa abbiamo sorpreso un gruppo di abusivi che cercava di entrare nell’appartamento di un anziano che è all’ospedale. Per fortuna abbiamo sentito subito il rumore e li abbiamo fermati in tempo. Se fossero entrati mandarli via sarebbe stata un’impresa: inventano sempre qualche scusa, una donna incinta, un bambino malato, un anziano che non può muoversi…”.
Per ‘quelli’ le donne antiracket intendono, senza andare troppo per il sottile, soprattutto i Rom o, più indistintamente, altri stranieri. Un po’ perché a questo mondo c’è sempre qualcun che è più straniero degli altri un po' perché è vero: secondo i dati, nel solo 2014, da gennaio a ottobre, i tentativi di occupazione sono stati 1.278, compiuti in 3 casi su 4 da cittadini stranieri, quasi sempre con minori al seguito.
E non c’è nemmeno troppo da stupirsi visto che a Milano risultano esserci 9000 appartamenti popolari sfitti e vuoti, in barba alla lista di attesa di più di 20.000 famiglie che hanno chiesto un alloggio popolare.
Ovvio, dunque, che quelle case facciano gola a molti: italiani, stranieri, sfrattati, disoccupati, lavoratori e gente che non sa dove altro andare.
“In pochi mesi ho impedito 12 occupazioni, solo nel mio palazzo” racconta sotto anonimato una delle donne di Noi X Milano. Una sua compagna indica l’anca destra e dice: “Mi hanno picchiato due volte e l’ultima volta sono finita per dieci giorni in ospedale. Ho paura, inutile negarlo, e mi sa che un giorno di questi mi fanno male davvero e ci resto secca. Ma finché posso vado avanti e pazienza se mi minacciano tutti i giorni”.
Oltre che con i Rom, le donne del gruppo Antiracket ce l’hanno con i politici della città: sindaco, assessori, candidati, consiglieri. Tutti buttati in un unico calderone: “Vengono, promettono e se ne vanno” racconta delusa una di loro che ricorda che, nonostante le promesse fatte negli anni di installare un sistema di videosorveglianza, di telecamere non si è vista l’ombra. “Pisapia è meglio se non si fa vedere proprio da queste parti” taglia corto un’altra e aggiunge “A noi la politica non interessa: vogliamo solo stare in pace a casa nostra”. Può darsi che la politica non interessi loro, ma inevitabilmente, loro interessano alla politica.
Sì perché a Milano fra sei mesi si vota e anche se ancora non c’è niente di concreto all’orizzonte, non è un segreto che Noi X Milano stia scaldando i motori per le elezioni. “L’esperienza di Noi x Milano e del comitato Antiracket è troppo preziosa perché vada dispersa - ammette Mardegan - mi piacerebbe che qualcuna di loro accettasse una candidatura al consiglio di zona o, perché no, al consiglio comunale: conoscono la realtà dei quartieri popolari meglio di tutti, e meglio di tutti saprebbero portarne le istanze in aula, al di là delle ideologie”.
E infatti il cortocircuito di appartenenze, nel progetto antiracket, è evidente: un gruppo di centro destra che organizza un gruppo di donne straniere per vigilare sulle case popolari. “Sì: se si ragiona con il bilancino del cosa è di destra e cosa è di sinistra, il nostro è un progetto che può apparire strano - ammette Mardegan - Ma nel mondo di oggi chiunque vuole solo vivere in un posto tenuto bene e dove non c’è posto per gli abusivi. E questa cosa qui non è né di destra né di sinistra”.